Tre milioni e 800 mila euro per cambiare il volto delle città umbre. Con una nuova delibera regionale, la Regione Umbria ha scelto di destinare le risorse del Fondo nazionale per il consumo di suolo a un piano che punta a ridurre l’impatto del cemento, prevenire allagamenti e isole di calore e restituire spazi naturali ai centri urbani.
Non si tratta solo di piantare alberi, ma di ripensare il rapporto tra città e natura. Una scelta che arriva mentre il cambiamento climatico mostra i suoi effetti più evidenti: estati torride con picchi di calore insostenibili nei centri abitati e piogge improvvise che trasformano in trappole strade e piazze ormai impermeabili.
“Un atto cruciale per il contrasto al consumo di suolo e l’avvio della programmazione di interventi in ambito urbano e periurbano per la rigenerazione di suoli degradati o in via di degrado. Un passo concreto verso un’Umbria più verde, resiliente e attenta al suo ambiente” ha dichiarato l’assessore all’Ambiente e all’Energia Thomas De Luca.
Le foreste urbane sono molto più di un insieme di alberi piantati in città. Funzionano come polmoni verdi che abbassano le temperature grazie all’ombra e all’evapotraspirazione, riducendo fino a 5 gradi la temperatura nelle zone circostanti. Allo stesso tempo, assorbono anidride carbonica e polveri sottili, migliorando la qualità dell’aria respirata dai cittadini.
Ma il loro impatto più significativo è idraulico. In un territorio fragile come quello umbro, dove piogge improvvise causano allagamenti e dissesti idrogeologici, gli alberi diventano alleati silenziosi. Le radici infatti favoriscono l’assorbimento delle acque meteoriche, rallentano il deflusso e riducono il rischio che le strade diventino fiumi in piena.
“La rinaturalizzazione dei suoli urbani significa non solo più verde e più ombra, ma anche più sicurezza per i cittadini. Restituire permeabilità ai terreni compromessi è un investimento contro i rischi di alluvioni lampo che colpiscono i nostri centri abitati” ha sottolineato De Luca.
La delibera regionale dà seguito a un decreto ministeriale del 2025, che assegna i fondi alle Regioni italiane. All’Umbria spettano quasi 3,8 milioni di euro da distribuire tra Comuni, Province e Unioni dei Comuni, chiamati a proporre progetti capaci di incidere davvero sul tessuto urbano.
Gli interventi dovranno ripristinare aree degradate e restituirle all’uso pubblico. Non solo giardini, ma anche sistemi di drenaggio urbano, orti comunitari, spazi verdi multifunzionali. In questo modo, il cemento potrà lasciare posto a nuove forme di socialità e di resilienza ambientale.
“Attraverso i criteri che abbiamo definito vogliamo invertire quel processo di cementificazione che ha causato l’impermeabilizzazione e il degrado del suolo, ripristinando le aree compromesse e trasformandole in spazi verdi fruibili e ad uso pubblico. Questi interventi sono cruciali per l’adattamento climatico del nostro territorio” ha spiegato ancora De Luca.
Il bando regionale finanzierà progetti che prevedono:
rimozione di asfalto e cemento da piazzali e strade;
forestazione urbana con specie autoctone per garantire ecosistemi stabili;
sistemi di raccolta e riuso dell’acqua piovana per ridurre sprechi e allagamenti;
orti pubblici e giardini botanici con finalità sociali ed educative;
piccole opere di arredo urbano e sicurezza.
L’obiettivo è chiaro: città più fresche, più verdi e meno vulnerabili alle emergenze climatiche.
I progetti, di dimensioni variabili, saranno sottoposti a un percorso di valutazione in più fasi, che coinvolgerà la Regione, le autorità di bacino e il Ministero dell’Ambiente. Una filiera di controlli pensata per premiare le iniziative con maggior impatto ambientale e sociale.
“Sono profondamente convinto che questa iniziativa rappresenti un investimento strategico per il benessere della nostra comunità e per la tutela del nostro prezioso ambiente. Un passo fondamentale per contrastare il consumo di suolo e promuovere città più vivibili” ha concluso Thomas De Luca.
Il messaggio è netto: l’Umbria sceglie di sostituire il grigio del cemento con il verde delle foreste urbane, puntando su rigenerazione ambientale e prevenzione dei rischi. Perché il futuro delle città, nell’epoca del cambiamento climatico, passa dalla capacità di ritrovare un equilibrio con la natura.