L'Umbria entra ufficialmente a far parte del network nazionale 'Connessioni rurali. Open farms, dal laboratorio al campo'. Il progetto è promosso dal Masaf, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nell’ambito della Rete nazionale della PAC, ovvero il piano strategico per la Politica Agricola Comune.
Aderendo a 'Connessioni rurali' la Regione Umbria entra così a far parte di una rete di collaborazione con le altre Regioni italiane, le università e gli enti di ricerca, contribuendo alla costruzione di un sistema di conoscenze e innovazione a livello nazionale ed europeo. L'adesione è stata approvata su proposta dell'assessora regionale all'Agricoltura, Simona Meloni e all'orizzonte si profilano importanti novità per lo sviluppo territoriale e opportunità rivolte ai giovani.
L’iniziativa nasce per promuovere nuovi percorsi formativi e a tale scopo verranno messe in campo attività di condivisione, disseminazione di conoscenze e scambio di buone pratiche in tema di politiche dello sviluppo rurale. Il progetto si rivolge agli studenti universitari umbri dei corsi di laurea in Scienze agrarie e settori affini e si svolgerà in collaborazione con il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università degli Studi di Perugia.
Le attività previste dal protocollo d’intesa, spiega una nota regionale, comprendono momenti di formazione in presenza e online, laboratori pratici e mini-camp, oltre a eventi di divulgazione. Le varie iniziative verranno coperte completamente da fondi nazionali e regionali. Dal Feasr – Rete nazionale della PAC 2025 per quanto riguarda i costi relativi a docenze, vitto, alloggio, trasporto locale, materiali didattici e piattaforme digitali. A carico dell’amministrazione regionale saranno invece le spese per il trasporto degli studenti da e per le sedi dei mini-camp e le assicurazioni per i partecipanti.
Entusiasta l'assessora Meloni che ha sottolineato come l'adesione al protocollo 'Connessioni rurali' rappresenti un ponte tra i giovani e il settore agricolo.
"Con questo atto – ha dichiarato – l’Umbria rafforza il proprio ruolo nella rete nazionale della PAC, investendo nella formazione dei giovani e nel trasferimento delle conoscenze tra mondo accademico e imprese agricole. È una scelta che guarda al futuro, perché significa valorizzare i nostri territori, favorire l’innovazione e sostenere chi vorrà intraprendere nel settore agricolo con competenze solide e aggiornate".
Il progetto, ha spiegato, sarà "un’occasione importante per coniugare l’apprendimento con il servizio sul campo. I giovani avranno la possibilità di vivere esperienze dirette in azienda, di confrontarsi con le nuove sfide della transizione ecologica e digitale e di acquisire competenze chiave che saranno decisive per il futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare in Umbria".
Il 2024 ha segnato il trionfo dell'agricoltura italiana sui mercati nazionali e internazionali. Con un giro d'affari che nel 2024 ha superato i 42 miliardi, l'Italia rappresenta il primo Paese UE per produzione. Nel Bel Paese, quasi la metà del territorio nazionale è gestita da agricoltori e, da quanto emerso dall'ultimo rapporto Istat, alle campagne italiane spetta anche il primato continentale per aziende agricole biologiche.
Il primario traina l'economia italiana ma è anche un settore delicato e attaccato su più fronti: cambiamenti climatici, epidemie e concorrenza sleale dai mercati esteri pongono questioni urgenti sul piano della tutela. In questo senso favorire il ricambio generazionale introducendo innovazioni nel rispetto del lavoro e dell'ambiente, rappresenta certamente una garanzia di continuità e crescita per il settore.
L'Umbria ha una identità rurale fortemente radicata e non è raro vedere giovani che scelgono di dedicarsi all'agricoltura, spesso con proposte innovative, sottraendo i territori all'incuria e restituendoli a nuova vita. Un patrimonio quello rurale, alla cui salvaguardia concorrono tutti, tanto chi coltiva quanto chi scegli di acquistare dai produttori locali.