L’allarme siccità cresce sempre di più in Umbria: parliamo, ormai, di una criticità media con un trend che è addirittura in peggioramento. È questo quanto emerge in base al quadro restituito dall’ultimo Rapporto sulla situazione idrica in Umbria, discusso la settimana scorsa nel corso della riunione dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale.

Siccità in Umbria il dato e la crisi delle piogge

Tra i fattori maggiormente incidenti sulla crisi della siccità in Umbria vi è, senz’altro, la scarsezza di piogge. Tra settembre 2023 e maggio 2024, infatti, l’Umbria ha registrato un deficit del 12% nelle precipitazioni, nonostante le rilevanti piogge di novembre, marzo e maggio. I picchi di oltre il 40% tra dicembre e febbraio non sono stati sufficienti per recuperare il deficit accumulato nei mesi precedenti. Questa situazione ha messo sotto pressione i sistemi idrici sotterranei, portando i livelli delle falde e delle portate delle sorgenti a essere inferiori alle medie storiche.

La crisi che emerge dal rapporto siccità dell’Umbria

Il Rapporto sottolinea la necessità di affrontare la situazione idrica con urgenza e lungimiranza. Gli investimenti in termini infrastrutture, il monitoraggio costante e l’adozione di strategie di gestione sostenibile delle risorse idriche sono essenziali per garantire un futuro più sicuro per l’Umbria.

Nel report viene spiegato come: “Non si può più affrontare con azioni emergenziali, bensì con una strategia a medio e lungo termine. Le Centrali dovranno essere la costituzione e lo sviluppo delle reti di monitoraggio e dei modelli di analisi, nonché investimenti per assicurare la resilienza dei maggiori sistemi antropici e naturali”.

La situazione del lago Trasimeno: l’emblema della crisi

Una fotografia della crisi, emblema della siccità, è la situazione del lago Trasimeno che risulta essere particolarmente preoccupante. A inizio giugno, il livello era pari a -1,24 metri sotto lo zero idrometrico, il dato peggiore dal biennio 2003-2004. Le previsioni per settembre indicano un possibile -1,70 metri. Le serie storiche dal 1968 mostrano una diminuzione dell’incremento durante i mesi da agosto ad aprile, suggerendo che, se il trend proseguirà, i livelli continueranno a diminuire nei prossimi anni.

Le dighe ed i sorgenti

L’invaso di Montedoglio attualmente contiene 120 milioni di metri cubi, il massimo invasabile in questa fase, con una previsione di arrivare a 130 milioni al termine dei lavori. La diga di Arezzo, utilizzata dal comprensorio irriguo della Valle umbra sud, ha un volume disponibile per l’irrigazione pari al 67%, insufficiente per soddisfare i bisogni.

Le sorgenti presentano portate superiori alle medie dei periodi siccitosi, ma non sufficienti per evitare problemi durante la tarda estate. Le simulazioni – viene speigato nel report – indicano un deficit complessivo di 510 litri al secondo a metà settembre.

La serie storica ed il monitoraggio

Le serie storiche delle sorgenti Bagnara e Lupa dal 1998 al 2024 mostrano un trend negativo nella portata media. Se questo trend dovesse continuare, si prevedrebbe una rilevante crisi idrica sempre crescente. Gli esperti sottolineano l’importanza di creare sistemi di monitoraggio con serie storiche più lunghe per comprendere meglio il futuro. Gli investimenti in questo settore sono cruciali per affrontare le sfide future.

Peggio del 2022

La situazione attuale preannuncia condizioni simili, se non peggiori, rispetto al 2022. Anno orribile della siccità in Umbria. Le elevate temperature previste porteranno a un aumento dell’evaporazione e della traspirazione del suolo, aumentando la domanda di acqua, soprattutto nel settore agricolo. L’Umbria rischia di essere nuovamente inserita nelle zone di emergenza se la situazione non migliorerà.

Il quadro presentato dal rapporto è preoccupante ma non insormontabile, a patto che si agisca tempestivamente e con decisione. La Regione dovrà lavorare a stretto contatto con l’Autorità di bacino e altre istituzioni per sviluppare soluzioni che possano mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e preservare le risorse idriche per le generazioni future.