Il tema della tassa sui rifiuti, la TARI, è sempre uno dei più caldi. Una patata bollente per le amministrazioni, un peso assai percepito tra i cittadini e le cittadine. Lo è anche in queste ore specialmente alla luce delle tante tornate elettorali che, qua e là, e in 60 comuni dell’Umbria, si andrà al rinnovo di sindaco e consiglio comunale con le elezioni del prossimo 8 e 9 giugno. È in questo quadro che arrivano notizie non positive, purtroppo. Un’altra stangata spetta agli umbri e alle umbre con un altro, ennesimo, aumento in bolletta della tassa sui rifiuti.
Umbria, aumento tassa sui rifiuti
Durante l’ultima Assemblea dell’Autorità Umbra di Rifiuti e Idrico (Auri), è stato confermato un ulteriore aumento delle tariffe dei rifiuti, segnando il quinto rialzo annuale consecutivo, con incrementi previsti tra il 5% e il 9%.
Il peso dell’inflazione
La tendenza era altamente preventivabile. Proprio l’AURI, in un precedente comunicato, spiegava come i meccanismi previsti determinavano un adeguamento inflattivo con un ritardo strutturale di un biennio. In altre parole, come già spiegato anche su queste pagine, sulle tariffe del 2024 e 2025 si erano scaricati i costi dell’inflazione sostenuti dai gestori (le società che operano nel ciclo dei rifiuti dei comuni) nel biennio 2022/2023.
Alla luce di questa situazione, la base costi relativa ai servizi resi aveva determinato un aumento significativo dei Piani Economico Finanziari dei singoli enti locali. Il presidente dell’AURI, Antonino Ruggiano, aveva spiegato come: “In questo contesto l’Autorità ha svolto puntuali operazioni di verifica dei costi rendicontati dai gestori”.
E ancora: “Procedendo in diversi casi al taglio di alcuni di essi in quanto non direttamente attinenti ai costi della gestione delle varie concessioni. Alcune decurtazioni sono state effettuate in accordo con i gestori, mentre altre sono state effettuate d’ufficio, al termine di attente istruttorie interne”.
Le prossime scadenze e le agevolazioni
Le scadenze per i pagamenti delle bollette sono ora le seguenti: 31 maggio (prima rata), 31 luglio (seconda rata); 30 settembre (terza rata), 2 dicembre (quarta rata); oppure è possibile effettuare un pagamento in un’unica soluzione entro il 16 giugno.
Confermata invece la riduzione massima di 35 euro per chi porta i rifiuti nei centri di raccolta nonché le agevolazioni per il cosiddetto «disagio ambientale», cioè per chi vive nei dintorni degli impianti di Ponte Rio, Pietramelina e Borogiglione. Da questo punto di vista sono stati messi sul piatto all’incirca 200 mila euro (20 mila in meno rispetto a un anno fa) con “sconti” dal 30 all’80 per cento a seconda della distanza dall’impianto rispetto alla abitazione.
Aumento rifiuti in Umbria: la situazione a Perugia
Prendiamo, a titolo di esempio, Perugia. Lì, il Piano Economico e Finanziario (PEF) della Gesenu, società partecipata del Comune, che verrà presentato in queste ore in Commissione Bilancio, prevede un aumento della Tari per le famiglie tra il 7% e l’8%. Questo rincaro è il più significativo degli ultimi anni, e segue una tendenza costante di aumento delle tariffe dei rifiuti nonostante la raccolta differenziata non abbia mostrato miglioramenti significativi.
Per quanto riguarda i dati finanziari, il PEF di Gesenu è aumentato da 49 milioni e rotti nel 2023 a 51,7 milioni quest’anno. Secondo le regole stabilite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), è stato programmato un aumento per le prossime due annualità, oltre a una rivalutazione monetaria del 13,7%, basata sui costi del 2022. Questo incremento riflette le tariffe del 2022 e 2023, anni che hanno visto uno dei picchi massimi di inflazione degli ultimi venti anni. L’aumento a Perugia si colloca quindi a metà strada rispetto a questi dati, ma i costi elevati continueranno a essere una sfida per i residenti.