Anche in Umbria centinaia di cittadini sono scesi in piazza questa mattina, giovedì 11 aprile, per dire basta alle morti sul lavoro. All’interno del settore manifatturiero si è registrata, sin dalle prime ore della manifestazione, un’adesione media intorno al 60-70%, con punte del 90%.
Per la giornata di oggi, infatti, le sigle sindacali Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero generale a livello nazionale con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sul fenomeno, in preoccupante aumento, dei decessi sul luogo di lavoro, e individuare strategie condivise per prevenire e contrastare il problema. Non solo, tra le motivazioni a guidare lo sciopero nazionale anche la richiesta da parte dei lavoratori di un fisco più giusto e la promozione dell’idea di impresa che ponga al centro le persone e non i profitti.
Umbria ‘maglia nera’ per le morti sul lavoro
Anche l’Umbria si è fermata questa mattina, giovedì 11 aprile, aderendo allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil che ha coinvolto tutta l’Italia. Uno sciopero ‘necessario’, secondo i sindacati, per le promesse che sono state fatte e poi non mantenute della classe politica, e ancor più dovuto dopo gli avvenimenti tragici di Suviana.
Centinaia di lavoratrici e lavoratori si sono, quindi, dati appuntamento sotto le prefetture di Perugia e di Terni per mandare un messaggio forte al Governo, agli imprenditori, alle forze politiche, alle istituzioni. “È ora che si prenda davvero coscienza del fatto che in questo Paese si consuma una strage quotidiana – hanno detto i manifestanti – che non può più essere tollerata e l’Umbria è purtroppo maglia nera in Italia per morti e infortuni sul lavoro”.
Cgil e Uil in Prefettura: “Ecco il nostro programma”
Due delegazioni dei sindacati Cgil e Uil sono state ricevute dal prefetto di Perugia, Armando Gradone, e dal capo gabinetto del prefetto di Terni, Luca Iervolino. Ai rappresentanti del governo sul territorio umbro sono stati consegnati i punti della piattaforma sindacale, a partire dalle richieste in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tra i punti chiave del programma, superare il subappalto a cascata, rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione, promuovere il diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori, predisporre una vera patente a punti che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza.
Inoltre, lo sciopero nazionale organizzato dalle sigle sindacali Cgil e Uil ha voluto richiamare l’attenzione anche sull’ingiustizia fiscale che caratterizza il nostro Paese: “Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef – hanno rimarcato nei loro interventi i segretari generali di Cgil e Uil dell’Umbria, Maria Rita Paggio a Perugia e Maurizio Molinari a Terni – E questo mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno”.
La tragedia di Suviana
Lo sciopero indetto per la giornata di oggi dai sindacati Cgil e Uil per dire basta alle morti sul lavoro, cui ha aderito anche la regione Umbria, ha acceso ancor di più i riflettori sulla ‘tragedia di Suviana’.
Si tratta dell’esplosione si è verificata attorno alle ore 15 di martedì scorso, 9 aprile, in una centrale idroelettrica del bacino artificiale di Suviana, sull’Appennino Bolognese.
Enel Green Power, la società del Gruppo Enel che si occupa dello sviluppo e della gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili, responsabile dell’impianto, aveva subito spiegato in una nota di aver “tempestivamente attivato tutte le necessarie misure di sicurezza per garantire il corretto svolgimento delle procedure di evacuazione a tutela del proprio personale”.
Secondo le ricostruzioni delle autorità competenti, l’esplosione di una turbina della centrale elettrica dell’Enel, sul lago di Suviana, sarebbe avvenuta all’ottavo piano ribassato, mentre al nono piano si sarebbe registrata un’inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri.
Ad oggi il bilancio è di cinque morti, due dispersi e cinque feriti gravi.