Quello della dispersione scolastica è un fenomeno molto complesso che desta un comprensibile allarme sociale. Una popolazione scarsamente istruita, che non è in grado di svolgere compiti semplici, come la comprensione di un testo o di esercitare le minime capacità critiche, implica conseguenze la cui portata non può essere sottovalutata. I cosiddetti “analfabeti funzionali“, ovvero le persone che pur sapendo leggere e scrivere, sono incapaci di elaborare adeguatamente le informazioni per orientarsi nel vivere quotidiano, come dimostrato da innumerevoli studi, sono anche i più fragili, coloro che più facilmente possono andare incontro a crimine e povertà. Con inevitabili preoccupanti ricadute a livello socioeconomico.
Quando un giovane abbandona l’istruzione sorgono molti interrogativi e ci si chiede sempre, se fosse stato possibile evitarlo. L’efficacia delle misure che le istituzioni mettono in campo per arginare il fenomeno, in questo senso può rivelarsi fondamentale. Ed è proprio ciò che sta accadendo in Umbria che guadagna la medaglia d’oro italiana come regione più virtuosa sul fronte del contrasto alla dispersione scolastica.
L’Umbria è la regione con la minore dispersione scolastica a livello nazionale
Dal report appena pubblicato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre su dati Eurostat e Istat, emerge cha a fronte di una media nazionale del 10,5% di dispersione scolastica, l’Umbria è stata in grado di (quasi) dimezzare il dato, attestandosi al 5,6% di popolazione studentesca che abbandona gli studi. Un dato che ha visto un decremento costante negli ultimi cinque anni, così come sottolineato anche dall’assessora regionale all’Istruzione, Paola Agabiti.
“Siamo orgogliosi di questo risultato – ha detto Agabiti – che deriva dal lavoro di qualità ed impegno della Regione e di tutte le istituzioni scolastiche e formative coinvolte sul territorio. Un lavoro il nostro, volto al rafforzamento negli anni dell’offerta formativa specifica per la fascia più soggetta all’abbandono degli studi che nel 2019 contava il 9,3 per cento della popolazione dei giovani con l’obbligo di istruzione e formazione e nel 2022 il 7,3 per cento”.
Agabiti: “Ottimi risultati grazie agli investimenti regionali”
Secondo Agabiti, l’eccellente risultato dell’Umbria è la conseguenza di politiche regionali mirate che hanno visto negli anni “un notevole incremento degli investimenti regionali attuato negli ultimi anni sulla filiera dell’istruzione e formazione professionale (IeFP) che, a partire dall’annualità 2022/2023, ha visto un utilizzo sempre più importante di fondi nazionali e comunitari passando dai 4.082.595,00 per l’anno formativo 2022/2023, ai 7.068.105,00 per l’anno formativo 2023/2024“.
Quasi triplicato in tre anni il numero di iscritti ai vari corsi di formazione, “che sono passati da circa 150 nel 2021, a 227 iscritti al primo anno IeFP nell’anno formativo 2022/2023 e a 441 iscritti (369 al primo anno IeFP e 72 al quarto anno IeFP) nell’anno formativo 2023/2024” ha evidenziato Agabiti.
Fondamentale il sostegno alle famiglie con figli in età scolare. Nei tre anni dal 2020 al 2023 la Regione ha destinato oltre 10 milioni di euro per le borse di studio destinate agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Nel triennio sono state infatti erogate 23.898 borse di studio per 10 milioni 224.800. euro. Mentre per l’anno scolastico 2023/24 sono in ancora in corso le istruttorie per n. 10.675 borse di studio a cui sono destinati complessivamente 4 milioni e 270mila euro.
“Siamo sempre più convinti che investire sullo studio e sulle conoscenze professionali renda cittadini liberi e aperti al cambiamento e alla crescita, nonché professionisti competenti e competitivi nel mondo del lavoro” ha detto ancora Agabiti. “I nostri giovani hanno il diritto di poter scegliere il loro futuro e il percorso di studi in un ventaglio di opportunità senza sentire l’obbligo di dover percorrere solo una via pur sapendo che non arriveranno alla fine” ha concluso l’assessora regionale.