Sellano ha vinto la sua scommessa sul rilancio turistico grazie alla realizzazione del ponte tibetano, che unisce il borgo alla frazione di Montesanto. Finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) con oltre un milione e mezzo di euro, l’opera ha celebrato il suo primo anno di attività con numeri sorprendenti.
Durante il convegno, svoltosi il 22 marzo, il sindaco di Sellano, Attilio Gubbiotti, ha tracciato un primo bilancio della realizzazione del ponte. “Ci siamo sentiti dire che era un’idea folle quella del ponte – ha dichiarato Gubbiotti – un ponte pensato, progettato e costruito in 18 mesi; invece i numeri ci hanno dato ragione. Sono transitati 100mila visitatori da Sellano ma non solo, abbiamo coinvolto la Valle del Menotre, lo Spoletino e tutta la Valnerina”. Questi numeri testimoniano il successo dell’iniziativa: 56.000 ingressi registrati sul ponte e 100.000 presenze sul territorio in soli 12 mesi.
Questo afflusso turistico ha generato numerosi benefici collaterali, tra cui l’apertura di nuove attività commerciali e un rinnovato interesse per il territorio. Inoltre, Sellano ha assistito al ritorno di molti giovani, attratti dalle nuove opportunità offerte dal ponte e dal rilancio delle attività turistiche. Tuttavia, questa crescita ha portato anche a un incremento dei prezzi immobiliari, un aspetto che potrebbe scoraggiare eventuali investimenti in nuove attività.
Il sindaco Gubbiotti ha evidenziato che sono in fase di elaborazione strategie mirate per mantenere la sostenibilità del boom turistico e arricchire ulteriormente l’offerta, puntando su attività outdoor, con particolare attenzione al cicloturismo, che sembra essere uno degli ambiti con maggiore potenziale di crescita.
Il sindaco Gubbiotti ha ribadito che, pur non temendo il fenomeno dell’overtourism, l’obiettivo dell’amministrazione è concentrarsi sulla qualità dell’offerta turistica. “Non abbiamo l’ansia da overtourism – ha dichiarato Gubbiotti – ora dobbiamo occuparci della qualità dell’offerta e lavorare sulla specializzazione”. Un elemento chiave per attrarre un pubblico sempre più selezionato sarà l’utilizzo di testimonial d’eccezione. Gubbiotti ha infatti annunciato l’intenzione di coinvolgere Vittorio Brumotti, noto sportivo e amante della natura e degli animali, come ambasciatore del territorio.
Il destination manager di Visit Sellano, Paolo Borroi, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti. “Nelle migliori delle aspettative – ha dichiarato – avevamo ipotizzato 30.000 passaggi in un anno sul ponte. Il dato aggiornato al 20 marzo è di 56.000 paganti, quindi siamo felicissimi”. Pur celebrando un successo ben oltre le previsioni, Borroi ha sottolineato l’importanza di adottare una visione strategica a lungo termine.
“Per ora è un turismo ‘mordi e fuggi’, ma avevamo calcolato anche questo”, ha aggiunto, evidenziando la necessità di ampliare e diversificare l’offerta turistica per incentivare i visitatori a prolungare il loro soggiorno e favorire una maggiore fidelizzazione.
Il successo del Ponte Tibetano non è soltanto il risultato di un'idea coraggiosa e innovativa, ma anche di un lavoro collettivo che ha visto il coinvolgimento di vari attori istituzionali. La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha sottolineato come il progetto rappresenti un esempio di investimento non solo nella promozione turistica, ma anche nell’ambito delle infrastrutture digitali. “Per quanto riguarda il nostro investimento – ha precisato Proietti – sarà non solo in promozione turistica, ma anche nel cercare di collegare sempre più e sempre meglio i nostri territori dal punto di vista digitale”.
Il ponte tibetano di Sellano non è solo un’attrazione turistica, ma un autentico motore di sviluppo per l’intera Valnerina, capace di restituire vitalità a un territorio segnato da eventi sismici e dal progressivo spopolamento. Se il bilancio del primo anno è estremamente positivo, i segnali che emergono dal territorio appaiono ancor più promettenti.
L'investimento nel turismo sostenibile, attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, si configura come un modello replicabile in altre aree dell’Umbria e dell’Italia centrale, dove il settore turistico può rappresentare una leva strategica per il rilancio economico e sociale.