18 Mar, 2025 - 17:19

Tempo pieno nelle scuole: Umbria ultima in Italia ma si lavora per migliorare

Tempo pieno nelle scuole: Umbria ultima in Italia ma si lavora per migliorare

Chiunque abbia uno o più figli lo sa bene: conciliare i tempi e gli impegni della famiglia con quelli del lavoro è una gran fatica. E se le scuole non vengono incontro ai genitori, diventa un gioco funambolico di incastri che è molto difficile da gestire. Le misure di sostegno alla genitorialità passano infatti in buona parte anche per la disponibilità degli istituti di istruzione, dai nidi alle scuole superiori. L'Umbria purtroppo fa male perché è l'ultima regione italiana per tempo pieno nelle scuole primarie. Un bel guaio che pesa, troppo, sulle spalle di genitori.

Tempo pieno nelle scuole: la (brutta) situazione dell'Umbria

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2025/2026 solo il 39% degli istituti umbri offrirà il tempo pieno, un dato ben al di sotto della media nazionale del 51,2% e distante dai livelli di regioni come il Lazio (70,8%), l’Emilia-Romagna (65,1%) e il Piemonte (64,1%). Anche la Basilicata e le Marche superano ampiamente questa soglia.

L’Umbria occupa l'ultima posizione e non è un bel primato. Per colmare il divario, notevole, la Regione ha avviato tavoli di lavoro con dirigenti scolastici, Comuni e sindacati, con gli obiettivi di ampliare l’offerta e a rendere il servizio realmente accessibile ma si dovrà lavorare sul lungo periodo perché qualcosa, finalmente, migliori.

Barcaioli: "Le difficoltà non mancano ma la macchina è in moto"

Stiamo intervenendo per portare l’Umbria al livello delle migliori regioni - ha spiegato in proposito l’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli -. Le difficoltà non mancano, ma la macchina è in moto. Abbiamo già avviato tavoli operativi con le zone sociali per mappare le necessità reali e individuare le aree prioritarie di intervento - prosegue Barcaioli. Stiamo lavorando con i Comuni per reperire fondi e rendere il servizio sostenibile ovunque, anche nei piccoli centri. Il tempo pieno non può essere un lusso per pochi, deve diventare una scelta accessibile per tutti”.

Non possiamo aspettare oltre - ha detto ancora l’assessore -. Stiamo lavorando affinché, entro il 2026, il tempo pieno in Umbria non sia più un’eccezione, ma una possibilità concreta per chi lo sceglie”.

L'Umbria tra denatalità e servizi carenti

Adottare un prolungamento degli orari nelle scuole è una questione importante per tutte le famiglie con figli. Il quadro regionale al momento mostra come la dentalità sia in crescita costante da almeno un decennio.

In base all'ultimo rapporto statistico sulla popolazione della regione, al primo gennaio 2024 la popolazione residente era di 854.378 persone, in calo dello 0,2% rispetto all'anno precedente. Nel cuore verde d'Italia se il numero dei decessi si va contraendo, con donne e uomini che diventano più longevi, le nuove nascite invece sono sempre meno. Nel 2023 si è toccato il minimo storico con soltanto 4.758 nuovi nati, il peggior dato di sempre.

Lo spopolamento è allarmante e i flussi migratori verso la regione, anche se mitigano in parte il dato, non riescono a sanarlo. Mettere al mondo un figlio in alcune zone più remote della regione può essere un'impresa quasi eroica che deve fare i conti con la mancanza dei nidi e, in generale, con la lontanaza dei servizi per la prima infanzia. 

Una questione di genere

Un'ingiustizia che è in buona parte anche una questione di genere perché sono ancora le donne che più degli uomini si occupano dei figli e che spesso, dopo la maternità, decidono di non tornare al lavoro. In base all'ultimo rapporto 'Equilibriste' di Save the Children, in Italia una donna su cinque smette di lavorare dopo la nascita del primo figlio, con un'incidenza maggiore al Sud.

Le esigenze di conciliazione tra vita e lavoro sono molto spesso di carattere economico: lo stipendio in alcune parti del Bel Paese non basta per pagare una babysitter o un nido. Fare un figlio per molti sta diventanto un lusso che non ci si riesce a permettere.

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Sara Costanzi
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