Con 16 voti favorevoli, l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato la proposta di legge sulla dieta mediterranea, spingendo la regione verso una nuova prospettiva di valorizzazione delle sue tradizioni alimentari. Presentata dai consiglieri Valerio Mancini, Marco Castellari e Manuela Puletti della Lega, la legge intende portare avanti una missione ambiziosa: diffondere questo modello nutrizionale nella vita quotidiana degli umbri.
Un progetto che va oltre la tavola, toccando economia, salute e cultura, nel tentativo di rendere la dieta mediterranea non solo un bene da preservare, ma una risorsa attiva nella vita di ogni cittadino umbro.
La legge sulla dieta mediterranea va oltre il cibo: un modello culturale e sociale
Non si tratta solo di ciò che si mangia, ma di tutto un universo di pratiche che coinvolgono la produzione agricola, la cultura locale e le abitudini collettive. La dieta mediterranea è un pezzo di storia che racconta di tradizioni antiche e di una cultura che ha saputo attraversare i secoli, resistendo alle pressioni della globalizzazione e dei cambiamenti alimentari. La sfida? Far sì che queste pratiche non siano solo un ricordo, ma parte integrante della quotidianità, anche nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
Presentando la proposta, Valerio Mancini ha fatto leva su un punto fondamentale: “L’Unesco, già nel 2010, ha riconosciuto la dieta mediterranea ‘patrimonio espressione della cultura umana’, in quanto racchiude al suo interno una serie di tradizioni tramandate per via orale o scritta uniche al mondo per ricchezza e valore.” Questo riconoscimento internazionale non è solo una targa di prestigio, ma un vero e proprio sigillo che richiama l’attenzione su un modello di vita che potrebbe diventare un antidoto contro i mali della società moderna.
A livello nazionale, la dieta mediterranea non è più solo un argomento da convegni, ma un tema caldo nella promozione della salute pubblica. L’Italia ha già intrapreso diverse iniziative, come quelle portate avanti dal Ministero della Salute, che ne esaltano il potenziale nel prevenire malattie croniche e promuovere stili di vita più sani. Mancini ha ricordato come la dieta mediterranea “è parte del nostro patrimonio culturale e dobbiamo fare in modo che siano sempre di più i cittadini che aderiscono a questo modello alimentare sano, che salvaguarda la biodiversità e che è economicamente sostenibile.”
Un patrimonio che parte dalla terra
Sostenere la dieta mediterranea vuol dire anche sostenere l’agricoltura locale e promuovere i paesaggi tipici umbri, dove colture e natura si fondono in un equilibrio delicato. Tuttavia, i cambiamenti in corso, tra urbanizzazione e globalizzazione, stanno mettendo sotto pressione queste tradizioni alimentari, portando spesso a scelte alimentari poco salutari. La proposta di legge mira quindi non solo a proteggere la dieta mediterranea, ma anche a garantire che le future generazioni possano continuare a beneficiarne, integrando queste conoscenze nel tessuto sociale.
Non è solo una questione di promuovere una sana alimentazione tra gli adulti. Uno degli aspetti chiave della legge riguarda la collaborazione con le scuole, per educare i giovani a comprendere l’importanza della dieta mediterranea, non solo come modello nutrizionale, ma anche come espressione di un’identità culturale. La Regione prevede che “nell’ambito dei piani di offerta formativa integrativa” vengano sviluppati progetti educativi per diffondere la conoscenza della dieta mediterranea tra i più giovani.
Sette articoli regolano i principali obiettivi della legge, che non si limita a promuovere la dieta mediterranea come un concetto astratto, ma introduce strumenti pratici e operativi. Tra questi, l’istituzione di un Comitato regionale per la tutela e valorizzazione della dieta mediterranea, oltre alla creazione di una rete di soggetti pubblici e privati, impegnati nella diffusione del modello alimentare. La Regione prevede inoltre uno stanziamento annuo di 30mila euro per il periodo 2024-2026, destinato a finanziare le attività di promozione e sensibilizzazione.