“A me pare che le nuove norme… siano facilmente aggirabili”, scherza una studentessa ternana parlando del divieto di usare il cellulare in aula introdotto dal ministro Valditara. In Umbria, come nel resto d’Italia, dal 1° settembre 2025 gli smartphone sono banditi durante le lezioni. La disposizione ministeriale n.3392 del 16 giugno 2025 estende così a tutti gli istituti superiori un divieto già previsto nei cicli inferiori: i telefoni devono restare spenti per tutta la giornata scolastica.
La norma si basa su evidenze che collegano l’uso prolungato del cellulare a minore concentrazione e a problemi di ansia e insonnia tra gli studenti. La circolare ribadisce che l’applicazione pratica resta affidata all’autonomia scolastica: ogni istituto dovrà aggiornare i propri regolamenti, definendo sanzioni progressive (dal richiamo verbale al sequestro temporaneo) per chi infrange le regole.
Il divieto accende la prima campanella anche a Terni. Una ragazza di un istituto tecnico confessa che, tra “secondi telefoni” di scorta e tablet forniti per la didattica, non ha sentito “una scuola impermeabile all’uso di Internet”. Con ironia ammette che chi vuole “rischiare” può sempre aggirare la regola. D’altronde, sui tablet scolastici – meno controllati dei cellulari – è comunque possibile installare app e navigare, per cui “ad oggi la situazione resta di fatto simile a prima”.
Un altro studente di un professionale ternano nota invece qualche cambiamento nel comportamento dei prof: “Un mio compagno è stato ripreso più volte perché usava il telefono in classe”. Finora le “punizioni” in Umbria si limitano a un rimprovero verbale, ma il ragazzo ricorda che la circolare prevede sanzioni molto più severe (fino alla sospensione) in caso di infrazioni ripetute. Negli istituti umbri non ci sono cassettini obbligatori per i cellulari all’ingresso: “la cosa viene lasciata alla responsabilità di ciascuno”, nota lo studente, pur riconoscendo che i docenti mostrano ormai “una certa attenzione, maggiore rispetto a prima”.
Per ora, nel primo giorno di scuola, a Terni prevale un approccio pragmatico: studenti e docenti cercano un equilibrio fra prudenza e senso di responsabilità. I ragazzi sembrano disposti a seguire le nuove regole affidandosi al proprio buon senso, mentre gli insegnanti esercitano una sorveglianza discreta. La prima campanella segnala dunque un clima di attesa: a Terni tutti proveranno a far rispettare le nuove norme, con senso di responsabilità.
In Umbria non mancano però esempi di applicazione rigorosa. A Norcia l’istituto comprensivo “De Gasperi-Battaglia” aveva già anticipato i divieti da mesi. La dirigente scolastica Rosella Tonti spiega che “ogni classe ha un armadietto con spazi numerati” dove depositare i telefoni all’ingresso. La procedura è semplice: gli smartphone vengono chiusi negli armadietti e «la chiave [è] affidata al personale scolastico», così da essere restituiti agli studenti a fine mattinata.
Tonti sottolinea che non si tratta di “un muro contro la tecnologia”, ma di un modo per dare ai ragazzi “momenti di stacco dai device”. Con lavagne digitali e strumenti multimediali già in classe, aggiunge, il cellulare personale diventa superfluo. L’esperienza di Norcia suggerisce così che regole chiare e organizzazioni concrete possono aiutare studenti e docenti a concentrarsi sulle lezioni e sulle relazioni di persona, riducendo le distrazioni digitali quotidiane.
Il ministro Valditara ricorda comunque che spetta ai consigli di classe stabilire nei regolamenti interni le modalità pratiche di applicazione. Il principio di base è noto: «quando si entra in classe si mette via il cellulare e lo si riprende quando si esce da scuola». In Umbria, come altrove, ogni istituto potrà scegliere se usare armadietti o scatole chiuse e quali sanzioniapplicare in caso di trasgressione.