Ennesimo caso di truffa in Umbria, questa volta ai danni di un’azienda edile. Quasi tre milioni di euro stavano per finire nelle tasche di qualcun altro se non fosse stato per il tempestivo intervento delle forze dell’ordine. La Polizia postale di Perugia ha sventato il tentativo di un hacker di sottrarre i crediti fiscali di un’azienda edile della provincia di Perugia.
Truffa ai danni di un’azienda edile: cosa è successo
I poliziotti della Postale di Perugia hanno spiegato che il titolare dell’azienda edile perugina era entrato nel “cassetto fiscale” dell’Agenzia delle Entrate, per poi accorgersi improvvisamente che i 2,8 milioni di euro di crediti fiscali della propria attività erano in fase di cessione. L’imprenditore avrebbe provato più volte a bloccare la procedura, ma in pochi secondi “i crediti dell’azienda sono stati completamente trasferiti a favore di un soggetto sconosciuto – così la postale ha ricostruito la vicenda – che, mediante l’accesso abusivo al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate, ha illecitamente disposto molteplici cessioni dei crediti fiscali – acquisiti dalla ditta a seguito di lavori edili eseguiti con la modalità “sconto in fattura” – per un importo totale di 2.807.728 euro“.
Ecco quindi che l’imprenditore avrebbe denunciato tutto alla polizia. La postale di Perugia e la direzione centrale dell’Agenzia delle Entrate hanno, di conseguenza, subito provveduto a bloccare i crediti e hanno riaccreditato i quasi tre milioni di euro nel “cassetto fiscale” della ditta. Le indagini, comunque, sono in continua evoluzione.
Non è l’unica truffa di oggi in Umbria
Sempre a Perugia, due uomini sono finiti sotto processo per truffa in relazione alla percezione del reddito di cittadinanza. Secondo gli inquirenti, essi avrebbero incassato il reddito di cittadinaza, pur essendo titolari di attività commerciali, avendo vincite non dichiarate per un valore di oltre 94mila euro e possedendo perfino una barca ormeggiata in un porto sull’Adriatico.
I due uomini, difesi dall’avvocato Alessio Mazzoli, sono, pertanto, accusati di aver violato le norme “al fine di ottenere indebitamente il beneficio” del reddito di cittadinanza senza dichiarare beni mobili e immobili posseduti attraverso una attestazione sostituiva unica per il calcolo dell’Isee con “dichiarazioni false e attestanti cose non vere”.
Nella fattispecie, la Procura di Perugia ha innanzitutto contestato ai due truffatori di aver nascosto la proprietà di un immobile, censito nel catasto del Comune di Perugia, quale “un’imbarcazione da diporto denominata … battente bandiera inglese” che di fatto esclude, per legge, la possibilità di ottenere il beneficio.
Gli agenti di polizia hanno, inoltre, contestato ai due uomini sotto accusa di essere titolari di una società agricola cui avevano conferito terreni e immobili, e pure di avere “attestato falsamente lo stato di disoccupazione di alcuni componenti del nucleo familiare”. Ciò sarebbe accaduto tramite assunti incarichi direttivi nelle società di famiglia o come ex lavoratori dell’azienda agricola sempre di intestazione al gruppo familiare.
Non è tutto. Secondo l’accusa, tra i beni nascosti dai due uomini ai fini dell’ottenimento del beneficio, figurerebbero un’osteria, un agriturismo e i proventi di un gruppo folkloristico che si esibisce a pagamento.
Truffe da reddito di cittadinanza
Nel corso del bilancio di fine anno della guardia di finanza, divulgato a dicembre 2023, sono emersi importanti e allarmanti risultati nell’ambito della lotta alla truffa in Umbria nel contesto delle prestazioni sociali.
I finanzieri hanno, infatti ,riscontrato la percezione indebita di un milione e mezzo di euro di reddito di cittadinanza. Su 200 interventi le fiamme gialle hanno rilevato 164 irregolarità e hanno denunciato 106 persone.
Non in regola, scendendo nel dettaglio, sono risultati 75 italiani e 120 stranieri, principalmente rumeni, marocchini, nigeriani, albanesi. I militari hanno anche notificato 300 mila euro richiesti e non ancora percepiti.