L’Umbria è stata recentemente classificata come una delle zone più a rischio per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro. Dall’inizio dell’anno, l’Osservatorio Vega ha registrato cinque casi di decessi sul luogo di lavoro nella regione. L’ultimo tragico episodio si è verificato mercoledì 26 giugno sulla E45, all’altezza dell’uscita Sant’Egidio, dove un carrozziere di 59 anni ha perso la vita mentre prestava soccorso stradale.
L’Umbria tra le regioni più colpite dagli infortuni mortali
Nel contesto nazionale, l’Umbria si posiziona al quarto posto per indice di incidenza degli infortuni mortali, una misura che mette in relazione il numero dei decessi con il numero degli occupati. Solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna presentano indici peggiori. Questa triste classifica evidenzia la necessità di un intervento urgente per migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro della regione.
Nei primi tre mesi dell’anno, l’Inail ha rilevato un totale di 2.633 incidenti sul lavoro in Umbria, con un incremento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo si traduce in una media mensile di quasi 900 incidenti, un dato che sottolinea la gravità della situazione.
Analizzando la distribuzione degli infortuni, emerge che la maggior parte di essi si è verificata nella provincia di Perugia, con 2.127 casi, mentre la provincia di Terni ha registrato 506 incidenti. Questi numeri suggeriscono una disparità tra le due aree della regione, che potrebbe riflettere differenze nelle condizioni di lavoro, nella densità industriale o in altri fattori locali.
Tra le vittime, Andrea Serpericci, un operaio di 49 anni di Todi, ha perso la vita l’11 gennaio mentre lavorava alla riparazione di una fognatura a Valfabbrica. Durante gli scavi, è stato travolto da una massa di terra, venendo estratto vivo ma decedendo successivamente in ambulanza
Un altro tragico incidente ha coinvolto Sandro Stentella, 55 anni, di Montecastrilli. Il 5 aprile, Stentella è stato investito e ucciso da un muletto in retromarcia mentre scaricava concime chimico nei pressi di Castiglione del Lago. Era conosciuto e rispettato nella comunità locale, attivo sia nel lavoro che nella vita sociale del paese.
Dal 2023 i dati sono peggiorati
Le province umbre di Perugia e Terni sono particolarmente colpite. La provincia di Terni ha registrato 8 decessi su 82.957 occupati, con un indice di incidenza del 96,4%, il più alto a livello nazionale. Perugia, con 12 casi su 269.341 occupati, ha un indice di 33,4, posizionandosi comunque tra le province più a rischio in Italia.
Nel 2023, i decessi sul lavoro in Umbria sono stati 20, un numero che ha portato la regione al secondo posto in Italia per l’incidenza di questi incidenti in relazione al numero totale di occupati. Terni ha registrato un’incidenza particolarmente elevata, mentre Perugia è rimasta in “zona rossa” con un’incidenza superiore a 1,25 ogni 100.000 occupati.
Le vittime più colpite dagli incidenti mortali sul lavoro in Umbria sono spesso giovani, anziani e lavoratori stranieri. I dati mostrano che i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 24 anni, così come quelli oltre i 65 anni, sono particolarmente vulnerabili. Gli stranieri presentano un rischio di morte sul lavoro doppio rispetto ai lavoratori italiani, con un indice di 53,9 decessi ogni milione di occupati, contro i 26,2 degli italiani.
Le autorità regionali e i sindacati stanno cercando di affrontare questa situazione con varie iniziative mirate alla prevenzione. La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha sottolineato l’importanza di puntare sulla prevenzione e sul rispetto delle normative sulla sicurezza. Sono in corso nuovi progetti, come quello sulla sicurezza dei cantieri stradali in collaborazione con l’Inail, e una serie di incontri con le imprese per migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro