Il ministro Urso chiama la governatrice Tesei e si sblocca l’impasse sull’Accordo di programma per Arvedi AST. È ormai tutto pronto per la firma dell’intesa che sbloccherà il piano industriale dell’azienda ternana e il piano degli investimenti pubblico-privati, con oltre 800 milioni ancora da spendere. E nei prossimi giorni verrà convocato il tavolo al MIMIT con tutte le parti coinvolte. L’annuncio arriva da un comunicato stampa diffuso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. È proprio la nota di via Veneto ad informare che il ministro Adolfo Urso ha avuto un colloquio telefonico con la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, proprio sul futuro dell’Acciaieria AST di Terni.
“Urso ha aggiornato Tesei sullo stato dell’Accordo di programma – riporta una nota del MIMIT -. Il cui testo è ormai definito in tutti i suoi aspetti. Sia dal punto di vista ambientale sia per quanto riguarda il supporto agli investimenti per il rilancio della produzione di acciai speciali a Terni. Nel pieno rispetto delle normative europee, ministero e Regione – prosegue la nota – stanno ora verificando ogni possibile soluzione per assicurare all’azienda costi operativi competitivi nei confronti della concorrenza internazionale“.
Il ministro Urso e la presidente Tesei hanno quindi deciso di convocare nei prossimi giorni un tavolo di confronto presso il MIMIT. Stavolta ci saranno tutte le parti coinvolte per discutere l’Accordo di programma relativo all’AST. Il tavolo, infatti, per la prima volta dopo il confronto in Regione che ha sbloccato la situazione, sarà allargato a Provincia e Comune di Terni. E, soprattutto, alle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici. Che da mesi richiedevano con forza un coinvolgimento nella trattativa per arrivare alla firma.
Dopo la telefonata Tesei-Urso per AST, il vicesindaco Corridore lancia una proposta per la soluzione del rebus elettrico
Come aveva anticipato Tag24 Umbria, nell’incontro romano si discuterà anche del problema energetico. Che resta fuori dall’Accordo di programma. Un tema che le istituzioni locali, Regione dell’Umbria, Provincia e Comune di Terni hanno deciso di affrontare con spirito di collaborazione.
“Al tavolo regionale di qualche giorno fa – conferma il vicesindaco di Terni, Riccardo Corridore – abbiamo discusso della possibilità di creare una società mista pubblico-privato per partecipare alla gara sulle concessioni, che vanno in scadenza nel 2029. Anche la presidente Tesei ha recepito questa proposta che è, però, di medio periodo. Ora dobbiamo affrontare la fase di transizione, cercando una soluzione che consenta un approvvigionamento energetico delle acciaierie ternane a costi europei. Il Comune di Terni porterà al tavolo del MIMIT la proposta di aprire un tavolo con ENEL. Partendo dal presupposto che il Tesoro è il principale azionista dell’azienda energetica. Possiede, infatti, quasi 2,4 miliardi di azioni, corrispondenti a una quota del 23,6% del capitale sociale di ENEL. Non si tratta di richiedere aiuti di Stato, ma di trovare una soluzione condivisa, nell’ambito della difesa degli interessi strategici nazionali“.
Una possibile soluzione che ha trovato l’interesse anche delle altre istituzioni locali. Perché da tempo anche il ministro Urso e la presidente Tesei, come aveva spiegato lo stesso titolare del MIMIT in Parlamento, stavano lavorando alla ricerca di una interlocuzione con ENEL per trovare una soluzione di mercato.
Soddisfazione delle istituzioni per lo sblocco della trattativa, Cardinali (Comune di Terni): “Determinante il piano industriale”
Soddisfazione per lo sblocco della lunga telenovela arriva da tutte le istituzioni coinvolte nella ripresa del dialogo. Il Comune di Terni, che sul versante degli impegni ambientali era stato a lungo accusato di avere rallentato la firma, adesso sottolinea il proprio ruolo nel rilancio dei tavoli regionali e ministeriali.
“Speriamo che il prossimo tavolo al MIMIT sia davvero risolutivo – afferma l’assessore allo sviluppo economico, Sergio Cardinali -. Mi preme sottolineare come il lavoro di moral suasion e di pungolo che abbiamo fatto in queste settimane, abbia portato a un rinnovato clima di collaborazione istituzionale. Il tavolo di Perugia è servito per riunire i fili di una comunicazione che si era troppe volte interrotta. Unità di intenti e lavoro inclusivo hanno fatto il resto. È importante aver coinvolto anche le organizzazioni sindacali di FIm, FIOM, UILM, FISMIC e UGL. Da parte loro può arrivare un importante contributo sugli aspetti industriali che sono determinanti per la solidità e il rilancio della fabbrica ternana“.
Un lavoro che riguarda da vicino proprio il piano industriale. Che è l’elemento centrale, insieme agli investimenti strutturali, ambientali e per la decarbonizzazione delle produzioni, dell’Accordo di programma. In ballo ci sono circa 860 milioni ancora da spendere. Il 30% dei quali legati a progetti finanziati col PNRR, che hanno scadenze molto ravvicinate.
“Dare le gambe al piano industriale AST significa mettere l’azienda nelle condizioni di operare con standard elevati e competitività in un quadro nazionale e globale in forte evoluzione – conclude Cardinali -. Basti guardare a ciò che accade a Taranto e Piombino, dove ci sono procedure aperte per investitori che potrebbero riconvertire quelle acciaierie con forni elettrici. Entrando quindi nei mercati attualmente presidiati dal gruppo Arvedi e da AST. È di estrema importanza che il piano industriale e gli investimenti ad esso collegati vengano realizzati“.
Intanto il Sole 24 Ore, nell’edizione di oggi, ha anticipato che proprio Arvedi (che avrebbe dovuto allearsi con gli ucraini di Metinvest) non sarebbe nella short list delle aziende interessate all’ex Ilva di Taranto. Il gruppo cremonese, infatti, si sarebbe chiamato fuori insieme agli ucraini e a Nippon Steel.