Qualcosa di inaspettato deve essere accaduto nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorso, tanto da aver convinto la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei a recarsi a Gubbio e diventare santubaldara. Infatti la Tesei canta e balla con i ceraioli. Non credo tuttavia nell’intervento di Sant’Ubaldo, da quando cinque secoli fa apparve a Fortebraccio da Montone del quale scacciò le soldataglie da Gubbio.  

Chi ha invitato a Gubbio la Tesei?

È probabile che l’altra notte non vi sia stato alcun intervento dal Cielo ma più semplicemente una telefonata d’invito da parte di qualche notabile che siede a Roma. Uno di quelli a cui non si può dire di no. Ed eccola qua la Presidente, in campagna elettorale per le regionali, ricordarsi inopinatamente di Gubbio e improvvisarsi addirittura santubaldara, cantando e ballando dopo aver pranzato con i ceraioli del Cero omonimo.

Quando a Gubbio comandava il Politburo

Certo, Gubbio è un buon bacino di voti e non ce se ne può dimenticare, quando serve. E adesso serve, e come. D’altronde è sempre stato così dai tempi del PCI quando sguinzagliava  a Gubbio gli agit-prop a rastrellare voti sicuri.

Che poi l’intera area dell’eugubino rimanesse preda della depressione economica, poco o nulla importava al Politburo perugino.

Cambiati i tempi, cambiati i regimi, crollati i muri, sembra che tuttavia la mentalità sia rimasta la stessa. Quella del Politburo, appunto. Ci si ricorda di Gubbio solo alla vigilia di elezioni regionali che appaiono problematiche e assolutamente non scontate per il futuro politico della Tesei.

Tema Tesei: Gubbio alla svolta storica

Tuttavia Gubbio è cambiata in questi ultimi anni, la gente ha maturato un’opinione autonoma sulla politica e non è più disposta a votare chiunque gli venga indicato dall’alto. L’epoca delle ideologie è tramontata da un pezzo, tranne per qualche vecchio rottame che incrocia stancamente alla deriva.

Viene perciò da chiedersi se la presenza della Tesei alla festa dei Ceraioli di Sant’Ubaldo sia stata opportuna e se non puzzi lontano un miglio di trovata elettorale.

Tesei presenzia l’investitura del Capodieci di Brocca

Si celebrava l’investitura del Capodieci di Brocca di Sant’Ubaldo, un’occasione di festa per i ceraioli. Ci domandiamo perciò se sia stata lecita l’irruzione della politica in una tradizione pluricentenaria qual è la Festa dei Ceri di Gubbio. Viene perciò logico pensare che la Presidente non sia venuta a Gubbio sua sponte solo per cantare e ballare con i cerioli ma invitata a recersi a Gubbio da istanze superiori. Questo appare evidente. Nessun politico, specie in vista delle elezioni, solleva le terga dalla poltrona solo per sport. Se lo fa, deve convenirgli.

La tradizione dei Ceri di Gubbio preda della politica?

Ma qui si calpestano le sabbie mobili. E le sabbie mobili sono costituite dalla nostra Tradizione che non può essere violata da speculazioni elettorali di sorta.

Può starci che un esponente politico si rechi a Gubbio il 15 maggio ad assistere alla Festa dei Ceri come invitato ma non è ammissibile che irrompa in una festa riservata ai ceraioli. A fare cosa? E con quale intento se non quello della speculazione elettorale?

Certo, il nostro è un paese libero e ognuno si muove dove e quando vuole ma chi ricopre un incarico istituzionale deve fare attenzione a come agisce perché ogni azione pubblica ha un significato preciso. Che può essere anche facilmente equivocato.

Ormai è certo, la Tesei è santubaldara

Ci troviamo in una situazione in cui si assiste alla svendita della Festa dei Ceri alla politica, che non sarebbe più la Festa degli Eugubini. Che credibilità potrebbe poi avere un rappresentante politico che faccia uso di qualsiasi espediente per accattonare voti da qualsiasi parte essi provengano?

Gubbio è una città in piena emergenza

Viene a Gubbio a divertirsi, a bere e a cantare, intonando cori goliardici ma dimentica che nel frattempo a Gubbio l’emergenza è al massimo. Serve un programma politico che sappia coinvolgere tutti i cittadini perché la comunità è in una situazione di totale abbandono da parte delle istituzioni.

È necessario lavorare per i giovani perché non siano costretti a emigrare per assicurarsi un futuro. E saper parlare a tutti i cittadini che hanno il diritto di veder risorgere la propria città dopo i decenni di abbandono nei quali è stata trattata come un utile serbatoio di voti.

Tutto questo, una volta per tutte, mettendo da parte le opinioni politiche personali.

Le scaltre manovre della Tesei dovrebbero insegnarci a diffidare di quei politici che operano solo per il potere personale o per poteri comunque estranei alla nostra comunità.