Durante l’incontro a Campello sul Clitunno, Adolfo Urso, ministro delle Imprese, ha dichiarato: “Entro la fine di quest’anno realizzeremo il contesto legislativo che ci consentirà di installare anche in Italia impianti di nuove generazioni per produrre energia nucleare pulita”.

L’annuncio è arrivato in un contesto di confronto con le aziende del settore aerospaziale dell’Umbria. Urso ha spiegato che l’obiettivo è creare una società nazionale, capace di realizzare e installare queste nuove centrali, specificando: “Il presidente di Confindustria ha detto che ci sarà richiesto di installarli nei distretti industriali”. L’iniziativa, come sottolineato dal ministro, mira a posizionare l’Italia tra i leader tecnologici nel campo dell’energia.

Urso, una transizione verso l’autonomia energetica

Secondo Urso, l’energia nucleare rappresenta una delle risposte più concrete per assicurare un costo stabile e la continuità degli approvvigionamenti. Il ministro ha dichiarato: “Crediamo che l’Italia debba tornare a riaffermare il suo primato nella scienza e nella tecnologia. Oggi è assolutamente necessario garantire un costo dell’energia e una continuità di approvvigionamento energetico come soltanto l’energia nucleare può farlo, accanto allo sviluppo convinto dell’energia rinnovabile, e quindi idroelettrico, del fotovoltaico, dell’eolico e del geotermico”. L’intento è chiaro: diversificare le fonti per rendere il Paese più autonomo e competitivo.

La centralità dello spazio e il ruolo dell’aerospaziale

Nel discorso, Urso ha parlato dello spazio come di una “dimensione italiana”, rilevando quanto sia cruciale sfruttare appieno le potenzialità di questo settore. Ha affermato: “Lo spazio è una dimensione italiana, così come lo è l’aeronautica e per questo noi siamo convinti che possa sempre più diventare uno dei comparti trainanti del Made in Italy a più alto contenuto tecnologico”. Il ministro ha sottolineato il peso dei distretti aerospaziali italiani, citando: “Abbiamo in Italia 15 distretti aerospaziali come questo in Umbria, ed è una risorsa italiana fatta di grandi imprese, ma anche di piccole che sono particolarmente competitive a livello globale”. L’Umbria, dunque, emerge come un centro chiave per l’industria aerospaziale nazionale.

Urso ha ricordato l’approvazione della prima legge quadro sulla space economy in Europa, spiegando che la norma “diventerà di ispirazione al prossimo regolamento europeo”. Ha precisato che lo Stato italiano ha allocato “oltre 7,3 miliardi di euro tra programmi nazionali e programmi europei, con fortissime ricadute sul nostro tema produttivo da qui al 2026”. L’investimento riguarda anche la base di Malindi, in Kenya, definita dal ministro come un nuovo punto di partenza per la cooperazione con i Paesi africani, visti come partner strategici per lo sviluppo tecnologico e commerciale.

Il rilancio della siderurgia a Terni

L’incontro ha visto la partecipazione della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, con la quale Urso ha discusso le prospettive per il polo siderurgico di Terni. A tal proposito, il ministro ha dichiarato: “Abbiamo l’obiettivo con la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con l’azienda e con i sindacati, di poter fare di Terni uno dei pilastri del piano strategico nazionale della siderurgia italiana”. L’impianto umbro, infatti, è considerato dal governo uno snodo cruciale per lo sviluppo industriale del Paese, come confermato da Urso: “L’impianto siderurgico di Terni è uno dei più importanti e significativi nello sviluppo strategico del nostro Paese, noi siamo impegnati a realizzare l’accordo di programma che dovrà basarsi anche su un approvvigionamento energetico compatibile con la sostenibilità di questo impianto”.

Infine, il ministro ha anticipato l’intenzione di presentare in Europa un “documento di politica industriale”, con lo scopo di rivedere le regole del Cbam (Carbon Border Adjustment Mechanism). Urso ha spiegato: “Oggi già sappiamo non essere attuabili se vogliamo mantenere una siderurgia competitiva in Europa a fronte della concorrenza sleale di altri continenti”. Un approccio che punta a rafforzare il ruolo strategico dell’industria siderurgica italiana, tenendo testa alle pressioni internazionali.