In un contesto internazionale sempre più instabile, segnato da guerre, genocidi e crescenti minacce alla pace globale, l'Umbria sceglie di rilanciare un messaggio radicale: la guerra non è mai una soluzione. La Regione è la prima in Italia ad aderire ufficialmente alla campagna nazionale "R1PUD1A" promossa da Emergency, che punta a riportare al centro del dibattito l'articolo 11 della Costituzione italiana. Un articolo chiaro, netto, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di offesa e di risoluzione dei conflitti internazionali. Una presa di posizione non solo formale, ma politica, sociale e culturale, lanciata da Palazzo Donini con una conferenza stampa a cui hanno preso parte le principali istituzioni regionali e comunali.
Ad aprire l'incontro è stato l'assessore regionale con delega alla Pace, Fabio Barcaioli, che ha sottolineato la valenza profonda dell'iniziativa: “Ripudiare vuol dire rifiutare con forza, prendere le distanze in modo irreversibile. In un mondo in cui i conflitti sono aumentati del 40% in quattro anni, e in cui si torna a credere che più armi significhino più sicurezza, riaffermare il ripudio della guerra è un atto politico che non può venir meno".
Oltre alla Regione, anche il Comune di Perugia ha annunciato l'avvio dell'iter per l'adesione alla campagna. La consigliera comunale Lucia Maddoli ha infatti presentato una mozione che sarà discussa nella IV commissione, insieme a un documento del M5s, Avs e Pd che chiede il cessate il fuoco a Gaza, la liberazione degli ostaggi e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Per Maddoli, le istituzioni locali devono farsi carico dell'attuazione concreta dei principi costituzionali.
La sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi ha rilanciato il valore strategico dell'iniziativa: “Le nostre città non sono isole ma fanno parte di un sistema più grande, sicché non possiamo non vivere come urgente ciò che accade nel resto del mondo e, in particolare, a Gaza". "Noto un pericoloso processo di normalizzazione della guerra", prosegue, "veicolata come un destino ineluttabile. La pace, invece, non è una illusione, ma una responsabilità che va costruita ridando centralità al ruolo attivo delle città, alla ‘base’, cioè ai cittadini che, senza alcun dubbio, ripudiano la guerra".
In qualità di componente dell'Ufficio di Presidenza di Anci con delega alla Pace, Ferdinandi ha annunciato l'invio di una lettera a tutti i sindaci d'Italia per promuovere l'adesione a "R1PUD1A".
"R1PUD1A" di Emergency è una campagna ampia e trasversale che punta a mobilitare l'intero tessuto civile del Paese. Oltre 400 comuni e circa 700 scuole hanno già aderito, insieme a teatri, enti pubblici e realtà associative. L'obiettivo è costruire una nuova cultura della pace, coinvolgendo attivamente i cittadini.
Presenti anche i volontari umbri dell'organizzazione, rappresentati da Simonetta Lumediluna, che ha ricordato la partecipazione attiva dei gruppi locali di Perugia, Terni, Foligno, Orvieto e Spoleto. Un entusiasmo condiviso, che punta a trasformare l'Umbria in modello nazionale di impegno civico contro la guerra.
La giornata si è conclusa con un gesto simbolico ma carico di significato: l'affissione dello striscione ufficiale della campagna sulla facciata di Palazzo Donini. Un messaggio chiaro, diretto, che sancisce l'impegno dell'Umbria come prima regione italiana ad aver formalmente aderito a "R1PUD1A". Una scelta che non guarda solo al presente, ma si proietta nel futuro: quello di una comunità che sceglie la pace come principio fondante della propria identità istituzionale e culturale.
L'adesione dell'Umbria apre ora nuove prospettive: la speranza, condivisa dai promotori, è che altre regioni seguano l'esempio, contribuendo a creare una vera e propria rete nazionale che traduca il principio del ripudio della guerra in azioni concrete, continuative e visibili. Le scuole umbre saranno coinvolte con laboratori, incontri e progetti educativi promossi in collaborazione con Emergency, per formare una nuova generazione consapevole del valore della pace. Anche teatri, biblioteche e associazioni culturali del territorio saranno chiamati a contribuire con eventi pubblici, letture e campagne di sensibilizzazione.
L’Umbria, insomma, non si limita a un’adesione simbolica: mette in campo un percorso operativo che vuole incidere nel tempo. L'obiettivo è rendere la parola "ripudiare" una pratica viva e diffusa, capace di generare consapevolezza, partecipazione e trasformazione civile.