Le istituzioni eugubine si sono riunite ieri pomeriggio presso la lapide che porta il suo nome sugli stradoni del Monte Ingino per ricordare il Vigile del Fuoco Umberto Paruccini, ucciso dai tedeschi il 5 luglio 1944, pochi giorni dopo l’eccidio dei Quaranta Martiri. Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di Paruccini, ferito mortalmente da un soldato tedesco mentre stava rifornendo di viveri e medicinali i 230 ostaggi, tra cui ottanta bambini, nel convento di Sant’Ubaldo.
L’operazione di rifornimento concordata tra il Comando germanico e il vescovo del tempo, Beniamino Ubaldi, tuttavia non andò come previsto, e Paruccini, impegnato nel sociale e nell’apostolato, fu colpito a morte lungo il terzo stradone, a salire, del Monte Ingino.
Per onorare la sua memoria, si è celebrata una Messa alla prima “Capeluccia” del Monte Ingino, e l’Amministrazione Comunale ha deposto una corona di alloro dinanzi al cippo eretto sul luogo del ferimento mortale.
Alla cerimonia erano presenti il sindaco Vittorio Fiorucci, rappresentanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, la Polizia Locale con il Gonfalone del Comune di Gubbio, e il professore Giancarlo Pellegrini, autore di un libro sugli eccidi compiuti dai tedeschi tra il 1944 e il 1945. La Messa è stata celebrata congiuntamente dal vicario generale della Diocesi, don Mirko Orsini, e da don Giuseppe Ganassin, rettore della Basilica di Sant’Ubaldo.
Dopo quella di Umberto Paruccini, ricordata anche la figura di Walkiria Terradura
In concomitanza con l’anniversario della morte di Paruccini, ricordata anche la partigiana Walkiria Terradura, a un anno dalla sua scomparsa avvenuta a Roma il 5 luglio 2023 alla bella età di 99 anni. Nata a Gubbio il 9 gennaio 1924, Walkiria Terradura è stata comandante della squadra Settebello V Brigata Garibaldi Pesaro e nel 1971 ha ricevuto la medaglia d’argento al Valor Militare.
Donna straordinaria, Walkiria è stata per tutta la sua vita una testimone attenta e attiva della guerra di Liberazione. “Ho fatto la Resistenza con il cuore di donna” amava dire, citando Carla Capponi. Fedele al suo nome, la “ragazza guerriera” Walkiria, appena ventenne, da ottobre 1943 ad agosto 1944 ha combattuto contro tedeschi e fascisti, orgogliosa di quella scelta “perché ho contribuito anch’io a sconfiggere le dittature che allora soffocavano il mondo”.
Medaglia d’argento al valore per Walkiria Terradura
Questa la motivazione della medaglia al valore: “Donna dotata di forte e generoso animo, entrava, malgrado la giovane età, nelle formazioni partigiane della sua zona portandovi entusiasmo e fede. In lunghi mesi di lotta partecipava a numerose azioni contro il dotato avversario, mettendo in luce non comuni doti di coraggio e di iniziativa.
Dopo essere riuscita con la squadra da lei comandata a fare saltare un ponte stradale, accortasi del sopraggiungere di un reparto avversario, incurante della grande sproporzione delle forze, attaccava con bombe a mano, di sorpresa e con un solo gregario l’avversario, infliggendogli dure perdite, ponendolo in fuga e recuperando gli automezzi e le armi abbandonate. Valido esempio di determinazione, coraggio e alto spirito patriottico”.
Walkiria, un nome che sembra inventato, ma che riflette perfettamente il carattere e l’ardore di questa straordinaria figura. Walkiria bella e armata, comandante partigiano col cuore di donna, ha percorso i sentieri della Liberazione con determinazione e coraggio.
Il sacrificio di Umberto Paruccini e il coraggio di Walkiria Terradura sono esempi luminosi di dedizione e impegno civico. Paruccini, con il suo atto di altruismo, ha dimostrato un profondo senso di responsabilità verso la sua comunità, mettendo a rischio la propria vita per portare aiuto agli ostaggi nel convento di Sant’Ubaldo. Il suo gesto rimane un simbolo di speranza e resistenza, in un momento in cui l’Italia era scossa dalla violenza e dall’oppressione.
Ricordare figure come Paruccini e Terradura non è solo un atto di memoria, ma un impegno a mantenere vivi i valori di libertà, giustizia e umanità per i quali hanno combattuto.