Il Consiglio Regione dell’Umbria ha approvato, martedì 22 aprile 2024, la legge regionale volta a promuovere le comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo collettiva dell’energia rinnovabile. La proposta, era stata presentata nella commissione competente dal consigliere leghista Daniele Carissimi, ed era poi stata supportata da tutti i componenti.

Cosa che ha conferito un imprinting bipartisan ad una importante legge che mette l’Umbria sulla scia delle direttive dell’Unione Europea. Dopo un processo di sviluppo lungo oltre due anni, infatti, la legge è stata accolta all’unanimità, evidenziando un raro consenso politico sul tema dell’energia sostenibile.

Umbria, cosa prevede la legge sulla comunità energetiche

Il provvedimento prevede l’immediata implementazione di nuove politiche energetiche che facilitino la transizione verso un sistema più sostenibile e riducano la dipendenza energetica dell’Italia da fonti estere. Le comunità energetiche rinnovabili e i gruppi di autoconsumo collettivo, come specificato dalla legge, permetteranno a cittadini, imprese ed enti di unirsi per produrre e condividere energia rinnovabile localmente.

Una legislazione importante ed urgente alla luce della recente crisi dei prezzi di luce e gas che ha colpito duramente le famiglie italiane, con il 16% della popolazione che fatica a mantenere adeguatamente illuminate o riscaldate le proprie abitazioni. La povertà energetica, un problema che affligge circa 50 milioni di persone solo in Europa, è al centro delle preoccupazioni che questa legge si propone di affrontare.

L’iter della legge

La legge sulle comunità energetiche dell’Umbria, come dicevamo, è stata portata avanti ed approvata all’unanimità. L’iter era partito con il voto unanime dei presenti commissari (Mancini, Castellari, Pastorelli, Rondini, Lega; Bianconi, Misto; Bettarelli, Pd; De Luca, M5S) che, all’interno della Seconda Commissione della Regione Umbria, hanno approvato la proposta di legge che prevede la ‘Promozione delle Comunità energetiche rinnovabili”.

Carissimi: “Una grande soddisfazione”

È palpabile la soddisfazione di Daniele Carissimi, consigliere e primo firmatario della proposta di legge, che ha commentato: “È una grande soddisfazione e il coronamento di un percorso lungo e impegnativo. Questa legge, che considero un risultato fondamentale tra quelli che mi sono prefissato di raggiungere nel corso del mio mandato, ha richiesto un lavoro di più di due anni e solo alla fine di un complesso iter ha raccolto il consenso necessario per presentarla al voto dell’Assemblea Legislativa”.

Ringrazio tutto il gruppo Lega – ha aggiunto il presidente della Seconda Commissione Mancini – che malgrado un quadro normativo nazionale in via di definizione, grazie alla forte volontà politica, ha approvato questa legge che porterà vantaggio alle famiglie e alle imprese, falcidiate in questi anni da rincari energetici ingiustificati che questo documento punta a contrastare, difendendo i ceti più deboli”.

Il campo progressista non ci sta: “La Lega mente”

Nonostante la legge sia nata con uno spirito bipartisan, non sono mancate le polemiche in aula e al di fuori si essa. In queste ore si sta facendo sentire il capo progressista, quello all’opposizione della maggioranza che sostiene la governatrice Tesei, per mezzo delle parole del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. I consiglieri Thomas De Luca, M5s, e Michele Bettarelli, Pd, hanno dichiarato in una nota: “il progetto di legge votato ieri all’unanimità sottolineano, non risulta essere mai stato sottoscritto da tutto il gruppo della Lega”.

“Stando agli atti ufficiali infatti – proseguono – i consiglieri regionali Rondini e Puletti non lo hanno mai firmato, così come afferma erroneamente l’ufficio stampa del Carroccio. Ma ciò che appare più grave è aver omesso il fatto che la legge è stata approvata con 17 voti favorevoli, di cui solo otto dalla maggioranza e nove della minoranza. Non ci stupisce dunque il fatto che, in qualità di firmatari ed co-estensori di questa legge siamo stati volutamente fatti passare come estranei al provvedimento quando, in verità, lo abbiamo promosso per primi oltre tre anni e poi sostenuto con forza e responsabilità”.