L’argomento sanità, sempreverde quando si parla di amministrazioni regionali, sta diventando sempre più cogente con l’avvicinarsi alle elezioni regionali dell’Umbria. Non sono mancate le critiche all’amministrazione attuale durante i cinque anni di mandato e non mancano nemmeno ora, nonostante gli sforzi ingenti da parte della giunta Tesei che pure sta inanellando una serie di risultati sul suo finale di mandato. Ad alimentare la polemica, proprio in queste ore, sono le sigle sindacali. In particolar modo le categorie Uil Pensionati e Uil Fpl che hanno fatto, per mezzo stampa, un duro intervento nel quale vengono lamentate le criticità del comparto e richiesti interventi strutturali.
Sanità in Umbria: l’attacco della Uil
Uil, nelle categorie Pensionati e Flip, interviene per fare un punto quando siamo ormai prossimi alle elezioni regionali dell’Umbria. In una nota scrivono che: “Servono interventi strutturali che ridisegnino una sanità integrata, ospedali e territorio, con tutte le strutture pubbliche e accessibili a tutti. Non bastano pannicelli caldi che possono assumere un vago sapore elettorale. Guardando nel merito della vicenda delle liste d’attesa, c’è il calo con il coinvolgimento dei privati e lo stanziamento straordinario di 10 milioni di euro. Accogliamo con favore la riduzione delle attese dei cittadini, ma non possiamo che rinnovare la richiesta di interventi strutturali di potenziamento della sanità pubblica, per invertire definitivamente un trend che ha messo in difficoltà troppi cittadini”.
“Un sindacato – si legge – deve essere protagonista del proprio tempo, chiamato a incidere nelle scelte e nelle azioni per sostenere i lavoratori e i cittadini, rifuggendo giochi di potere o elettorali. Per questo non possiamo non sottolineare quanto avvenuto in questi anni, con la mancanza di concertazione delle scelte con il sindacato, se non altro per rendere ben chiara e spiegare in atti ufficiali la contrarietà della UIL allo spostamento di 90 posti letto dal pubblico verso il privato, con un costo stimato di diversi milioni di euro, cosa che avrebbe comportato anche la necessità per la giunta di spiegare nel dettaglio l’utilità per la collettività di scelte come questa”.
Lo spauracchio del privato e le criticità
Tra le accuse mosse all’amministrazione regionale c’è quella di uno svuotamento della sanità pubblica in favore di quella privata. In questo senso: “Leggiamo infatti dell’accordo sottoscritto con una serie di associazioni private sull’assistenza domiciliare, che sposta ben 41 milioni di euro da qui al 2027 verso la sanità privata. Un fatto eclatante, verso il quale esprimiamo non poche perplessità. Leggiamo anche di nomine di Direttori sanitari a raffica nelle aziende ospedaliere; di nuovi impegni e nuovi direttori per l’ospedale di Spoleto; leggiamo di risorse importanti messe a disposizione per il nuovo ospedale di Terni e quello di Narni – Amelia; leggiamo di case della comunità pronte già sui blocchi di partenza (solo quella di Amelia è in uno stato embrionale)”.
E ancora: “Leggiamo della volontà di riportare un pronto soccorso a Narni; parallelamente assistiamo allo svuotamento di competenze dall’ospedale di Spoleto verso quello di Foligno, che produrrà un duplice effetto: un ospedale depotenziato (Spoleto) ed uno, quello di Foligno, strutturato per circa 70 mila cittadini che ora ne dovrà servire 150.000, con i disagi che leggiamo quotidianamente, nonostante lo stoico sforzo del personale. Il risultato di questa scelta infatti porterà più letti nelle corsie e il raddoppio dei tempi di attesa per cure e necessità impellenti”.
La richiesta di Uil Umbria sulla sanità
Uil chiede alla Regione una serie di interventi strutturali e non – come testualmente scritto sul comunicato – “pannicelli caldi”. La chiosa della sigla sindacala, infatti, è stata: “Oggi a chi ci governa, e a chi lo farà dopo le elezioni, chiediamo non misure temporanee ma misure strutturali come l’assunzione di personale, che passi attraverso una progressiva eliminazione del tetto di spesa, ed un’organizzazione adeguata alle esigenze dei cittadini per una maggiore attenzione verso le persone. Non si può mettere la salute nelle mani di chi punta solo al profitto”.