27 Mar, 2025 - 20:00

Umbria, tasso di imprenditorialità: si conferma Todi al vertice

Umbria, tasso di imprenditorialità: si conferma Todi al vertice

Todi anche nel 2024, dopo i successi nei due anni precedenti, resta il comune umbro con il più alto tasso di imprenditorialità tra i municipi oltre i 10 mila abitanti, con 14,1 imprese ogni 100 residenti. A seguire si trovano Castiglione del Lago e Bastia Umbra (11,9 imprese ciascuno), poi Orvieto (11,8) e Assisi (11,7).

Todi resta al top ma anche Gualdo Cattaneo tra i comuni più "piccoli"

I dati vengono analizzati dal report della Camera di commercio dell'Umbria, che analizza la densità di aziende rispetto alla popolazione residente nel 2024. "Per Todi - ricorda l'ente camerale - si tratta di una conferma dopo aver primeggiato anche nel 2022 e nel 2023. Dopo la top five, la graduatoria prosegue con Città di Castello (11,2), Gualdo Tadino e Gubbio (11), Marsciano (10,8)". Restano staccati Perugia (10,5), Spoleto e Umbertide (10,4), Terni e Foligno (9,9), Corciano (9,7). Chiudono Narni (9,6), Magione (9,4), Amelia (8,7) e all'ultimo posto c'è San Giustino con appena 7,8 imprese ogni 100 residenti.

Gualdo Cattaneo, invece, mantiene il primato (tra i comuni medi, da 5 mila a 10 mila abitanti), per il terzo anno consecutivo con 14,3 imprese ogni 100 abitanti. Molto vicino nel testa a testa Montefalco con 14,2. La graduatoria viene completata da Torgiano (12,4), Tuoro sul Trasimeno (10,7), Spello (9,5), Nocera Umbra (9,3), Deruta (9,2), Trevi (8,5), Panicale (8,4).

Nei comuni umbri sotto i 5 mila abitanti a svettare sono Monteleone di Spoleto (18,1 imprese ogni 100 residenti), Norcia (15,6), Sant'Anatolia di Narco (15,2), Massa Martana (13,6) e Lisciano Niccone (6,6). In fondo della classifica ci sono Cascia, con solo 6,3 imprese ogni 100 abitanti, preceduta da Porano (6,4), San Gemini (7,0), Allerona (7,3) e Giove (7,7).

Bene Todi, Umbria in calo nel 2024 ma resta tra le più "imprenditoriali"

Nonostante i numeri sopracitati, l'Umbria, a livello regionale, ha registrato nel 2024 un calo del tasso di imprenditorialità, scendendo da 11 a 10,1 imprese ogni 100 residenti. La diminuzione, ossia il calo generale del numero di aziende superiore rispetto alla contrazione della popolazione, riguarda, però, anche i comuni più imprenditoriali.

Todi scende da 14,5 a 14,1, Castiglione del Lago da 12,4 a 11,9, Bastia Umbra da 12,3 a 11,9 e Orvieto da 12,1 a 11,8. Assisi registra una lieve diminuzione, da 11,8 a 11,7. L'Umbria, però, nonostante il calo, mantiene una propensione all'imprenditorialità tra le più alte d'Italia, posizionandosi quinta per densità imprenditoriale rispetto alla popolazione e terza per densità di società di capitale. 

L'area compresa tra Montefalco (14,2 imprese ogni cento abitanti), Todi (14.1) e Spoleto (10.4), il cosiddetto "il triangolo d'oro" dell'imprenditorialità umbra, continua a comandare la classifica. I fattori di successo sono la presenza di Docg (Sagrantino di Montefalco), il turismo enogastronomico di qualità e la rete consolidata di agriturismi.  

Comuni lacustri contrastanti, borghi in difficoltà

La valle che comprende Norcia (15.6), Cascia (6.3) e Preci (11.6) presenta il gap più marcato tra comuni vicini: Norcia gode del brand del tartufo e della norcineria, ma la situazione post-terremoto paga in negativo. Cascia, anche, soffre l'isolamento post-terremoto.

I comuni di lago, al contrario, sono contrastanti: Castiglione del Lago (11.9) e Passignano (9.3) sono in calo, mentre Tuoro (10.7) in ripresa con Magione che, al contempo, delude. Le zone al confine con Lazio e Marche vivono criticità: Città della Pieve (7.2) e Allerona (7.3) soffrono la doppia dipendenza da Orvieto e Chiusi. Gualdo Cattaneo (14.3) rappresenta un'eccezione grazie alla strategica posizione sulla Flaminia.

I borghi storici sono in calo: Bevagna (11.6) e Trevi (11.8) tengono grazie agli eventi. Spello (10.5) e Deruta (10.8) pagano la crisi dell'artigianato. Terni (9.9)-Foligno (9.9)-Narni (9.6) mostra pro e contro dei tre comuni: la resilienza di Terni grazie alla riconversione green, Narni come caso studio di transizione, Foligno sotto le aspettative.

Mencaroni: "Il calo del 2024 è una sfida per l'Umbria"

Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell'Umbria, commenta così la flessione della regione: "Il calo registrato nel 2024 rappresenta una sfida per l'Umbria, una regione da sempre sinonimo di imprenditorialità e dinamismo economico, due leve per affrontare con decisione sul fronte della digitalizzazione e dell'innovazione, incentivando l'ingresso dei giovani nel mondo delle imprese". 

"Sono necessarie politiche coraggiose e interventi mirati, sostenendo concretamente gli imprenditori - conclude il presidente della Camera di commercio dell'Umbria - Un concerto di iniziative e di misure che richiedono una stretta collaborazione tra le Istituzioni e un dialogo costante con le associazioni di categoria, elementi fondamentali per l'animazione e l'articolazione territoriale delle politiche".

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Emanuele Landi
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