19 Aug, 2025 - 17:32

Umbria, la rivoluzione dei rifiuti: niente più discariche e inceneritori

Umbria, la rivoluzione dei rifiuti: niente più discariche e inceneritori

La Regione Umbria punta a diventare la prima in Italia a chiudere il ciclo dei rifiuti senza ricorrere né a discariche né a inceneritori. L’ambizioso obiettivo è stato annunciato dall’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca, che ha delineato tre priorità: non ampliare le discariche esistenti, non costruire inceneritori e ridurre i costi di gestione dei rifiuti per famiglie e imprese.

Umbria, la svolta di De Luca: niente più discariche né inceneritori

L’assessore De Luca ha evidenziato che l’Umbria vuole voltare pagina sul fronte rifiuti, fissando tre obiettivi chiave e impegnandosi a raggiungerli già nei prossimi anni. Il primo è evitare qualsiasi ampliamento delle discariche. In secondo luogo, stop all’incenerimento, una scelta in linea con l’indirizzo già espresso dall’Assemblea legislativa. Lo scorso febbraio, infatti, il Consiglio regionale ha bocciato una mozione a favore di un inceneritore.

A suo dire, non è più tempo di rinvii: le vecchie soluzioni, rinviate alle calende greche da decenni, hanno logorato la fiducia dei cittadini. Ora la Regione intende prendere in mano il dossier rifiuti e scrivere una pagina nuova, senza ambiguità e senza compromessi con il passato.

Raccolta differenziata in Umbria: i numeri e le sfide del 2025

De Luca ha ricordato che la regione ha già un tasso di riciclaggio del 68% e punta al 75%, mentre i rifiuti residui ammontano a circa 80 mila tonnellate l’anno, troppo pochi per giustificare impianti di incenerimento da 400 mila tonnellate. Questo approccio segna una netta discontinuità con il passato, puntando a ridurre i costi e massimizzare il recupero dei materiali.

Secondo i dati di Arpa Umbria, la produzione pro capite di rifiuti urbani si attesta attorno ai 520 chili l’anno, con valori leggermente superiori nelle aree urbane e più contenuti nei piccoli comuni montani. Le discariche umbre hanno capacità limitata e mostrano i segni di una stagione ormai conclusa. Non a caso, la spinta alla differenziata è stata cavalcata con forza dalle amministrazioni locali, spesso con risultati disomogenei tra i territori.

Waste-to-Hydrogen in Umbria: come funziona la nuova tecnologia

Uno dei pilastri innovativi è la tecnologia Waste-to-Hydrogen (WtH2), che trasforma la frazione non riciclabile dei rifiuti in idrogeno, gas industriali e sabbia circolare da impiegare nell’edilizia e nei cementifici. In questo modo anche ciò che oggi finirebbe in discarica viene recuperato.

Il modello richiamato è quello veneto, dove il trattamento meccanico biologico a freddo ha già mostrato risultati concreti. In Umbria la sfida è replicare e adattare quel sistema, evitando i rischi di scelte calate dall’alto e costruendo invece un percorso condiviso. Perché la chiusura del ciclo non resti uno slogan, ma diventi pratica quotidiana e industria vera.

Delibera 831: accordo con Auri e Università di Perugia per il WtH2

La Delibera di Giunta n. 831 del 13 agosto 2025 è stata lanciata come segnale politico forte. Ha aperto lo studio di fattibilità con AURI e acceso la collaborazione con l’Università di Perugia. Una mossa che cavalca l’onda dell’innovazione, con lo scopo di sviluppare ricerca e impianti per l’idrogeno. La Regione imbocca così la strada che archivia inceneritori e discariche, senza rinviare alle calende greche il cambiamento promesso.

Il documento approvato non si limita alle intenzioni: traccia un calendario operativo che prevede nei prossimi mesi un tavolo tecnico con enti locali, associazioni ambientaliste e aziende del settore. L’idea è costruire un consenso largo e consolidare una filiera industriale che possa attrarre investimenti e creare nuova occupazione sul territorio.

Economia dell’idrogeno in Umbria: opportunità per famiglie e imprese

La produzione di idrogeno dai rifiuti può ridurre i costi per cittadini e imprese, sostenere la transizione energetica e aprire nuove opportunità occupazionali. De Luca parla di un “passaggio epocale” dall’economia dello smaltimento a quella circolare e dell’idrogeno, con benefici ambientali ed economici per l’intera regione.

Gli scenari aperti sono molteplici: dall’uso dell’idrogeno nei trasporti pubblici, con autobus e treni a emissioni zero, fino alla sua applicazione nelle industrie energivore. Un progetto che si intreccia con le strategie nazionali di decarbonizzazione e con il Green Deal europeo. Per le famiglie umbre potrebbe significare, nel medio periodo, bollette più leggere e servizi più efficienti.

Le imprese locali, dal manifatturiero all’edilizia, guardano con interesse alla prospettiva di una sabbia circolare da riutilizzare nei cantieri e di gas industriali ricavati dai rifiuti. Non più scarti, ma materia prima che rientra nei processi produttivi. Una filiera che, se ben gestita, può diventare un motore di sviluppo e di innovazione.

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Francesca Secci
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