07 May, 2025 - 12:05

Una lettera aperta della C.P.O. per difendere il diritto alla salute delle donne

Una lettera aperta della C.P.O. per difendere il diritto alla salute delle donne

Con una lettera aperta alla cittadinanza, firmata dalla Presidente Cecilia Passeri, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Gubbio ha voluto accendere i riflettori su un tema tanto delicato quanto urgente: il progressivo depotenziamento del Servizio Consultoriale Alto Chiascio, che da oltre quarant’anni rappresenta un punto di riferimento per la salute sessuale e riproduttiva delle donne del territorio.

Nel Programma 2025, la Commissione ha ribadito il proprio impegno nel collaborare con i servizi della U.S.L. Umbria1, con particolare attenzione al monitoraggio del funzionamento dei consultori locali. Tuttavia, si evidenzia una condizione che definire critica è un eufemismo.

Un servizio ridotto all’osso

Già dalla fine del 2023 il Consultorio ha subito una pesante penalizzazione per la mancanza del ginecologo a tempo pieno”, denuncia la Commissione.

La normativa vigente, infatti, prevede la presenza stabile di un ginecologo per almeno 32 ore settimanali suddivise tra Gubbio (18 ore) e Gualdo Tadino (14 ore). Tuttavia, attualmente il servizio è ridotto a soli due accessi mensili, per un totale di circa 16 ore al mese, garantite da una ginecologa in pensione con contratto libero professionale.

Una situazione che la Commissione definisce “insostenibile” e che non solo mette a rischio la salute delle donne, ma compromette anche il sistema di assistenza territoriale, costringendo l’ospedale a farsi carico di casi che “sarebbero risolvibili a livello consultoriale”.

Cosa devono garantire i consultori

I consultori familiari, istituiti dalla legge 405 del 1975, sono chiamati a offrire un servizio pubblico e gratuito a favore della salute della donna, della coppia e della famiglia. In particolare, il Consultorio dell’Alto Chiascio dovrebbe poter assicurare:

  • Assistenza nel percorso nascita e durante tutta la gravidanza

  • Consulenze su contraccezione consapevole, per maternità e paternità responsabili

  • Prevenzione e diagnosi precoce dei tumori femminili (pap test, HPV test)

  • Counseling e assistenza nell’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)

  • Supporto psicologico e affettivo agli adolescenti, con incontri anche nelle scuole

  • Consulenza in menopausa, visite ginecologiche ed ecografie

“La tutela della salute femminile non può essere un privilegio, ma un diritto garantito dallo Stato e dai suoi presidi territoriali”, afferma con decisione la Commissione.

Una rete spezzata da ricostruire

Nonostante il prezioso impegno delle ostetriche, che “brillantemente continuano la loro attività”, la mancanza di un ginecologo strutturato impedisce il funzionamento regolare e completo dell’équipe consultoriale. La Commissione sottolinea che questa situazione contraddice anche quanto previsto dal D.M. 77/2022, che definisce i consultori come:

“Strutture a libero accesso e gratuite, deputate alla protezione, prevenzione, promozione della salute e cura rivolta alla donna in tutto il suo ciclo di vita”.

Il decreto stabilisce inoltre che ci sia un consultorio ogni 20.000 abitanti, con possibilità di uno ogni 10.000 nelle aree interne e rurali”.

Una dotazione organica da realizzare subito

La Delibera n. 1408 del 25 settembre 2024 dell’USL Umbria1 riconosce formalmente la necessità di un ginecologo a tempo pieno per il Distretto Alto Chiascio, riprendendo proprio lo standard delle 32 ore settimanali. Tuttavia, si tratta al momento solo di “linee di indirizzo”, non ancora tradotte in atti concreti.

Per questo motivo, la Commissione si rivolge direttamente al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria, sollecitando un intervento urgente.

“Chiediamo che venga sanata al più presto una situazione incresciosa che penalizza centinaia di donne e famiglie. La salute non può aspettare”.

Consultorio di Gubbio: il più penalizzato dell’Azienda

Uno degli aspetti più allarmanti messi in luce nella lettera è il confronto con gli altri consultori dell’Azienda USL1: tutti gli altri cinque presìdi dispongono di uno o più medici ginecologi e di orari congrui al rispetto della legge.

Nel frattempo, il Consultorio Alto Chiascio, pur dotato di strumenti all’avanguardia come un ecografo 4D di ultima generazione, rischia il sottoutilizzo per mancanza del medico specialistico. Una contraddizione intollerabile per una sanità pubblica che voglia definirsi equa.

Non si tratta di un problema recente. La precedente Commissione aveva già sollevato l’allarme nel 2024, e diverse forze politiche e cittadini hanno espresso preoccupazione anche tramite la stampa. Tuttavia, il problema è rimasto irrisolto.

“Il fatto che si stia tentando di sopperire con modalità alternative è apprezzabile, ma non risolutivo”, ribadisce la Commissione. Un servizio essenziale non può basarsi sulla disponibilità temporanea di personale in pensione.

I consultori, ricorda la Commissione, sono presìdi fondamentali per l’equità territoriale e sociale. Offrono accessibilità, ascolto e orientamento, soprattutto a chi vive situazioni di vulnerabilità o disorientamento. Sono spesso il primo luogo in cui emergono disagi, violenze, fragilità.

“Difendere i consultori significa difendere il diritto delle donne alla cura, alla prevenzione e alla dignità”, si legge nella conclusione della lettera.

Una richiesta semplice, ma non negoziabile

La Commissione Pari Opportunità del Comune di Gubbio chiede, in definitiva, che sia garantita con urgenza la figura del ginecologo strutturato per 32 ore settimanali, come previsto da normativa e deliberato dalla stessa Azienda Sanitaria.

Non si tratta di un lusso, ma di un diritto essenziale.

Non si tratta di una polemica, ma di una richiesta di giustizia.

Non si tratta di una battaglia di categoria, ma della tutela concreta della salute e della dignità delle donne del territorio.

“Ogni giorno che passa senza una risposta strutturata, è un giorno perso per la salute pubblica.

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Mario Farneti
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