“Polveri di Prisciano, Ast paghi lo spazzamento delle strade.” Con queste parole il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, ha imposto un ultimatum a Arvedi Ast, concedendo dieci giorni di tempo per assumersi i costi delle pulizie straordinarie nelle aree adiacenti allo stabilimento siderurgico.
La lettera, datata 27 agosto, segue le diffide del 21 e 23 luglio indirizzate non solo ad Arvedi, ma anche a Tapojarvi, Arpa Umbria, Regione Umbria e Usl2, ognuno sollecitato a intervenire per quanto di propria competenza.
Nel documento, il sindaco chiede un impegno concreto: “Ci attendiamo entro dieci giorni la vostra disponibilità a sostenere i costi delle pulizie straordinarie del quartiere di Prisciano – scrive Bandecchi – prevedendo interventi settimanali accurati delle strade e almeno mensili delle caditoie, oltre alla pulizia delle coperture e delle superfici esposte”.
Per Palazzo Spada, non ci sono margini per rinvii. “Non si ritiene che le difficoltà operative ed amministrative possano costituire un limite insormontabile – sottolinea il sindaco Bandecchi – poiché Asm Terni, già gestore del servizio di igiene urbana, è pienamente autorizzata a svolgere tali attività e può intensificarle a fronte di un accordo con Ast”.
Se l’azienda non accetterà, l’amministrazione è pronta ad agire: o sostenere direttamente i costi con successivo recupero, o rivolgersi a Regione Umbria e Ministero per chiedere misure limitative della produzione. Una minaccia che assume un valore politico oltre che amministrativo.
Già a luglio, il sindaco aveva messo nero su bianco i rischi sanitari con una diffida formale. Nel testo si evidenziava come le polveri metalliche abbiano un impatto diretto sulla salute pubblica, con potenziali ricadute respiratorie, cardiovascolari e oncologiche.
“Il Comune di Terni – ricordava Stefano Bandecchi – diffida formalmente i soggetti competenti a intervenire con urgenza e senza indugio per bloccare la dispersione di polveri ferrose provenienti dallo stabilimento Ast”.
La diffida imponeva obblighi stringenti: Arpa chiamata a un monitoraggio straordinario, Usl Umbria 2 a valutare l’impatto sanitario sulla popolazione, Regione Umbria ad adottare eventuali provvedimenti cautelari sulle autorizzazioni ambientali.
Il problema, tuttavia, non ha una soluzione immediata. La chiusura della rampa scorie, principale fonte delle emissioni diffuse, è attesa non prima della metà del 2026. Fino ad allora, secondo il Comune, servono misure transitorie efficaci per contenere gli effetti sul territorio.
il sindaco di Terni, Bandecchi, è netto: “Non possiamo aspettare un anno e mezzo senza fare nulla. La città e i cittadini di Prisciano meritano risposte immediate e azioni concrete. Se Ast non interverrà, adotteremo noi le misure necessarie, anche a costo di limitare l’attività produttiva”.
L’ultimatum segna un nuovo livello di scontro tra Comune di Terni e Arvedi Ast, con i residenti di Prisciano che chiedono da tempo soluzioni durature per ridurre la presenza di polveri su case, veicoli e aree verdi.
La battaglia, che intreccia ambiente, salute pubblica e continuità produttiva, ha ora una scadenza precisa: dieci giorni per rispondere. Dopo, la parola passerà a Regione e Ministero, con possibili ricadute dirette sull’attività dello stabilimento.