11 Jun, 2025 - 16:00

Umbria, boom dell’export con i dati di Intesa Sanpaolo: +16,7% nel 2024. Il settore maglieria di Perugia in testa

Umbria, boom dell’export con i dati di Intesa Sanpaolo: +16,7% nel 2024. Il settore maglieria di Perugia in testa

In un’Italia ancora alle prese con un rallentamento generalizzato degli scambi internazionali, l’Umbria sorprende e accelera. I distretti industriali della regione chiudono il 2024 con un balzo del +16,7% nell’export rispetto all’anno precedente, una performance ben superiore alla media nazionale che si ferma a un modesto +0,9%. 

È quanto emerge dall’ultimo Monitor dei Distretti dell’Umbria elaborato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, presentato a Perugia alla presenza di Simone Cascioli, direttore generale di Confindustria Umbria, e Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria della banca.

La fotografia che ne esce racconta di un tessuto produttivo capace di resistere alle turbolenze globali, rimanendo competitivo e reattivo sui mercati esteri. In testa alla classifica dei protagonisti si conferma il distretto della Maglieria e Abbigliamento di Perugia, che da solo ha generato il 67% dell’export distrettuale umbro.

Maglieria e Abbigliamento di Perugia: il cuore pulsante dell’export umbro

Il distretto perugino ha chiuso il 2024 con 821 milioni di euro di esportazioni, pari a una crescita del +16,1% rispetto al 2023. Entrambe le componenti - maglieria e abbigliamento - hanno registrato incrementi significativi, ma è soprattutto la maglieria a trainare la ripresa. Il primo mercato di riferimento resta saldamente quello statunitense, che da solo rappresenta 198 milioni di euro, il 24% del totale. Seguono Francia, Cina e Regno Unito. Unico segnale negativo: la perdita di 10,5 milioni di euro verso la Federazione Russa, complice la complessa congiuntura geopolitica.

Nel contesto globale del sistema moda, ancora condizionato dalla frenata della domanda cinese e dal clima di incertezza economica, il risultato del distretto perugino assume un rilievo particolare. “Si tratta di un settore che ha saputo rinnovarsi senza perdere la propria identità – ha sottolineato Simone Cascioli - e che dimostra come il radicamento territoriale possa coniugarsi con una forte propensione internazionale”.

L’olio vola, il mobile frena: luci e ombre nei distretti umbri

Accanto alla moda, l’olio umbro si afferma come secondo motore dell’export regionale. Con 327 milioni di euro di esportazioni e un incremento annuo del +26,5%, il distretto conquista il primato di crescita tra le realtà italiane del comparto. La Spagna sorpassa gli Stati Uniti come primo mercato di sbocco grazie a un’impennata del +43,8%, mentre anche Germania, Canada e Svizzera registrano andamenti positivi. Il buon risultato, sebbene sostenuto dall’aumento dei prezzi, conferma la riconoscibilità e l’apprezzamento del prodotto umbro all’estero.

Meno incoraggianti i numeri del Mobile dell’Alta Valle del Tevere, che segna un calo dell’8,7% nell’export. Il dato è influenzato da un avvio e una chiusura d’anno difficili, con la Francia che resta il primo mercato ma con segnali di indebolimento, seguita da Germania e Stati Uniti. Il legame con il mercato americano resta però forte: il 14,7% delle esportazioni del distretto continua a essere diretto Oltreoceano.

Nel complesso, gli Stati Uniti si confermano come principale mercato per i distretti umbri, con una quota del 19,2% sul totale e una crescita del +15% rispetto al 2023. Un dato che, se da un lato testimonia la forza dell’export umbro, dall’altro evidenzia la necessità di diversificare i mercati di riferimento, alla luce delle incertezze legate alla geopolitica e alle politiche protezionistiche in ascesa.

Tra resilienza e visione: le sfide del 2025 per le imprese umbre

Guardando al futuro, le incognite non mancano. Il 2025 si apre con un contesto ancora instabile: la frenata degli scambi globali, le tensioni commerciali e l’inflazione rendono difficile ogni previsione. Eppure, per le imprese umbre, la strada sembra tracciata: innovazione, internazionalizzazione e sostenibilità restano le direttrici strategiche.

Nel 2024 - ha dichiarato Tito Nocentini - abbiamo erogato 2,7 miliardi di euro a famiglie e imprese. Continueremo a sostenere il tessuto economico locale, puntando su progetti che favoriscano la transizione digitale, ecologica e l’espansione verso nuovi mercati”.

Lo scenario che emerge, dunque, è quello di una regione che non si accontenta di “resistere”, ma che punta a crescere facendo leva sulle proprie eccellenze produttive, su un capitale umano qualificato e su un ecosistema che vede nella collaborazione tra imprese, istituzioni e credito un fattore decisivo per lo sviluppo.

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Federico Zacaglioni
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