La Regione Umbria si muove per la caccia in deroga seguendo la scia di altre regioni come Toscana, Lombardia, Veneto, Liguria. In coordinamento con l’Onorevole Bruzzone, i consiglieri regionali della Lega, tra cui Manuela Puletti, Stefano Mancini, Luca Castellari, Laura Fioroni e Alberto Rondini, hanno scritto ai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente per richiedere una revisione significativa delle azioni da intraprendere da parte di Ispra. Questo segue una sentenza del Consiglio di Stato che obbliga l’istituto a fornire dati specifici richiesti dalle regioni per il prelievo venatorio in deroga.
Caccia in deroga in Umbria: la lettera della Lega al governo
Le Lega Umbria ha scritto al governo e, attraverso le parole della consigliera Manuela Puletti, sappiamo che è stato detto: “La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un vero punto di svolta. È la prova dell’inadempienza di Ispra sul fronte venatorio, una situazione che perdura da almeno dieci anni, come dimostrano le questioni irrisolte riguardanti i calendari venatori e l’individuazione delle cosiddette ‘piccole quantità’ per le deroghe di caccia”.
La posizione è chiara: la sentenza ha evidenziato un vero e proprio cortocircuito storico nel modo di operare di Ispra, descrivendolo come un percorso cronico che segue sempre la stessa linea, spesso ostacolante e con effetti paralizzanti sul mondo venatorio. Puletti aggiunge: “La determinazione ha portato a un risultato significativo: ora è possibile attivare il prelievo venatorio in deroga, non solo per la caccia ma anche per il rifornimento di richiami vivi tramite gli impianti di cattura autorizzati”.
L’appello alla Regione Umbria
Infine, un appello è stato rivolto all’assessore regionale Morroni affinché, se non già fatto, presenti ufficialmente la richiesta per la caccia in deroga a Ispra, rispettando la scadenza del 30 aprile prevista dalla legge. Dopo questa sentenza, che ha coinvolto consiglieri regionali in tutta Italia, si auspica l’apertura di un nuovo capitolo per la caccia in deroga a livello regionale, in attesa che la proposta di legge dell’onorevole Bruzzone diventi realtà.
Queste, nello specifico, le parole utilizzate dal Carroccio: “Concludiamo facendo un appello all’assessore Morroni affinché, se non l’avesse ancora fatto, inoltri ufficialmente la propria richiesta per la caccia in deroga ad Ispra, rispettando il termine previsto (30 aprile) dalla legge. Dopo questa sentenza che ha mobilitato decine di consiglieri regionali in tutta Italia, l’auspicio è quello di riaprire un capitolo nuovo sul fronte della caccia in deroga per le Regioni in attesa che la proposta di legge dell’on. Bruzzone diventi il prima possibile realtà”.
Che cos’è la caccia in deroga?
La caccia in deroga è una pratica consentita in circostanze particolari, dove le norme generali sulla caccia non si applicano. Questo tipo di caccia è permesso solo con condizioni stabilite dalla legge, principalmente per controllare le popolazioni di specie che possono causare danni significativi all’agricoltura o alla biodiversità. Le deroghe sono concesse solitamente quando non vi sono altre soluzioni praticabili o meno dannose per gestire tali popolazioni.
Le regioni si attivano
Le regioni italiane, seguendo procedure dettagliate, possono richiedere queste deroghe presentando studi e documentazioni che giustifichino la necessità di intervenire su determinate specie. Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha il compito di valutare queste richieste, assicurando che il prelievo delle specie in questione sia sostenibile e non pregiudichi la conservazione degli ecosistemi.
È quello che sta cercando di fare l’Umbria sulla scia della recente sentenza del Consiglio di Stato ha messo in luce la necessità di un approccio più trasparente e responsabile nell’applicazione delle deroghe, evidenziando come le azioni di Ispra debbano essere basate su dati concreti e aggiornati per garantire un equilibrio tra le necessità delle comunità locali e la protezione dell’ambiente naturale.