In Umbria la popolazione invecchia di più della media italiana. E di conseguenza vivono più a lungo uomini e donne. Negli ultimi anni, poi, calano meno della media nazionale i giovanissimi nella fascia 0-14 anni. E fin qui siamo alle buone notizie. Ma c’è anche qualcosa che non va. Cala, infatti, la popolazione attiva, quella di età compresa tra 15 e 64 anni, quella per intenderci che contribuisce al PIL, fa figli e paga i contributi per le pensioni.
Sono queste le notizie principali contenute nel Focus “Umbria e Italia, le trasformazioni della popolazione” diffuso oggi dall’AUR, l’Agenzia Umbria Ricerche. Giuseppe Coco, Responsabile Area di Ricerca “Mutamenti sociodemografici” dell’agenzia, analizza in un’ottica di lungo periodo l’evoluzione della struttura della popolazione umbra e italiana.
Più nello specifico, nella ricerca viene esaminata la consistenza della popolazione per fasce di età. Viene poi osservata l’evoluzione degli indici di dipendenza e com’è cambiata la speranza di vita. Infine, il ricercatore approfondice l’andamento della crescita naturale, il numero di figli per donna e l’età media al primo figlio.
In Umbria cala la popolazione 0-14 anni, ma la decrescita è minore di quella italiana
“In Umbria, nei 20 anni che vanno dal 2004 al 2024, la popolazione tra 0 e 14 anni è passata dall’essere il 12,3% al 11,3% – spiega Coco nel Focus -. Confrontando questo dato con quello italiano (calo del 2%), si vede che la decrescita dei giovanissimi in Italia è stata più marcata“.
Più vicino alla media nazionale, invece, il calo degli umbri con un’età compresa tra 15 a 64 anni. Sono scesi dal 64,5% al 61,7%, con un -2,8%. L’Italia fa registrare una diminuzione del -3,2%.
Il trend di decrescita della popolazione tra zero e 14 anni, nel periodo 2004-2024, è stato più marcato in Italia che in Umbria
Per quanto riguarda gli over 65 umbri, il dato nel 2004 era pari al 23,1%, mentre nel 2024 al 27,0%. In pratica, nei venti anni considerati abbiamo una crescita del 3,9% delle persone più mature. L’Italia ha fatto registrare un +5,1%. L’età media degli umbri è (ovviamente) salita, passando dai 44,8 del 2004 ai 48,2 del 2024: +3,4 anni. In Italia sale in modo più marcato: +4,3 anni.
“In un’ottica più generale – conclude questa parte dell’analisi il Responsabile Area di Ricerca “Mutamenti sociodemografici” di AUR – sta crescendo l’età media della popolazione, sia umbra, sia italiana, in quanto i giovani sono sempre meno. A cascata la popolazione attiva, quella compresa tra 15 e 64 anni, si sta ridimensionando a favore della classe di età superiore“.
Cresce la dipendenza strutturale di under e anziani rispetto alla popolazione attiva, in linea con l’Italia
L’indice di dipendenza strutturale tra il 2004 e il 2024 per l’Umbria è passato dal 54,9% al 62,1%. Con una crescita del +7,2%. In Italia, per lo stesso intervallo di tempo, la differenza è del +7,5%. Si tratta del carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni).
L’indicatore di dipendenza degli anziani, cresce in Umbria di quasi 8 punti percentuali. In Italia del +9,5%. Quello di vecchiaia passa dal 187,6 al 237,9, con un +50,3%. In Italia l’incremento tra il tempo iniziale considerato e quello finale è del 64,2%. questo indicatore misura il grado di invecchiamento di una popolazione dato dal rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni.
Focus AUR: “In Umbria rispetto all’Italia si vive di più, sia per i maschi sia per le donne”
La speranza di vita alla nascita fa registrare valori molto positivi. Volendo scendere più nel dettaglio del dato, in Umbria rispetto all’Italia si vive di più, sia per i maschi sia per le donne.
“E questo è sicuramente dovuto al fatto – spiega il Focus dell’AUR – che nel cuore verde del Paese la qualità media della vita è decisamente buona. Tra il 2003 e il 2008 si registra un quinquennio in crescita per la natalità sia per l’Umbria che per l‘Italia. Ma l’Umbria fa meglio della media nazione. Dopo il 2008 inizia una lunga fase calante per entrambi“.
Il tasso di natalità dell’Umbria tra il 2003 e il 2008 ha fatto registrare performance migliori della media italiana
Nei 20 anni presi in considerazione, la crescita naturale (differenza tra tasso di natalità e mortalità), sia per l’Umbria sia per l’Italia, ha fatto registrare valori sempre negativi. Per cui, quando si è avuto un aumento della popolazione è dipeso dall’andamento positivo del movimento migratorio.
Per quanto riguarda il numero di figli per donna, sia per l’Umbria che per l’Italia, si ha un valore in crescita tra il 2003 e il 2008. Poi un valore stabile tra il 2008 e il 2013. E infine, negli ultimi due quinquenni considerati, si registra una diminuzione. L’età media della madre al parto tra il 2003 e il 2023 è cresciuta di quasi due anni sia per l’Umbria che per l’Italia.
L’Italia – e le sue regioni (Umbria compresa) -, da una quindicina di anni a questa parte, sembra come finita in una sorta di trappola demografica caratterizzata principalmente da:
- una bassa natalità, che tende ad autoriprodursi in quanto, anno dopo anno, favorisce un restringimento della platea delle donne che potenzialmente potrebbero diventare madri;
- un saldo migratorio che, all’oggi, pur facendo registrare numeri sempre positivi, non riesce a compensare pienamente, purtroppo, l’andamento del saldo naturale (sempre negativo nel terzo millennio).