05 May, 2025 - 14:00

Umbria Jazz a Terni, consiglio comunale unito e Bandecchi rilancia: "Torniamo al festival di Pasqua"

Umbria Jazz a Terni, consiglio comunale unito e Bandecchi rilancia: "Torniamo al festival di Pasqua"

Niente Umbria Jazz a Terni nel 2025, con una pausa di riflessione che servirà per rilanciare un'edizione esclusiva e con "un'anima" e un'identità territoriale nel 2026. E la preferenza dell'amministrazione comunale è quella di rispolverare per il futuro le radici antiche che il festival cominciò a piantare nell'era Ciaurro. Quando il Gospel & Soul Easter Festival divenne un appuntamento capace di coinvolgere l'intera città, attrarre appassionati di musica da tutta Italia e, soprattutto, intercettare i flussi turistici religiosi e non che nel periodo pasquale affollano l'Umbria, regione di santi, borghi, mete di relax. 

Per una volta Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, Marco Cecconi di Fratelli d'Italia e pure tutta l'opposizione di centrosinistra, con gli interventi del segretario piddino Pierluigi Spinelli, si trovano d'accordo. E all'unanimità danno mandato alla giunta di riprendere e rinnovare una relazione fruttuosa e progettuale con la Fondazione Umbria Jazz, proprietaria del marchio, e il suo direttore artistico Carlo Pagnotta. La tela era già stata tessuta dall'assessore al turismo Alessandra Salinetti, che ha in programma incontri e riaperture di dialogo, ma adesso c'è anche il via libera "politico" del consiglio comunale, che intende mettere la parola fine sulle polemiche che hanno contraddistinto le relazioni tra il festival jazzistico e Palazzo Spada. 

Bandecchi, il lungo colloquio con Cecconi e la ricerca di una via ternana distintiva ai grandi eventi musicali

Il dibattito in consiglio comunale era stato originato da un atto di indirizzo presentato dal gruppo Fratelli d’Italia, da Cinzia Fabrizi del Gruppo Misto e da Francesco Maria Ferranti di Forza Italia, finalizzato a “ricostruire i rapporti con Umbria Jazz per un’edizione ternana della rassegna”. E proprio con Cecconi, il sindaco Stefano Bandecchi ha avuto un lungo colloquio di confronto prima dell'assemblea cittadina. Un faccia a faccia durante il quale il consigliere di Fratelli d'Italia ha rappresentato che "ogni euro speso per organizzare Umbria Jazz, secondo studi di autorevoli università, ne genera tre di ritorno economico per la città". E che Terni dovrebbe avere un'edizione esclusiva, economicamente sostenibile e collocata in un periodo del calendario (quello primaverile-pasquale) che conferirebbe alla manifestazione un'identità riconoscibile e dai risvolti turistico-culturali. 

"Confermo di aver avuto una lunga chiacchierata con Cecconi senza venire alle mani con lui - sorride Bandecchi, rivolto agli studenti del Liceo Donatelli in visita al consiglio comunale -. Abbiamo condiviso che Terni non debba avere il ruolo di Cenerentola in Umbria, con una manifestazione rappezzata, collocata temporalmente in un periodo non attrattivo e costruita senza identità, come se la città debba accontentarsi. Noi vorremmo saltare il 2025, prenderci un anno di riflessione per un progetto di qualità. Non c'è bisogno di avere fretta. Cominciamo dal 2026, ma con qualcosa di qualità, concentrandosi su una calendarizzazione. Il Gospel & Soul aveva un'anima, metteva insieme le chiese, le piazze, i club, i teatri. Usciamo dalla mediocrità dell'essere tutto e dell'essere niente. Settembre non è né carne né pesce. Meglio la primavera, spero che Pagnotta voglia farla con noi, con un progetto pensato per Terni. Sennò faremo noi, senza essere la sottoveste di Perugia". 

Insomma, per rispolverare un vecchio e fortunato slogan di Gianfranco Ciaurro, con Perugia se possibile, senza se necessario. 

Palla raccolta dal segretario dem e consigliere comunale Pierluigi Spinelli, che - pur criticando la scelta pasquale - ha ricordato come l'elemento fondamentale per dare rilievo e profilo a un festival ternano sia quello economico. 

"Il Gospel & Soul non ci piacque, perché eravamo legati ad altri modelli, come il concerto di Miles Davis in piazza e quello di Keith Jarret a Villalago - ha detto il consigliere dem -. Ma andare da soli è pericoloso. Abbiamo avuto esperienze in passato come Terni Jazz e Jazzit, a Collescipoli, che si sono chiuse perché è necessaria una solidità economica e finanziaria rilevante. Invito il sindaco a riflettere su questo tema, che è determinante. Perugia, ad esempio, conta molto nella Fondazione Umbria Jazz perché garantisce ogni anno finanziamenti rilevanti". 

Nel dibattito sono intervenuti anche la consigliera Proietti Trotti (FDI), che ha sottolineato il tema dei canoni idroelettrici e della libertà per i comuni di poter investire autonomamente queste somme, e il consigliere di AP Claudio Batini, che si è soffermato sulla tradizione jazzistica e culturale cittadina (citando Blues Island e Università del Jazz). 

L'atto approvato all'unanimità spinge per la ricostruzione di un rapporto proficuo tra Terni e Umbria Jazz

Cecconi nella sua replica ha invitato alla diplomazia: "Non cerchiamo strade autarchiche. Le esperienze Terni Jazz e Jazzit furono un bagno di sangue economico senza precedenti e non portarono risultati. Il brand Umbria Jazz appartiene alla Fondazione. Trattiamo per portare a casa il risultato". 

L’atto votato dall’assemblea comunale con 29 voti favorevoli, impegna il sindaco e la giunta a riallacciare proficue relazioni con la Fondazione Umbria Jazz, a programmare con la fondazione stessa un’edizione ternana fortemente riconoscibile ed adeguatamente promossa, oltre che a costruire le migliori condizioni di contesto per il successo della manifestazione, sotto gli aspetti della logistica, del sostegno economico, della ricerca di risorse aggiuntive attraverso sponsorizzazioni stabili e di agevolazioni tariffarie.

Questo perché  -  dicono i promotori dell’atto – in un quadro di politiche culturali che siano ispirate da una capacità di visione che non sia al ribasso, appare assolutamente strategico poter annoverare nell’offerta culturale della città, un brand così prestigioso e di grande appeal come Umbria Jazz, una manifestazione che una legge dello Stato nel 2017 ha inserito tra “le manifestazioni musicali ed operistiche di assoluto rilievo nazionale”, precisando che “dopo la cancellazione dell’edizione ternana di “Umbria Libri”, Terni non può permettersi di rinunciare ad un altro evento di tali caratura ed attrattività, che non è assolutamente interscambiabile con altre rassegne”. 

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Federico Zacaglioni
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