Prima il ricorso straordinario direttamente al Presidente Mattarella e ora la prospettiva del commissarimento delle deleghe. L'Umbria si oppone, da tempo ormai, al dimensionamento scolastico imposto dal Governo. In più occasioni l'assessore regionale alla Scuola, Fabio Barcaioli, ha espresso forti perplessità in merito alla direttiva ministeriale che impone i tagli delle direzioni scolastiche, che passerebbero dalle attuali 132 alle 130 previste dal Ministero. Un'opposizione motivata sia dal il numero di studenti effettivamente iscritti sia dal rispetto di peculiarità e esigenze del territorio umbro. Nel frattempo dal Mim è arrivata una nuova diffica, la terza, alla Regione Umbria e a tutte le Regioni che non hanno completato il piano di riduzioni richiesto a livello nazionale. In Terza commissione l'assessore ha spiegato perché chiederà il commissariamento delle deleghe al Ministero. L'atto è stato approvato a maggioranza.
"La diffida - ha affermato Barcaioli - ribadisce gli oneri relativi al mancato rispetto degli obiettivi del Pnrr, fissa il nuovo termine al 18 dicembre e prospetta un commissariamento ministeriale delle deleghe relative all’istruzione".
La Giunta ha sì individuato due dimensionamenti - uno a Gubbio e l'altro a Terni - però l'efficacia del provvedimento è attualmente sospesa "fino al pronunciamento dei Tar e del Consiglio di Stato, previsto per i primi mesi del 2026".
Il nodo è sempre il Ministero che dal canto suo, non ha accettato la sospensione e la questione dei tempi si è fatta più complessa. "Lo stesso Ministero – ha sottolineato Barcaioli - che non ha ascoltato le richieste dell’Umbria e non ci ha fornito la possibilità di avviare un confronto su scelte che ci penalizzano. L’aumento di 80 autonomie scolastiche su scala nazionale non ha portato nulla all’Umbria, a cui sono state assegnate un numero di autonomie che non corrisponde al reale numero degli studenti". Di qui la decisione: "Martedì 9 dicembre chiederemo al Ministro di non aspettare il 18 dicembre, visto che non cambieremo la nostra decisione, ma di procedere direttamente con il commissariamento".
Sulla questione del dimensionamento scolastico è intervenuto anche il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti chiarendo alcuni punti rispetto alle competenze dalla Provincia, al percorso intrapreso con i Comuni interessati e al fatto che con la Regione ci sia unità d'intenti.
"La Provincia non ha alcuna competenza per quanto riguarda il dimensionamento scolastico imposto alle Regioni - compresa la nostra - in termini perentori ed ultimativi dal Governo nazionale, nella persona del ministro Valditara" ha spiegato. Presciutti ha aggiunto che la Provincia ha operato unicamente nell’ambito della propria funzione di programmazione della rete scolastica, attribuita dalla legge Delrio, secondo i criteri previsti dalla normativa nazionale, dall'Ufficio scolastico regionale e dalla Regione stessa.
Presciutti ha ricordato che la Provincia ha dialogato con i Comuni coinvolti dalla direttiva ministeriale, a partire da quelli potenzialmente interessati da un dimensionamento "senza mai imporre scelte dall’alto".
Al termine degli incontri, solo i Comuni di Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Foligno hanno trasmesso atti formali contenenti proposte condivise da cui sono stati individuati due dimensionamenti scolastici, inviati alla Regione Umbria secondo le procedure previste. Fa eccezione il Comune di Gubbio, che ha comunicato alla Provincia il proprio diniego ad ogni tipo di dimensionamento. "Di fronte a questa posizione – ha precisato – la Provincia non ha deliberato nulla per le scuole di Gubbio" perché la competenza finale spetta alla Regione.
Infine, relativamente all'obbligo normativo nazionale e all'imposizione del Governo, peraltro non condivisa né dalla Provincia, né dalla Regione, di ridurre ulteriori due autonomie entro il 30 novembre 2025, la Regione ha provveduto d’ufficio a intervenire su un’autonomia di Gubbio e una del Comune di Terni. Ed è qui che è intervenuta la sospensione in via cautelativa di cui parlava Barcaioli, in attesa dell’esito dei ricorsi presentati.
"Risulta pertanto privo di ogni fondamento" l'attribuire alla Provincia "responsabilità che sono invece interamente riconducibili al quadro deciso dal Governo nazionale, che ha diffidato la Regione – insieme ad altre cinque in Italia – ad agire entro scadenze perentorie" ha dichiarato Presciutti.
"La Provincia di Perugia - ha concluso -, come sempre, ha garantito ascolto e collaborazione, certificata da tutti gli atti prodotti, e proprio per questo si dissocia da ogni tipo di bassa speculazione politica o partitica, priva di fondamento. Restiamo totalmente a disposizione dei Comuni per continuare a costruire percorsi condivisi, così come abbiamo sempre fatto".