Gli umbri stanno pagando il prezzo di una sanità che li spinge sempre più verso il privato. Nel 2023, ogni residente ha sborsato in media 644 euro per accedere a prestazioni private convenzionate, con un aumento del 7,7% rispetto all’anno precedente. È un salto che ha portato il totale a 550 milioni di euro, contro i 510 milioni del 2022. Un’escalation che non accenna a fermarsi, soprattutto se guardiamo al passato: nel 2016, si parlava di 409 euro a testa, un incremento del 42% in meno di dieci anni.

Sanità in Umbria, il paradosso delle liste d’attesa

Le attese interminabili per ottenere visite e interventi attraverso il servizio pubblico stanno alimentando il ricorso al privato. Più paghi, meno aspetti: è la logica che guida ormai molti cittadini. Nel 2023, quasi la metà della spesa privata è andata per visite specialistiche e interventi ambulatoriali, con il 28,5% destinato a cure odontoiatriche. Per chi può permetterselo, è una scelta obbligata. Per chi non ha questa possibilità, invece, si traduce in rinunce.

Nonostante gli sforzi dichiarati, permangono criticità nelle liste d’attesa, con circa 83.000 prestazioni ancora da recuperare. Questo numero, che rappresenta una fotografia impietosa del sistema, sottolinea l’enorme distanza tra le promesse e la realtà vissuta dai cittadini.

Un umbro su dieci rinuncia a curarsi

La sanità privata è un lusso che non tutti possono permettersi. Secondo il rapporto Gimbe, il 9,2% degli umbri ha rinunciato a curarsi nel 2023. Una percentuale che supera la media nazionale del 7,6% e che racconta di una forbice sempre più ampia tra chi può accedere a cure di qualità e chi deve farne a meno. È un dato che getta una luce impietosa su un sistema in cui i più fragili pagano il prezzo più alto.

Il disavanzo e la sanità pubblica che perde terreno

Mentre il privato cresce, il pubblico arranca. Nel 2022, il sistema sanitario regionale dell’Umbria aveva registrato un avanzo di 1,2 milioni di euro. Ma nel 2023 il disavanzo è arrivato a 3,4 milioni. Anche i fondi destinati al servizio pubblico sono scesi, passando da 1 miliardo e 965 milioni nel 2022 a 1 miliardo e 953,2 milioni nel 2023. Una diminuzione che pesa sui cittadini e che rende sempre più necessario ricorrere al privato.

Per mettere ordine nei conti e provare a invertire la rotta, la Regione punta su una due diligence affidata a un ente privato. L’idea è fare una fotografia dettagliata dei bilanci e delle liste d’attesa, con l’obiettivo di avviare un piano di riduzione dei tempi entro marzo. Sarà sufficiente per spezzare la spirale che spinge sempre più umbri a scegliere tra pagare o rinunciare alle cure?

L’impegno della presidente Proietti

La neoeletta presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha dichiarato: “La sanità è la priorità della priorità”. Ha assunto personalmente la delega alla Salute, sottolineando l’importanza di affrontare direttamente le problematiche del settore.

Tra le iniziative annunciate, Proietti ha lanciato l'”Operazione Verità”, una serie di verifiche sul sistema sanitario regionale per valutare lo stato finanziario e la situazione delle prestazioni sospese. L’obiettivo è garantire trasparenza e fornire risposte concrete ai cittadini umbri.

Inoltre, la presidente ha espresso l’intenzione di riportare la sanità umbra a livelli di eccellenza, riconoscendo l’importanza di un sistema sanitario pubblico efficiente e accessibile per tutti.

Nonostante gli sforzi in corso, le liste d’attesa rimangono una questione critica. La Regione ha implementato progetti come lo “Smart Cup” per migliorare la gestione delle prenotazioni, ma i risultati attesi richiederanno tempo per manifestarsi pienamente.

Tra le iniziative in corso, la Regione ha avviato la ricerca di un nuovo direttore regionale della Sanità, con candidature aperte fino al 10 gennaio.