29 May, 2025 - 17:57

Umbria, 426mila euro per i centri antiviolenza: la Regione rafforza la rete di aiuto alle donne

Umbria, 426mila euro per i centri antiviolenza: la Regione rafforza la rete di aiuto alle donne

La Giunta regionale dell’Umbria ha approvato lo stanziamento di 426.084 euro per potenziare la rete dei centri antiviolenza e sostenere nuove azioni contro la violenza di genere. Le risorse, di provenienza statale, sono state ripartite per l’anno in corso su proposta dell’assessore alle Pari Opportunità Simona Meloni. L’intervento punta a rafforzare il lavoro quotidiano di chi offre protezione, ascolto e soluzioni concrete alle donne che affrontano situazioni di maltrattamento.

L’assessore Meloni ha spiegato che il piano nasce da un lavoro capillare: "Per affrontare la violenza di genere non bastano misure isolate o calate dall’alto. Serve una regia pubblica solida, fatta di ascolto e presenza. Questo intervento è frutto di settimane di confronto con chi opera ogni giorno sul campo: operatrici, amministratori, associazioni, servizi sociali. Ne è emersa una proposta concreta, immediatamente attivabile, costruita su ciò che serve davvero.”

Umbria, stanziati oltre 426mila euro per i centri antiviolenza: ecco il piano della Regione

Le risorse destinate dall’Umbria saranno impiegate su diverse linee di intervento concordate con gli operatori del settore. In particolare, il piano prevede azioni mirate su più fronti:

  • Potenziamento dei servizi nei Centri Antiviolenza (CAV) e nelle Case Rifugio: garantire accoglienza protetta, assistenza specializzata e presa in carico personalizzata per donne vittime di violenza e loro figli minori su tutto il territorio regionale.
  • Percorsi di autonomia per le donne che escono dalla violenza: supporto all’inclusione lavorativa (tirocini formativi, corsi professionali, incentivi all’assunzione), soluzioni abitative temporanee, assistenza legale e sostegno psicologico per favorire il reinserimento sociale.
  • Formazione degli operatori: programmi di formazione continua e multidisciplinare rivolti a forze dell’ordine, personale sanitario, educatori, enti pubblici e del terzo settore, per migliorare le competenze di chi opera quotidianamente nel contrasto alla violenza di genere.
  • Campagne educative e di sensibilizzazione: iniziative rivolte a diverse fasce della popolazione, a partire dalle scuole, per combattere gli stereotipi di genere e diffondere una cultura del rispetto, dell’empatia e dell’uguaglianza.
  • Innovazione e coordinamento: sviluppo di un sistema informativo regionale integrato per raccogliere dati sui servizi antiviolenza, migliorare il monitoraggio dei casi e la programmazione degli interventi; istituzione di un tavolo tecnico permanente con i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio per risolvere criticità operative e aggiornare la normativa regionale (Legge Umbra 14/2016) in materia.

Secondo quanto comunicato dalla Regione, queste misure s’inseriscono nella strategia di lungo periodo per rendere più efficace la rete antiviolenza umbra. La Presidente Donatella Tesei – insieme all’assessore Meloni – ha espresso l’importanza di dare continuità a un impegno “radicato nei territori, per dare risposte concrete e coordinate” alle donne che chiedono aiuto. Nessuna deve sentirsi lasciata sola: l’intento è far sì che ogni vittima possa trovare nel sistema pubblico un sostegno immediato e sicuro, e che il messaggio di tolleranza zero verso abusi e femminicidi sia diffuso in tutta la comunità.

Come funzioneranno i fondi regionali contro la violenza di genere in Umbria

Le risorse non saranno suddivise in modo uniforme, ma calibrate sulle necessità emerse dal confronto con i territori. Particolare attenzione sarà riservata alle aree più fragili o isolate, dove il rischio di sottodenuncia è maggiore. Ogni centro antiviolenza dovrà presentare un piano di utilizzo che sarà monitorato dalla Regione.

Parallelamente, sarà attivato un percorso di aggiornamento della normativa regionale in materia di contrasto alla violenza di genere, con il coinvolgimento delle realtà che operano sul campo. L’obiettivo dichiarato è rendere il sistema più agile, coerente e vicino ai bisogni reali delle donne.

Violenza di genere in Italia: i numeri aggiornati e le nuove misure del governo

Nel 2024 in Italia sono state uccise 113 donne, di cui 99 in ambito familiare o affettivo; in 61 casi l’omicida era il partner o l’ex partner. Questo dato – leggermente inferiore rispetto ai picchi di alcuni anni fa – rappresenta comunque una tragedia che si rinnova quasi ogni tre giorni.

Parallelamente, crescono le denunce per reati collegati alla violenza di genere: nell’ultimo anno si è registrato un +5,7%di violenze sessuali, +4% di episodi di stalking e +11% di maltrattamenti in famiglia rispetto all’anno precedente.

Nel marzo 2025 il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge che introduce il reato specifico di femminicidio nel Codice Penale, con pene più severe e misure procedurali volte a rafforzare la tutela delle vittime.

Più donne si rivolgono ai centri antiviolenza: dati in crescita nel 2024

Nei primi dieci mesi del 2024, i centri antiviolenza aderenti alla rete D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) hanno accolto 21.842 donne, con una proiezione di circa 26.200 nell’intero anno – un incremento del 14% rispetto al 2023.

In media, oltre 2.180 donne al mese hanno chiesto supporto ai centri, contro le ~1.924 al mese dell’anno precedente. Anche il numero di chiamate al numero 1522 resta elevato: solo nel primo semestre 2024 si sono registrate più di 32.000 chiamate di aiuto.

A livello europeo, l’Italia partecipa attivamente alla Convenzione di Istanbul e alle iniziative dell’Unione Europea per armonizzare le definizioni dei reati e rafforzare le tutele per le vittime in tutti gli Stati membri.

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Francesca Secci
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