Prosegue incessante l'impegno delle Usl regionali per l'abbattimento delle liste d'attesa e consentire a chi attende una prestazione, magari da mesi, a volte anche anni, di potervi accedere in tempi più rapidi.
Già ieri l'Usl Umbria 2 aveva diffuso un primo resoconto sui progressi ottenuti nei primi dieci mesi del 2025. Tempo di bilanci anche per l'Usl Umbria 1 che, nello stesso lasso di tempo, ha incrementato le prestazioni medico-sanitarie dell'8 per cento, erogando oltre 18.832 prestazioni aggiuntive tra quelle monitorate. Un risultato che si basa su "un piano articolato e multilivello" con l'obiettivo, ampiamente condiviso a livello regionale, di garantire ai pazienti le cure e gli esami di cui hanno bisogno in tempi certi.
Il programma dedicato alle liste di attesa - spiega una nota dell'azienda - ha dimostrato, nel suo complesso, un'efficacia misurabile. Il bilancio di cui sopra "conferma la validità delle scelte organizzative e l'impegno del personale, capace di coniugare qualità ed efficienza".
Il piano di recupero dell'Usl Umbria 1 ha agito su quattro fronti principali. La riorganizzazione interna con l'ottimizzazione delle agende ambulatoriali e riallocazione delle prestazioni verso esami più critici, come, ad esempio, le risonanze; l'accordo con i medici specialisti Sumai che ha portato ad un incremento delle prestazioni con oltre 2.000 attività aggiuntive, con la riduzione dei tempi di attesa e una migliore presa in carico dei pazienti cronici, anche tramite telemedicina; il coinvolgimento del privato accreditato come misura integrativa che ha fornito un supporto mirato per prestazioni delicate, come ad esempio risonanze, ecografie, prime visite dermatologiche e, infine, la collaborazione con l'Azienda ospedaliera di Perugia che ha garantito l'ampliamento dell'offerta, in particolare nel distretto perugino, con migliaia di esami già programmati.
Forte l'impegno dell'Usl Umbria 1 sulla regolamentazione della libera professione intramuraria rispetto alla quale, in linea con le indicazioni regionali (deliberazione della Giunta regionale numero 378/2025 che ha enunciato le indicazioni regionali per l'espletamento di tale attività) ha adottato un regolamento specifico e predisponendo un piano aziendale dedicato, il piano 'Alpi', un acronimo che sta appunto per Attività libero professionale intramuraria.
Un nodo della massima importanza per far sì che vi sia un corretto equilibrio tra l'attività istituzionale e quella libero-professionale, evitando possibili conflitti di interesse. L'Usl spiega che attualmente soltanto un circa 5% dei dirigenti medici svolge attività libero-professionale al di fuori delle strutture aziendali, sempre con autorizzazione. Secondo quanto previsto dal piano 'Alpi' anche questi professionisti sono tenuti a rientrare progressivamente negli spazi interni dell'Usl. Di pari passo, la direzione ha avviato un confronto con le organizzazioni sindacali per rivedere le tariffe della libera professione in un'ottica di trasparenza e condivisione.
Dalla direzione del nosocomio perugino del 'Santa Maria della Misericordia' hanno fatto seguito alla nota dell'Usl ribadendo alcuni punti fermi. Dalla novità del piano 'Alpi', all'aumento progressivo dell'offerta istituzionale ambulatoriale di prime visite e primi accessi di esami diagnostici.
Il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Perugia, Antonio D'Urso ha voluto sottolineare come il nuovo regolamento "si pone l'obiettivo di raggiungere un progressivo allineamento dei tempi medi di erogazione delle prestazioni rese in ambito istituzionale con quelli delle prestazioni erogate in regime di Alpi. Questo risultato sarà perseguito attraverso la definizione, per ciascuna struttura aziendale, dei volumi di attività istituzionale in rapporto a quelli relativi all'attività libero-professionale".
D'Urso ha infine ricordato che l'ospedale "in quanto azienda convenzionata con l'università e Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di secondo livello eroga prestazioni di altissima specialità, e quindi preposta prioritariamente all'erogazione di prestazioni di secondo livello in tutte le aree specialistiche anche in ambito ostetrico".