L’Umbria si posiziona tra le prime tre regioni italiane dove le imprese, in particolare quelle artigiane, incontrano maggiori difficoltà nella ricerca di personale dotato di competenze digitali avanzate. Queste abilità sono essenziali per l’adozione e lo sviluppo di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI), un settore in rapida espansione e fondamentale per l’innovazione aziendale. La rivelazione emerge dalla terza Giornata della cultura artigiana organizzata da Confartigianato a Pesaro, un evento dedicato all’innovazione e all’utilizzo dell’IA nel mondo dell’artigianato.

Un’analisi condotta utilizzando i dati forniti da Unioncamere e Istat rivela che, per l’anno 2023, le imprese di piccole e medie dimensioni (Pmi) dell’Umbria avevano pianificato l’assunzione di circa 4.700 nuovi impiegati dotati di elevate competenze nel campo digitale. Nonostante ciò si è riscontrato che quasi il 64% di queste figure professionali è stato arduo da reperire, dato che posiziona l’Umbria in una situazione di difficoltà inferiore solo a quella di Trentino (67,2%) e Friuli (65,2%).

A livello nazionale, la percentuale di posti di lavoro difficili da assegnare si ferma al 55%. Questo studio mette in luce anche come la domanda di competenze digitali fondamentali e avanzate, in particolare quelle legate alla programmazione e all’analisi matematica e informatica, superi notevolmente l’offerta. Sottolinea quindi una pronunciata scarsità di lavoratori qualificati nel settore digitale in Umbria, specialmente per quanto riguarda l’intelligenza artificiale.

Umbria, AI: il suo utilizzo e le esigenze del mercato

Le PMI italiane, e in particolare quelle umbre, adottano l’intelligenza artificiale principalmente per migliorare la sicurezza informatica, ottimizzare l’uso di energia e materie prime, automatizzare processi produttivi e sviluppare soluzioni innovative in ambiti come la vendita online, la diagnostica medica e la gestione della logistica. Questo è ciò che emerge dal rapporto di Confartigianato riguardante l’Italia: il crescente utilizzo dell’AI sottolinea l’importanza delle competenze digitali avanzate per rimanere competitivi sul mercato.

La difficoltà nel reperire personale qualificato e competente nelle tecnologie che si basano sull’intelligenza artificiale è percepita come il problema più grave dalle PMI dell’Umbria e di tutta Italia, più ancora di questioni come la burocrazia o l’accesso al credito. Le imprese stanno cercando di rispondere a questa sfida intensificando la collaborazione con le scuole tecniche e professionali, ma è evidente la necessità di una politica formativa più adeguata per preparare i lavoratori alle esigenze del mercato digitale.

In questo senso Marco Granelli, presidente di Confartigianato, sottolinea l’urgenza di affrontare la carenza di personale qualificato nell’AI con strategie formative mirate. Senza un intervento tempestivo, le piccole e medie imprese nazionali e regionali rischiano di non poter sfruttare appieno le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, compromettendo la loro competitività e la qualità del made in Italy.

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale, tra innovazione e sfide etiche

Se allarghiamo l’orizzonte dall’Umbria a livello nazionale e mondiale, negli ultimi anni l’intelligenza artificiale ha compiuto progressi significativi, trasformandosi da un concetto prevalentemente teorico a una realtà concreta e impattante in numerosi settori. L’avanzamento delle tecniche di apprendimento automatico e di deep learning ha permesso lo sviluppo di sistemi AI capaci di elaborare e interpretare grandi quantità di dati con una precisione senza precedenti.

Questi progressi hanno trovato applicazione in ambiti diversificati a partire dalla medicina, dove l’AI viene utilizzata principalmente nella diagnosi precoce di malattie e nella personalizzazione delle terapie, ma è uno dei punti forti anche delle sperimentazioni sulla mobilità autonoma, con lo sviluppo di veicoli capaci di navigare il traffico in autonomia. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche il settore produttivo e metalmeccanico attraverso l’ottimizzazione delle catene di montaggio e la manutenzione predittiva. Infine quello dei servizi, dove riesce a migliorare l’interazione con gli utenti mediante assistenti virtuali sempre più sofisticati.

Questi progressi, però, non sono esenti da sfide. Tutt’altro. La questione etica rappresenta uno degli ostacoli più significativi e il dibattito si concentra sulla privacy dei dati, sulla trasparenza delle decisioni prese dalle macchine e sull’impatto dell’AI sul mercato del lavoro. La sicurezza informatica è un altro aspetto da non sottovalutare dato il potenziale utilizzo malevolo dell’intelligenza artificiale in ambiti come la cyber-guerra e la disinformazione.

Infine, la sfida dell’accessibilità e della democratizzazione dell’AI: come garantire che i benefici di questa tecnologia siano disponibili a tutti e non solo a poche entità con risorse significative? Nonostante queste sfide, l’entusiasmo intorno alle potenzialità dell’intelligenza artificiale continua a crescere e spinge verso innovazioni che promettono di rimodellare il nostro modo di vivere, lavorare e interagire con il mondo circostante.