13 sì dalla maggioranza e 8 no dall'opposizione. Con questi voti il Consiglio regionale dell'Umbria nel pomeriggio di ieri, 23 dicembre, ha approvato la Legge di stabilità 2026 e il Bilancio di previsione della Regione Umbria 2026-2028. Una seduta fiume a un anno dall'inizio del govero Proietti che ha visto una chiara spaccatura. Prima del voto finale, sono stati respinti 10 emendamenti proposti dalla minoranza, 7 alla Legge di stabilità e 3 al Bilancio.
Per la maggioranza è intervento il consigliere del PD Francesco Filipponi illustrando numeri e dettagli del Bilancio definendolo "di innovazione e discontinuità" da cui emerge "un'Umbria policentrica, con alcune idee di sviluppo fondamentali". In previsione ci sono entrate per circa 4,5 miliardi con cofinanziamento dei fondi europei per circa 300 milioni di euro a garanzia dei servizi agli umbri. Nel dettaglio ci sono il raddoppio dei fondi per la disabilità; nuovi fondi per l'integrazione scolastica che arriveranno a 9,5 milioni nel 2026 cui si aggiunge "il raddoppio dei fondi extra lea per 2 milioni di euro".
"Il bilancio - ha spiegato Filipponi - prevede 62 milioni nel triennio per garantire l'iter della gara per il Tpl e viene sterilizzato ogni tipo di aumento delle tariffe. Per l'housing sociale ci sono 20 milioni di euro dove non c'era nulla, e l'avvio di un nuovo piano casa". E ancora: "1,8 milioni per la sostituzione delle caldaie, 9 milioni a sostegno dell’aeroporto, 6 milioni per la manutenzione delle strade. Le politiche per la famiglia hanno 524mila euro, incrementati di ulteriori 918mila euro, per la realizzazione e il potenziamento dei centri per la famiglia".
"Gli stanziamenti complessivi - ha spiegato - sono di 4 miliardi 482 milioni nel 2026, 4 miliardi 39 milioni nel 2027, e 3 miliardi 982 milioni nel 2028, con una previsione di cassa per il 2026 di 5 miliardi e 763 milioni di euro. Particolarmente significativo è il Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa, pari a 329,4 milioni di euro".
L'assessore al Bilancio Tommaso Bori ha definito la manovra di "totale discontinuità rispetto al passato" grazie alla quale "ricadranno sul tessuto umbro mezzo miliardo di euro di risorse tra agricoltura, imprese e sociale". "Questo bilancio - ha affermato - non è soltanto un insieme di numeri, ma esprime le scelte di un progetto politico regionale: una visione di comunità, un impegno verso un futuro più equo, più inclusivo e più sostenibile per tutte le cittadine e tutti i cittadini dell’Umbria, per le loro famiglie e per il nostro sistema produttivo".
Acceso il dibattito in aula. L'opposzione ha criticato aspramente la pressione fiscale insistendo sulla mancanza di visione e di riforme strutturali, soprattutto relativamente alla sanità. Il capogruppo della Lega, Enrico Melasecche ha parlato di "una narrazione falsata, rispetto a numeri e realtà" dove "il riferimento, in negativo, al passato è continuo, come avvenuto sulla sanità, con numeri peraltro inventati. Una narrazione che ha portato fortuna all'attuale maggioranza ma che ora si scontra con i veri problemi. Una narrazione che dimentica quale era la situazione nel 2019, con la successiva pandemia. I contribuenti vedranno a gennaio gli effetti dell’incremento delle tasse con cui vengono finanziati questi interventi".
Fortemente critica anche la consigliera della Lega Donatella Tesei che ha annunciato una "ferma opposizione a un bilancio di previsione senza alcuna prospettiva di sviluppo". In particolare, ha osservato, "non si fa altro che andare avanti con le tantissime risorse che abbiamo intercettato noi, come i fondi strutturali". "Si stanno utilizzando gli stessi identici bandi fatti da noi - ha aggiunto - e l'unica novità devastante di questo bilancio sono i 184 milioni di euro di tasse che non servivano mentre si sente ancora raccontare la bugia che fossero necessarie per riequilibrare i bilanci della sanità".
Tesei ha definito la manovra "assolutamente sbilanciata e non necessaria. Si continuano a raccontare bugie su una trasformazione della sanità che c'è stata ma in peggio. Le liste d'attesa che avevano garantito di azzerare in tre mesi si sono in realtà sono più che raddoppiate. Non si vedono all'orizzonte riforme strutturali".
Sulla stessa linea la consigliera Paola Agabiti (FdI) che ha parlato di "un libro dei sogni, ma purtroppo per gli umbri è un risveglio molto amaro. Un bilancio che nega una visione di futuro all'Umbria, che rinuncia a investire sulle potenzialità del nostro territorio e che sceglie consapevolmente la strada dell'inerzia".
Fiduciosa la presidente Proietti. "Con questo bilancio vogliamo reimmettere solidità e fiducia - ha commentato -. L’Umbria, con queste basi solide, è capace di vincere e di primeggiare nel mondo, è capace di essere attrattiva non solo a livello turistico ma anche per gli investimenti. Questo sarà possibile se è un'Umbria che costruiamo insieme, un'Umbria con tutti, un'Umbria per tutti. Se mette al centro il sistema del welfare innovativo allora può costruire un sistema economico solido". La governatrice ha fatto riferimento anche al contesto nazionale dove "non si vede la prospettiva di sviluppo" aggiungedo che "noi oggi facciamo la nostra manovra senza quella dello Stato, che non è ancora stata approvata".