Sabato 25 maggio Terni ha ospitato il primo Transfem Pride nella storia della città. Un evento di grande impatto e risonanza a cui questo sabato, primo giugno, farà seguito Umbria Pride a Perugia per quella che si prospetta come l’edizione più partecipata di sempre, come anticipato dagli organizzatori.

Umbria Pride riunisce in sé la comunità LGBTQIA+ e tutte le persone che ne sostengono le lotte, promettendo di portare “per strada senza paura tutte le soggettività marginalizzate, ridicolizzate e oppresse da un sistema costruito per il benessere solo di chi ne rispetta i canoni” si legge nel manifesto. Il corteo si snoderà per le strade e le piazze del capoluogo; alle 15 è previsto il ritrovo all’Arco Etrusco, da lì si passerà a via Pinturicchio, via XIV Settembre, Tre Archi, Via Marconi, Via Masi e Viale Indipendenza per concludere ai Giardini Carducci con gli interventi dal palco in chiusura.

Scendere in piazza quest’anno è ancora più importante – dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos e portavoce di Umbria Pride – viviamo in un paese dove se una personalità se ne esce con espressioni violente, omofobe e sessiste, invece di ricevere una forte condanna unanime e trasversale viene candidato al parlamento europeo. E questo è solo l’aspetto più evidente dei tanti attacchi che la comunità LGBTQIA+ sta subendo, anche da parte del Governo di Giorgia Meloni”.

Bucaioni ricorda l’importanza delle lotte in relazione alla complessa situazione dal punto di vista dei diritti per la comunità LGBTQIA+ anche su aspetti particolarmente delicati come quello delle famiglie arcobaleno. “Dal tentativo di criminalizzare le famiglie arcobaleno, con il disegno di legge sul reato universale per la GPA (Gestazione Per Altri ndr) alle continue ingerenze sui percorsi di affermazione di genere per le persone trans, fino alla mancata firma alla proposta UE sui diritti LGBTQIA+. Per questo sabato saremo in tantissime in piazza, insieme ad una rete sempre più estesa di alleate che hanno scelto di combattere con noi ingiustizie e vessazioni che purtroppo molte persone ancora subiscono a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere”.

Umbria Pride: è “Guastafeste” il claim dell’edizione 2024

Sono più di 50 le organizzazioni che hanno dato il proprio sostegno a Umbria Pride, sottoscrivendo il manifesto politico dove sono riportate nel dettaglio le numerose rivendicazioni. Si tratta di associazioni studentesche, ambientaliste, di sindacati, associazioni femministe e realtà del sociale, inclusi partiti e movimenti politici che manifesteranno “per chiedere pari diritti e pari dignità per tutte le persone aldilà dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere“.

Il claim di questa edizione, annunciato a metà maggio è Guastafeste quale opposizione a ogni piano prestabilito. “Nel corteo, per le strade, durante il Pride e ogni giorno, a ogni tavola, in ogni gruppo, in tutti gli spazi, in tutte le case e in tutte le relazioni, urleremo più forte che noi siamo guastafeste e che non ci fermerete mai” si legge nel manifesto di Umbria Pride 2024. Guastafeste perché l’autodeterminazione è prioritaria, per “rifiutare quello che è stato scelto acriticamente e violentemente per noi, sovradeterminando i nostri desideri e le nostre esistenze”. Guastafeste per sfidare norme opprimenti, guastafeste perché i diritti non possono essere racchiusi “in un gioco al ribasso“.

Giugno è tradizionalmente il mese del Pride in onore ai moti dello Stonewall Inn del 1969 a New York, considerati simbolicamente come il primo vero Pride della storia. I Pride delle due principali città dell’Umbria, Terni e Perugia hanno individuato date non casuali anticipando le prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. Perché le rivendicazioni della comunità LGBTQIA+ sono necessariamente anche politiche. “Sabato non mancheremo di ricordare che chi si candida a guidare le nostre istituzioni non può più permettersi di ignorare o, peggio, avversare diritti umani e civili di una parte della comunità cittadina. Il nostro faro è e rimarrà l’Europa, non certo l’Ungheria di Orban” sottolinea Bucaioni.