Con la serata finale pop punk ‘Rebel Sunday’ di domenica 7 luglio a ingresso gratuito – insieme a La Sad, Vanilla e Bambole di Pezza – ha salutato la città di Perugia, dandole già appuntamento al prossimo anno, l’11esima edizione del festival ‘L’Umbria che spacca’.

Dopo oltre 30 concerti e appuntamenti, circa 200 artisti coinvolti e 59 band ospiti, i Giardini del Frontone, da mercoledì 5 luglio gremiti di persone dalla prima all’ultima serata, hanno chiuso grandiosamente il sipario a una cinque giorni piena di musica, talk e incontri nel centro storico di Perugia dalle 6 del mattino fino alle 1 di notte.

‘L’Umbria che spacca’ 2024

Successo senza precedenti per l’edizione n. 11 del festival musicale ‘L’Umbria che spacca’, che quest’anno è riuscito perfino a superare la soglia dei 10mila biglietti venduti. Per la precisione 10.634, grazie, in particolare modo, ai concerti sold out di Mahmood e della coppia rap Salmo e Noyz Narcos. Ma a varcare il ‘Main Stage’ dei Giardini del Frontone, raccogliendo il calore del pubblico, sono stati anche il duo Colapesce e Dimartino e il giovane cantautore Fulminacci.

Altrettanto sold out, comunque, tutti gli altri palcoscenici del festival: otto in totale quest’anno sparsi per la città di Perugia. Folle di persone in festa hanno girovagato per il capoluogo umbro, dai risvegli musicali del ‘Garden Stage‘ presso l’Orto botanico medievale ai concerti in modalità interviste presso la Galleria nazionale dell’Umbria per ‘La Galleria che spacca’.

Così come molto partecipate sono state le esibizioni e i dj set all’‘UniPg Stage’ nel parcheggio della Facoltà di Agraria o la ‘Chill Area’ allestita davanti all’ingresso del Frontone stesso. Senza dimenticare le novità di quest’edizione, ‘Deejays for Breakfast’ al T-Trane Record Store. Numerosi e coinvolgenti sono stati altresì gli incontri, tra divulgazione sociale e intelligenza artificiale, per ‘UniStraPg Stage’ nel rooftop di Palazzo Gallenga e ‘StageGPT’, organizzato in collaborazione con la Regione Umbria, nella sede dell’associazione Tangram.

La manifestazione è stata, tra l’altro, popolare soprattutto tra i giovani di Perugia e dintorni: oltre ai biglietti venduti, infatti, hanno toccato quota 10mila le presenze che hanno gravitato nella zona dei palchi serali ogni giorno, animando l’acropoli perugina per 24 ore e a 360 gradi.

Romizi e Mancini: “Già tanti progetti per il futuro”

“L’edizione 2024 di ‘L’Umbria Che Spacca’ è stata ancora una volta la dimostrazione di come si possano fare cose enormi partendo dal basso, di come c’è ancora una popolazione giovanile che ha voglia di mettersi in gioco con competenza, freschezza e maturità“: è quanto hanno affermato, al termine dell’edizione n. 11 del festival, il direttore artistico Aimone Romizi e il presidente dell’associazione organizzatrice Roghers Staff APS Andrea Mancini.

“Sappiamo bene quali ancora possono essere i nostri margini di miglioramento e ringraziamo davvero tutte le istituzioni, i partner e gli sponsor che ci accompagnano in questo percorso – hanno dichiarato –Abbiamo già molti progetti per il futuro e chiediamo per l’associazione un sostegno strutturale e continuativo per permetterci di crescere e consolidarci nel tempo”.

Oltre alle istituzioni e ai vari partner coinvolti, Romizi e Mancini hanno desiderato ringraziare sentitamente tutto lo staff del festival, compresi gli oltre 100 giovani volontari che si sono messi a disposizione con grande energia.

Contemporaneità e territorialità

A caratterizzare l’undicesima edizione de ‘L’Umbria che spacca’, è stato uno spiccato slancio verso la contemporaneità, reso possibile – secondo gli organizzatori del festival – “dando spazio a tutto quello che arriva dalle radio, che gira nei social, su spotify e su youtube”.

Un altro importante obiettivo della manifestazione musicale è stato quello di promuovere la territorialità, vale a dire la città di Perugia e la regione dell’Umbria, laddove le band e gli artisti locali hanno potuto suonare di spalla agli ospiti illustri.

‘L’Umbria che spacca’ 2024, quindi, si è confermata a tutti gli effetti quale opportunità unica per chi realizza musica originale sul territorio regionale, al fine di mettersi in gioco e conquistare il palco e l’affetto del pubblico.