L’associazione UmbriaLeft sostiene la candidatura a presidente della Regione Umbria di Stefania Proietti. E’ quanto dichiara in una nota Stefano Vinti, che reputa l’attuale sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia una “testimone dell’insegnamento di San Francesco e Aldo Capitini, della lotta contro tutte le guerre e per la pace”.
UmbriaLeft sta con Proietti
Per UmbriaLeft, Stefania Proietti “ha dimostrato in questi anni capacità di buon governo ad Assisi e alla presidenza della Provincia di Perugia”. Ed è per questo motivo che l’associazione ne supporta la candidatura alla presidenza dell’Umbria in occasione delle elezioni regionali del prossimo autunno.
E lo fa avanzando “la proposta alle associazioni per la pace, alle liste civiche cittadine e territoriali, ai comitati, ai movimenti, alle forze intellettuali, alle singole personalità, di dare vita a una lista civica progressista e di sinistra plurale, unitaria, e non di sola testimonianza, per dare una nuova speranza di giustizia sociale e progresso economico alla nostra Umbria“.
Così, UmbriaLeft si aggiunge alle forze, politiche e civiche, dell’area di centrosinistra già schieratesi al fianco della sindaca di Assisi quale principale concorrente a Palazzo Donini della governatrice uscente Donatella Tesei. Un campo largo che prende avvio dal “Patto Avanti” (con Partito democratico, Movimento 5 stelle, Sinistra e Verdi, Socialisti e movimenti cattolici civici) e unisce Italia viva e Azione. E’ probabile, tra l’altro, che Proietti abbia anche un listino della Presidente, con personaggi di primo piano della società civile dell’Umbria trainati dal nome della candidata governatrice.
Ad ogni modo, in Umbria la data delle elezioni regionali non risulta ancora fissata: il centrodestra a livello nazionale sembrerebbe deciso a votare a metà novembre, mentre dalla Regione si apprende la volontà di aprire le urne all’inizio di dicembre. Oltre a Proietti e Tesei, corrono per la carica di presidente dell’Umbria: Stefano Bandecchi per Alternativa popolare; Marco Rizzo per Democrazia sovrana popolare; Moreno Pasquinelli per il Fronte del Dissenso; e Roberto Fiore per Forza Nuova.
UmbriaLeft: “L’Umbria è più povera”
L’associazione UmbriaLeft, infatti, evidenzia che “dopo cinque anni di governo dell’Umbria da parte della destra, la nostra regione non ha arrestato un grave declino economico e sociale, che dura da anni. L’Umbria è più povera, il lavoro è sempre più precario. Gravi permangono le difficoltà dell’industria manifatturiera. Si aggravano la crisi demografica e le difficoltà delle zone interne. Permane interrotta la fuga dei giovani altamente istruiti”.
“La guerra, come portato della crisi della globalizzazione capitalistica, è sull’orlo di passare da una guerra mondiale a pezzi, come dice Papa Bergoglio, a una guerra totale, mentre assistiamo inerti alla carneficina di Gaza e all’aggravarsi del conflitto in Ucraina e in Russia – si legge, ancora, nella nota dell’associazione – Siamo entrati in un sistema di guerra che va assolutamente bloccato. Oggi la lotta per la pace è la priorità assoluta“.
Altrettanto importante per UmbriaLeft è “cambiare radicalmente il modello di sviluppo regionale, sempre più fondato sul lavoro povero, sul lavoro nero e su bassi salari. Il lavoro, il diritto al lavoro, resta questione centrale, da affermare per garantire i diritti sociali e i diritti civili nella nostra regione”. “Quindi, pace, lavoro e beni comuni, cioè beni della comunità umbra – ribadisce l’associazione – che devono essere valorizzati ed estesi, resi efficienti ed efficaci, a iniziare dal sistema sanitario regionale pubblico, portato allo sfascio da una politica della destra tesa a sostituirlo con un sistema privato e con le assicurazioni”.
Inoltre, secondo Stefano Vinti “la sanità in Umbria è oggi un’emergenza politica e culturale” e pertanto l’associazione UmbriaLeft ritiene che “occorra una svolta politica, superando anche le vicende storiche del centrosinistra dell’Umbria, con una proposta politica innovatrice, incentrata su politiche per la pace, del lavoro e per la sanità pubblica”.