I numeri, che provengono dall’analisi realizzata dalla Camera di commercio dell’Umbria, sulla base dei dati del sistema Excelsior, parlano di crescita rispetto allo scorso anno in tema di assunzioni anche se alcuni settori resteranno scoperti e solo un quarto può vantare stabilità: più di cinquemila sono, infatti, le prese d'incarico programmate dalle imprese umbre nel mese di marzo e oltre 16mila quelle previste per il trimestre marzo-maggio. Rispetto 2024, quindi, si attesta una crescita attorno al 4,7 per cento per il mese (quasi due punti in più rispetto alla media nazionale) e al 3,8 per cento per il trimestre. ma tutto ciò non basta.
I numeri non mentono. Sono, quindi, 5.610 le assunzioni programmate dalle imprese umbre nel mese di marzo e 16.290 quelle previste per il trimestre marzo-maggio. "Nel mese di marzo - si legge in un comunicato della Camera di commercio - il 16% delle imprese umbre prevede nuove assunzioni, in linea con la media nazionale. Si concentrano nei servizi (64%), seguiti da manifatturiero e costruzioni. A livello nazionale, sono 456 mila i contratti previsti a marzo e oltre 1,4 milioni quelli del trimestre (+2,8% rispetto all'anno precedente)".
Guardando i dati a livello provinciale si scorge come le imprese di Perugia prevedano 4.400 assunzioni a marzo e 12.530 nel trimestre, con il 65% delle entrate concentrato nei servizi e il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Solo il 12 per cento delle nuove assunzioni riguarda dirigenti, specialisti e tecnici, un dato inferiore alla media nazionale. Quelle di Terni, invece, stimano 1.210 assunzioni per il mese e 3.760 nel trimestre, con il 58% delle opportunità nei servizi e una maggiore difficoltà di reperimento del personale, che raggiunge il 56% rispetto al 54% della media regionale.
I settori trainanti, come detto poc'anzi, sono i servizi e le costruzioni, mentre il comparto manifatturiero mostra stabilità. Il bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, conferma "il trend positivo del mercato del lavoro umbro, pur evidenziando una criticità crescente: più di un'assunzione su due è difficile da coprire per carenza di profili qualificati".
La difficoltà di reperimento di personale qualificato, secondo l'indagine, è un problema: il 54% delle imprese umbre, infatti, dichiara di avere problemi nel trovare candidati idonei, numeri superiori rispetto alla media nazionale (48,2%). Tra gli ostacoli è anche la richiesta di esperienza pregressa: il 63% delle assunzioni programmate richiede competenze specifiche o esperienza nel settore.
"Le figure più richieste - spiega l’ente camerale - ma difficili da trovare includono ingegneri, tecnici della gestione dei processi produttivi e operai specializzati come fabbri e saldatori. La difficoltà di reperimento, in particolare, raggiunge il 66,5% per dirigenti e tecnici, arrivando all’84% per i tecnici della salute".
Un dato costante, però, resta quello relativo alla precarietà. I contratti a tempo determinato, di fatti, prevalgono: solo il 26% delle assunzioni previste sarà stabile e il 74%, invece, riguarderà contratti a termine o con durata predefinita; un elemento che evidenzia la difficoltà per molti lavoratori, in particolare i giovani, di trovare un impiego duraturo e sicuro.
Per il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria Giorgio Mencaroni “occorrono percorsi di formazione più mirati, incentivi per le aziende che investono in competenze e programmi di orientamento già nelle scuole, affinché i giovani possano entrare nel mondo del lavoro con le giuste qualifiche. Servono, inoltre, agevolazioni fiscali per le imprese che stabilizzano i contratti a termine, favorendo così una maggiore continuità occupazionale. L'occupazione in Umbria è in crescita, ma la difficoltà di reperire lavoratori qualificati continua a rappresentare un ostacolo per lo sviluppo delle imprese".
"Con oltre il 54% delle assunzioni difficili da coprire - aggiunge il presidente della Camera di commercio - diventa urgente rafforzare le strategie per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Le istituzioni locali e nazionali stanno lavorando in questa direzione, ma serve uno sforzo condiviso tra pubblico e privato per garantire un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato. La crescita dell'occupazione deve andare di pari passo con la creazione di opportunità stabili e sostenibili nel lungo periodo".