In occasione delle elezioni di giugno 2024 in Umbria si è verificato un certo grado di astensionismo. Gli elettori aventi diritto al voto sono stati 705.000. Di questi, l’affluenza alle urne ha mostrato variazioni tra le elezioni europee e quelle comunali. I dati mostrano un coinvolgimento degli elettori variabile, con una tendenza generale a una minore partecipazione rispetto agli anni precedenti.

La partecipazione elettorale rispetto ai decenni precedenti

L’analisi storica dell’affluenza elettorale a Terni rivela un cambiamento radicale nel comportamento degli elettori. Terni Today ha osservato una partecipazione quasi unanime negli anni ’70 e un calo costante nel corso degli anni.

Nel giugno del 1979, gli elettori italiani, inclusi quelli di Terni, furono chiamati a votare due volte in due settimane consecutive. Il 3 giugno si svolsero le elezioni politiche, seguite dalle elezioni europee il 10 giugno. Nonostante la doppia convocazione, la partecipazione fu straordinaria. Alle elezioni politiche si recarono alle urne 83.410 persone su 87.284 aventi diritto, rappresentando un’affluenza del 95,56%. Anche alle europee l’affluenza fu notevole, con il 92,13% degli elettori (80.562 su 87.275).

Negli ultimi anni, l’affluenza elettorale ha subito un calo significativo. Ad esempio, durante le elezioni amministrative del maggio 2014, tra il primo turno e il ballottaggio, si persero circa 25.000 voti, passando da oltre 60.000 a poco più di 35.000, registrando un minimo storico del 39,13%.

Le elezioni amministrative mostrano un trend preoccupante. Nel maggio 2014, l’affluenza al primo turno fu del 67,53% (60.615 votanti su 89.765 elettori), ma crollò al secondo turno. Nel giugno 2018, già il primo turno registrò una diminuzione con il 59,44% (53.011 votanti su 89.178 elettori), scendendo ulteriormente al secondo turno con il 47,49% (42.351 votanti su 89.178 elettori). Nel maggio 2023, solo il 56,87% degli elettori partecipò al primo turno (49.834 su 87.622), con un ulteriore calo al secondo turno al 43,22% (37.959).

(66.371 votanti su 86.250 elettori). Cinque anni dopo, nel marzo 2018, si osservò una leggera flessione con un’affluenza del 75,61% (63.827 votanti su 84.412 elettori). L’affluenza più bassa si registrò nel settembre 2022, con solo il 66,32% degli elettori (54.614 su 82.355).

Anche le elezioni europee hanno visto un calo significativo. Nel maggio 2014, l’affluenza fu del 68,98% (60.253 votanti), scendendo al 56,05% nel maggio 2019 (48.249 votanti su 86.083 elettori). L’ultimo dato, risalente al maggio scorso, mostra un’ulteriore diminuzione al 46,13% (39.113 votanti su 84.796 elettori).

Umbria, il fenomeno dell’astensionismo in crescita

L’astensionismo nelle elezioni umbre del 2024 ha evidenziato un crescente disinteresse degli elettori, rispecchiando una tendenza che si osserva anche a livello nazionale e europeo. 

L’affluenza alle urne per le elezioni comunali in Umbria è stata del 35,41%, con una partecipazione leggermente superiore nella provincia di Terni (37,70%) rispetto a Perugia (35,09%). Per le elezioni europee, l’affluenza è stata ancora più bassa, fermandosi al 29,91%.

Le cause di questo fenomeno sono molteplici. Innanzitutto, c’è una crescente disaffezione verso la politica, percepita come distante e inefficace. Molti elettori, soprattutto i giovani, si sentono alienati e non rappresentati dalle attuali forze politiche. L’analisi del Censis pre-elezioni ha evidenziato come l’incremento dell’astensionismo sia correlato a crisi economiche e politiche controverse durante la pandemia. In particolare, le regioni come l’Umbria hanno visto una significativa diminuzione dei redditi pro capite, contribuendo al malcontento generale.

Inoltre, la fiducia nei confronti delle istituzioni politiche è ai minimi storici. Secondo un rapporto del 2021 sul benessere equo e sostenibile curato dall’Istat, i partiti politici ottengono un punteggio medio di fiducia di soli 3,3 su una scala da 0 a 10. Questo sentimento di sfiducia è amplificato dalla percezione che le campagne elettorali non affrontino adeguatamente i problemi reali della popolazione, aggravando la sensazione di disconnessione tra i cittadini e la classe politica.

La combinazione di questi fattori ha portato a un significativo calo della partecipazione elettorale, un segnale preoccupante per la democrazia, che richiede un maggiore impegno da parte delle istituzioni per riconquistare la fiducia degli elettori e coinvolgerli attivamente nei processi decisionali.