In una notte come tante a Gubbio, lungo via Baldassini, una figura solitaria giaceva sotto il precario riparo gli Arconi di Piazza Grande: un sacco a pelo logoro steso su una pedana di legno e un uomo privo di dimora, immerso nel sonno. Quella scena ha catturato l’attenzione di Carlotta Colaiacovo, assessore del Comune di Gubbio, che passando di lì non ha potuto ignorare il disagio evidente dell’uomo. Da quel momento è iniziata una storia che, grazie all’intervento del sindaco Vittorio Fiorucci e del team dei servizi sociali, ha trovato un epilogo umano e compassionevole, ricordandoci una delle massime più potenti del Vangelo secondo Matteo: “Ero forestiero e mi avete ospitato.” (Mt. 25,35).

Era una sera fredda ma tranquilla a Gubbio, con via Baldassini semideserta a quell’ora di sera. Carlotta Colaiacovo, attraversando il centro storico, aveva notato un uomo che dormiva all’aperto, accovacciato in un angolo su una pedana di legno davanti agli Arconi del Palazzo dei Consoli. Quell’uomo, con un sacco a pelo come unico riparo, sembrava perso, estraneo alla città, come un pellegrino senza una meta.

Il cuore della giovane donna non è rimasto indifferente a quella scena. Ha allertato subito i servizi sociali del Comune, consapevole che la condizione di disagio in cui versava quell’uomo non poteva essere ignorata. Così la macchina della solidarietà si è messa in moto. Mentre le operatrici dei servizi sociali si dirigevano verso il luogo segnalato, l’assessore ha chiamato il sindaco Vittorio Fiorucci, che si era già coricato ma che non ha esitato a intervenire di persona.

L’uomo privo di dimora ha raccontato al sindaco di essere stato travolto dalle circostanze

Poco dopo, il sindaco Fiorucci è giunto in auto in via Baldassini, accompagnato dalle sue collaboratrici, avvicinandosi all’uomo, ancora addormentato e raggomitolato nel suo sacco a pelo. Dopo averlo svegliato con delicatezza, l’uomo, con gli occhi assonnati, ha spiegato brevemente la sua situazione: era un pellegrino, proveniente da Milano, e si trovava in difficoltà, senza un luogo dove poter trascorrere la notte.

Pur senza rivelare molti dettagli, l’uomo ha fatto capire di essere stato travolto da circostanze che lo avevano portato lì, a Gubbio, senza più un tetto sopra la testa. Il sindaco Fiorucci, accertatosi che fosse in buone condizioni fisiche, ha deciso di non lasciarlo solo. Non si è limitato a una semplice assistenza burocratica, ma ha fatto qualcosa di più personale e significativo: ha invitato l’uomo a seguirlo e lo ha accompagnato direttamente in un albergo, dove avrebbe potuto passare la notte al caldo.

Il sindaco ha offerto un gesto di umanità semplice ma potente, che andava oltre il dovere istituzionale. Ha fatto salire il pellegrino sulla sua auto e lo ha condotto personalmente in un albergo vicino a Piazza Grande. Lì, l’uomo ha trovato un letto caldo e un luogo sicuro dove riposare fino al mattino. Dopo giorni di difficoltà, quel pellegrino milanese trovava finalmente un rifugio temporaneo, un posto dove sentirsi protetto almeno per una notte.

Il mattino seguente, l’uomo privo di dimora ha potuto rifocillarsi con una colazione calda e, rinvigorito dall’accoglienza ricevuta, riprendere il suo cammino. Il gesto del sindaco Fiorucci non solo gli ha offerto un riparo momentaneo, ma gli ha restituito una parte di quella dignità che la vita gli aveva temporaneamente sottratto.

Il valore dell’ospitalità ispirato dal passo del Vangelo secondo Matteo

L’episodio avvenuto a Gubbio ricorda una delle massime più belle e significative del Vangelo secondo Matteo: “Ero forestiero e mi avete ospitato.” Queste parole, tratte dal discorso finale di Gesù, parlano di accoglienza e compassione verso il prossimo, specialmente verso chi è vulnerabile e in difficoltà. Il pellegrino milanese trovato sotto gli Arconi rappresenta simbolicamente tutti coloro che, in un modo o nell’altro, si trovano in situazioni di estrema precarietà.

L’accoglienza non è solo un gesto di ospitalità fisica, ma un atto che riconosce l’umanità dell’altro, offrendo sostegno e comprensione. In una società che spesso dimentica chi si trova ai margini, l’intervento del sindaco Fiorucci si inserisce quale esempio di come le istituzioni possano e debbano farsi carico non solo delle questioni amministrative, ma anche dei bisogni umani più immediati.

L’episodio mette in luce anche l’importanza dei servizi sociali e delle istituzioni locali nel prendersi cura delle persone più fragili. Grazie all’intervento tempestivo delle operatrici sociali e del sindaco, un uomo che avrebbe potuto trascorrere la notte all’addiaccio è stato invece accolto e protetto.

Questo gesto, pur nella sua semplicità, riflette un modello di governance compassionevole, dove chi riveste ruoli di potere e responsabilità non dimentica il lato umano del proprio lavoro. Il sindaco Fiorucci, intervenendo personalmente, ha mostrato che il ruolo del primo cittadino non si limita all’amministrazione della città, ma include anche la capacità di essere vicini alle persone, soprattutto quando queste si trovano in difficoltà.