Le carceri dell’Umbria sono in evidente sovraffollamento. Una tendenza, in linea con i numeri di tutta l’Italia, che inizia a preoccupare se non a rasentare quella che potremmo definire senza troppi giri di parole: una crisi penitenziaria. A dirlo è il recente dossier divulgato dall’associazione Antigone dal drammatico titolo: “Nodo alla gola”.

Sovraffollamento carceri in Umbria: i dati

Il tasso di sovraffollamento nelle carceri dell’Umbria supera il limite. È questo il critico sottotesto del report di Antigone. All’interno del quale leggiamo di una situazione carceraria con una capacità complessiva di 1.345 posti fronteggiata da una popolazione carceraria di 1.548 detenuti al 31 marzo, pari a un sovraffollamento del 115,1%.

I dati sono ancor più gravi se confrontati con altre regioni italiane come Puglia, Lombardia e Veneto, che registrano percentuali ancora più elevate. Approfondendo la questione dell’Umbria, sul report leggiamo che: a Perugia sono 421 i detenuti a fronte di 363 posti, a Terni 556 per 422 posti, a Spoleto 456 per 462 posti e a Orvieto 115 per 98 posti.

Problemi anche nel metodo: l’impatto negativo dell’isolamento

Un altro problema critico è l’uso frequente dell’isolamento disciplinare. Il quale si verifica, per restare sulla situazione insistente in Umbria, soprattutto a Capanne una media di 117,91 provvedimenti di isolamento disciplinare applicati nel 2022 per ogni 100 detenuti. Tornando all’Umbria, i casi più preoccupanti si registrano ad Orvieto (media di 99,78) e Spoleto (40,57).

Il rapporto di Antigone sottolinea che l’isolamento, oltre a essere una misura punitiva, sta diventando uno strumento di controllo utilizzato in modo sproporzionato nei confronti di detenuti ritenuti problematici, spesso a causa delle loro condizioni di marginalità o disturbi psichiatrici. Questo approccio non solo è controproducente ma anche dannoso, aggravando il disagio psicologico e fisico dei detenuti.

Escalation di suicidi

Ma il dato più grave, oltre a quello del sovraffollamento delle carceri in Umbria, è quello relativo ai suicidi in carcere. Anche questo, un problema diffuso su tutta la penisola. Tuttavia, nello specifico, un’escalation preoccupante di suicidi nelle carceri umbre solleva interrogativi urgenti sulle condizioni di detenzione e sulla capacità delle istituzioni di garantire la sicurezza e il benessere dei detenuti. Secondo dossier Antigone, infatti, sono cinque detenuti hanno perso la vita per suicidio nell’ultimo anno, evidenziando una crisi profonda che affligge il sistema penitenziario della regione.

Le statistiche nazionali rivelano che l’Umbria non è un’eccezione, con 101 suicidi registrati in tutto il paese dal 2023 ad aprile di quest’anno, di cui 30 nei primi quattro mesi del 2023. La situazione in Umbria è aggravata dalla mancanza di strutture adeguate, come le Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), nonostante le promesse delle autorità locali.

Focus sulla salute mentale

È chiaro quanto ci sia bisogno di intervenire sulle strutture: nella direzione di evitare il sovraffollamento. Ma anche sulla salute mentale dei detenuti: per accompagnali, e non abbandonarli, in quello che auspicabilmente dovrebbe essere un percorso rieducativo e di reinserimento all’interno della società.

Nel report leggiamo: “in carcere la presenza di un diffuso disagio psichico rimane una delle problematiche più spesso segnalata: il 12 per cento delle persone detenute ha una diagnosi psichiatrica grave”. Quasi 6000 persone: “Fa regolarmente uso di stabilizzanti dell’umore, antipsicotici e antidepressivi» e «il 40 per cento fa uso di sedativi o ipnotici”.

Le sfide future

Le autorità carcerarie sono chiamate a rispondere a queste sfide con misure urgenti e sostanziali, mirando a una gestione più umana e rispettosa dei diritti fondamentali dei detenuti, nel tentativo di ridurre il tasso di suicidi e migliorare le condizioni di vita all’interno delle strutture detentive. La situazione richiede un’attenzione immediata, con la speranza che le promesse di miglioramento si traducano in azioni concrete e non rimangano solo buone intenzioni.