Proseguono con la "massima attenzione" le verifiche interne avviate dall’Azienda Usl Umbria 1 sul decesso della donna di 43 anni, avvenuto mercoledì scorso a Città di Castello, a seguito di un precedente accesso al pronto soccorso dell’ospedale locale. L’Azienda ha confermato di aver segnalato il caso al Ministero della Salute "secondo le procedure previste dalla legge" e ribadisce il pieno impegno a chiarire ogni dettaglio della vicenda.
La direzione dell’Usl Umbria 1 ha programmato un audit clinico interno, con l’obiettivo di ricostruire in modo puntuale l’intero percorso assistenziale della paziente, verificando l’osservanza dei protocolli aziendali e delle linee guida nazionali. L’audit coinvolgerà l’analisi delle cartelle cliniche, dei referti e dei tempi di presa in carico, valutando eventuali margini di miglioramento nei percorsi diagnostico-terapeutici."L’Azienda Usl Umbria 1 e la presidente della Regione Stefania Proietti esprimono vicinanza ai familiari della paziente - si legge in una nota - e rinnovano l’impegno dell’Azienda a garantire la massima trasparenza e la collaborazione con l’autorità giudiziaria e con tutte le istituzioni coinvolte, nella piena tutela della verità dei fatti e della sicurezza dei cittadini".
Parallelamente alle verifiche interne dell’Usl Umbria 1, la vicenda è al centro di un’indagine della Procura della Repubblica di Perugia. L’autopsia, già eseguita, ha evidenziato una rottura di un aneurisma dell’aorta toracica come causa del decesso. Gli accertamenti tecnico-scientifici, che includono analisi istologiche e tossicologiche, sono ancora in corso e richiederanno alcune settimane prima del deposito della relazione conclusiva.
I familiari della vittima si sono avvalsi di assistenza legale: la madre e il fratello sono rappresentati dagli avvocati Gianmarco e Roberto Bianchi, mentre il figlio è assistito dall’avvocato Eugenio Zaganelli. I legali hanno già espresso la volontà di prendere parte alle operazioni peritali con propri consulenti tecnici, al fine di garantire la massima trasparenza e assicurare un attento scrutinio di ogni fase dell’accertamento.
L’audit clinico interno è una procedura strutturata finalizzata a ricostruire il percorso assistenziale della paziente e a verificare la conformità delle scelte diagnostiche e terapeutiche rispetto ai protocolli vigenti. Nel caso specifico, le verifiche comprenderanno:
L’analisi delle cartelle cliniche e dei referti emessi durante l’accesso al pronto soccorso;
La verifica dei tempi di attesa, del triage e degli esami strumentali eventualmente richiesti (ad esempio esami ematici, radiografie, TAC);
La valutazione della documentazione informativa fornita alla paziente e dei criteri adottati per la dimissione;
Il confronto con linee guida nazionali e protocolli aziendali su patologie cardiovascolari e sindromi addominali acute.
Al termine dell’audit sarà redatto un rapporto interno, contenente raccomandazioni operative, indicazioni per aggiornare procedure e formazione del personale e, se necessario, suggerimenti su azioni correttive organizzative.
L’Azienda Usl Umbria 1 ha ribadito la volontà di "garantire la massima trasparenza e la collaborazione con l’autorità giudiziaria e con tutte le istituzioni coinvolte", impegnandosi a fornire aggiornamenti ai familiari sugli esiti delle verifiche e a implementare eventuali interventi migliorativi. La segnalazione al Ministero della Salute rientra nelle procedure previste per gli eventi sentinella, strumenti essenziali per il monitoraggio e la prevenzione di eventuali criticità sistemiche all’interno del servizio sanitario.
Casi come questo evidenziano la necessità per le aziende sanitarie di rafforzare i processi di sicurezza e i percorsi diagnostico-terapeutici, soprattutto per condizioni che possono presentarsi con sintomi aspecifici ma potenzialmente letali. Tra le possibili ricadute operative dell’audit clinico interno vi sono l’aggiornamento dei protocolli di emergenza, l’intensificazione della formazione del personale sui segni di allarme cardiovascolare e l’incremento delle risorse diagnostiche nelle strutture periferiche.
Gli esperti sottolineano che alcune patologie, come gli aneurismi aortici, possono manifestarsi inizialmente con sintomi non specifici fino all’insorgenza di eventi acuti. Per questo, la tempestività e l’appropriatezza degli approfondimenti diagnostici rappresentano elementi cruciali per la gestione del rischio clinico e la tutela della sicurezza dei pazienti.
Le verifiche interne avviate dall’Usl Umbria 1 proseguiranno nelle prossime settimane. Gli approfondimenti tecnico-scientifici collegati all’autopsia - in particolare le analisi istologiche e tossicologiche - richiederanno i necessari tempi tecnici prima del deposito delle relazioni ufficiali da parte dei consulenti. Solo a valle del completamento di tutte le determinazioni - giudiziarie, medico-legali e amministrative - sarà possibile ricostruire in modo definitivo la sequenza degli eventi e valutare eventuali responsabilità o suggerimenti organizzativi da adottare per migliorare i percorsi assistenziali.