20 Mar, 2025 - 20:55

Umbria Film Commission, la Regione azzera tutto: via al commissariamento

Umbria Film Commission, la Regione azzera tutto: via al commissariamento

La Giunta regionale dell’Umbria ha dato lo stop all’attuale gestione della Film Commission, avviando il commissariamento con una delibera.

Un quadro segnato da difficoltà gestionali, problemi operativi e l’uscita di scena del presidente del Consiglio di Amministrazione Paolo Genovese ha portato la Giunta regionale a prendere una decisione drastica. A Palazzo Donini hanno deciso che così non si poteva andare avanti e hanno optato per l’intervento: si azzera tutto e si ricomincia, con un commissario che prenderà le redini dell’ente fino al 31 luglio 2025.

La Regione, dopo un esame approfondito della situazione, ha decretato l’impossibilità di mantenere in piedi la Fondazione con il vecchio assetto. L’assemblea dei soci ora dovrà ratificare la decisione e nominare la nuova figura che guiderà l’ente in questa fase transitoria.

L’Umbria Film Commission, nata con l’idea di trasformare la regione in un punto di riferimento per il cinema e le produzioni audiovisive, ha finito per impantanarsi in una serie di problemi che ne hanno compromesso il ruolo strategico. Poca capacità di attrarre investimenti, scarso impatto sul territorio e una macchina burocratica ingolfata: la Giunta regionale ha deciso che era tempo di voltare pagina e ridisegnare completamente il progetto. Nessun maquillage di facciata, ma un vero e proprio reset.

Un cambio di governance per il futuro dell’audiovisivo

L'operazione messa in campo dalla Regione non è solo un'azione di facciata per salvare i resti di un ente in affanno, ma un tentativo di cambiare davvero marcia. La modifica della Legge regionale n. 18 del 2 ottobre 2024 si inserisce in questo disegno di ristrutturazione radicale, che non si limita a tamponare le falle, ma mira a ripensare la governance dell'intero comparto audiovisivo.

L'idea è quella di dare finalmente all'Umbria Film Commission una struttura che funzioni davvero, eliminando inefficienze e lentezze burocratiche. Basta con l’immobilismo, serve un meccanismo che possa rispondere alle esigenze del settore senza impantanarsi in riunioni e carte bollate. Il nuovo assetto dovrà rendere l’ente più snello e incisivo, capace di intercettare fondi e attrarre produzioni senza rimanere ostaggio della propria macchina amministrativa.

A beneficiarne non sarà solo il cinema, ma anche il turismo e l’economia locale. Una Film Commission che lavora come si deve significa promozione gratuita per il territorio, posti di lavoro e visibilità internazionale. 

Le parole dell’assessore Meloni

L’assessore Simona Meloni ha messo subito in chiaro che il commissariamento non è solo la naturale conseguenza delle dimissioni di Paolo Genovese e dello scioglimento del CDA, ma la logica conclusione di un’analisi che ha evidenziato più buchi di una sceneggiatura mal scritta.

“La proposta di commissariamento - spiega l’assessore Simona Meloni - non è solo la conseguenza delle dimissioni del presidente Genovese e del decadimento del CDA di UFM, ma è anche il risultato di un'analisi approfondita sulle attività svolte fino ad ora e alle criticità riscontrate. Rappresenta senza dubbio il primo passo formalmente riconosciuto verso la ridefinizione di un progetto più ampio, efficace ed efficiente”.

Il quadro emerso non lascia spazio a interpretazioni: la struttura attuale della Fondazione non regge più il peso delle sue stesse inefficienze. Il commissariamento non è quindi solo un atto dovuto, ma una sorta di riscrittura del copione, un reset necessario per mettere in piedi una nuova strategia capace di far funzionare davvero il sistema.

Ora la palla passa all’assemblea dei soci dell’Umbria Film Commission, chiamata a ratificare l’atto e a individuare il commissario che traghetterà l’ente fino al 31 luglio 2025. Un periodo di transizione che, sulla carta, dovrebbe servire a ripensare l’ente e a trasformarlo in qualcosa di più efficiente e meno ingessato.

La revisione della Legge regionale n. 18 è un altro tassello di questa operazione di restyling istituzionale.

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Francesca Secci
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