Acea e ASM provano a forzare la situazione di stallo in Umbria Distribuzione Gas, con Italgas, l’altro socio della joint venture, che invece continua la melina e alimenta il braccio di ferro. L’assemblea degli azionisti andata in scena nel pomeriggio dopo la convocazione su input del collegio sindacale ha, infatti, approvato l’ordine del giorno presentato dalla componente “ternana” della compagine societaria. Portando ad aprire un nuovo capitolo della querelle societaria.
Un documento che punta a promuovere il dialogo tra i soci e procedere alla nomina di presidente e amministratore delegato nella prima riunione utile del CDA, secondo quanto previsto dai patti parasociali. L’Assemblea degli azionisti dello scorso aprile, infatti, era stata “dominata” dalla lista di ASM e Acea, che assommano il 55% delle azioni. Mettendo all’angolo Italgas, che – fin dalla costituzione della società attiva nella distribuzione del gas naturale nel territorio regionale – aveva invece recitato il ruolo di guida dell’azienda.
Per il complesso meccanismo di calcolo delle preferenze erano stati eletti 3 consiglieri in quota ASM-Acea (con più voti) e altri 3 in quota Italgas. Ma alla prima lista, quella di ASM e Acea, tocca l’Amministratore delegato, mentre alla seconda, di minoranza, il presidente. Un vero e proprio ribaltone che non è mai stato digerito dalla società partecipata da Cassa Depositi e Prestiti e Snam.
Umbria Distribuzione Gas, la ripartenza della società è una partita strategica per gli equilibri delle utility locali
La situazione di stallo, con i ricorsi al TAR presentati da Italgas, il blocco delle nomine, lo stallo in CDA, ha spinto il collegio sindacale a convocare l’assemblea degli azionisti. All’ordine del giorno un solo punto: il superamento del mancato funzionamento del Consiglio d’amministrazione e ripristino della legalità. O in alternativa, lo spauracchio dello scioglimento della società per l’impossibilità di essere governata.
Il braccio di ferro continuerà probabilmente. Con altri ricorsi alla magistratura civile e amministrativa da parte di Italgas. Ma nell’assemblea ASM e Acea hanno segnato un punto a proprio favore. A maggioranza hanno, infatti, approvato l’ordine del giorno che invita il CDA di Umbria Distribuzione Gas a procedere con le nomine del Presidente (dovrebbe toccare all’ex AD Bruno Burigana di Italgas) e dell’Amministratore delegato (in pole position c’è Stefano Tirinzi di ASM), in maniera congiunta. Bocciato l’ordine del giorno contrario di Italgas, che ha assunto un atteggiamento intransigente.
Secondo gli spifferi che sono usciti dalla riunione, il clima era tutt’altro che rilassato. ASM e Acea da una parte hanno cercato di promuovere il dialogo e garantire il futuro sviluppo dell’azienda. Italags ha invece sposato la linea dura. Da muoia Sansone con tutti i filistei. L’ordine del giorno approvato, però, promuove anche il dialogo tra le parti. Che hanno cominciato a confrontarsi con scambi epistolari intensificatisi nelle ultime settimane. Ma che sono sempre all’insegna della piena contrapposizione.
La partita, però, è strategica per il destino stesso delle utility territoriali. E le minacce di scioglimento fanno invece parte della tattica prima del redde rationem.
In gioco il ruolo in Umbria dei grandi player che giocano il risiko del posizionamento nazionale
Presente in tutta Italia con Italgas Reti e poi nella distribuzione in Sardegna, Toscana e Umbria, la società leader nazionale nata a Torino e quotata a Milano, ha fatto scadere la concessione della rete del gas del ternano ed ha creato un forte contenzioso con Terni Reti. Che si sarebbe dovuto chiudere con una transazione col Comune di Terni che ASM e Acea si sono impegnate a portare in goal.
Da qui il ribaltone e il cambio di equilibri. Con Acea (che controlla ASM) che, inserendosi anche nel settore gas, avrebbe un ruolo sempre più importante in Umbria. Spostando l’asse del controllo del mercato delle commodity energetiche, ambientali e dei servizi a rete verso la Capitale.
Scontro tra grandi gruppi per il posizionamento nazionale che si gioca a Terni, dunque. Con Italgas che non vuole perdere la bandierina piantata in Umbria. Ma che – continuando a sbandierare il rischio dello scioglimento – andrebbe a perdere a zero l’intero valore della sua partecipazione azionaria in Umbria Distribuzione Gas. Acea e ASM, nella delicata partita di poker, continuano a dare le carte e ad andare a vedere i punti dell’avversario. Intanto il tempo stringe e la società, già commissariata dal Tribunale di Perugia (che ha nominato un curatore speciale) deve cominciare ad operare. Adesso per farlo c’è un mandato chiaro dell’Assemblea degli azionisti.