Sabato 23 agosto la sede dell’associazione “Dal Cielo alla Terra” a Gubbio ha accolto un centinaio di appassionati e curiosi, quasi tutti da varie parti d'Italia, per un evento che ha coinvolto i partecipanti nel confronto sulla realtà extraterrestre. A guidare la serata, Marco Marsili, noto per la sua attività di divulgazione in ambito ufologico e spirituale.
L'incontro è stato preceduto da un breve e gradevole preludio musicale del cantautore Roberto Pezzini con un ampio coinvolgimento del pubblico.
Il relatore ha presentato il tema da una prospettiva che intreccia la fede cristiana con esperienze di tipo “contattista”, ma nell’incontro non sono mancati riferimenti che hanno toccato anche il versante scientifico e razionale del fenomeno UFO.
«Non si tratta soltanto di credere o non credere», ha spiegato Marsili, «ma di analizzare con onestà ciò che emerge da testimonianze, studi e osservazioni. È un lavoro di confronto con le fonti, che va condotto con umiltà».
Il dibattito sull’esistenza di forme di vita extraterrestre non è nuovo e, come ha ricordato Marsili, affonda le radici in decenni di osservazioni, ricerche e ipotesi, sia in Italia sia all’estero.
Percepibile, il riferimento a figure come Eugenio Siragusa, che negli anni Settanta e Ottanta portò all’attenzione del pubblico temi legati a presunti contatti con civiltà cosmiche.
La serata ha riproposto alcuni concetti già noti alla letteratura ufologica internazionale: l’idea che esistano civiltà evolute, dotate di tecnologie in grado di superare la nostra comprensione, e che tali presenze abbiano avuto in passato interazioni con l’umanità.
«Quando osserviamo il cielo – ha sottolineato – non possiamo escludere che alcune anomalie registrate dai radar o dalle missioni spaziali siano fenomeni non ancora spiegati».
Uno dei punti più discussi riguarda la possibilità che gli extraterrestri non provengano soltanto da altri pianeti, ma da altre dimensioni dello spazio-tempo. Marsili ha parlato della cosiddetta “quarta dimensione” come livello di esistenza “pienamente umano”, distinguendola da piani superiori più difficili da concettualizzare.
«È possibile che parte del fenomeno UFO sia legato a realtà fisiche che sfuggono alla nostra scienza classica», ha affermato. Un approccio che richiama alcuni studi di fisica teorica sulle dimensioni extra, e sulle ipotesi nate dalla fisica quantistica, sebbene presentato in chiave divulgativa e accessibile.
Un’altra parte della conferenza ha toccato il rapporto tra osservazione astronomica e tradizioni astrologiche, con riferimenti alle differenze tra scuole occidentali, indiane, tibetane e cinesi.
Marsili ha proposto l’idea che l’umanità stia entrando nell’“Era dell’Acquario”, periodo interpretato in chiave simbolica come apertura alla conoscenza e al rinnovamento.
«Le costellazioni – ha detto – sono state interpretate in modi diversi nelle varie culture, ma tutte rimandano a un’idea di connessione tra l’uomo e il cosmo. È un lavoro di comparazione che richiede serietà e pazienza».
Pur trattandosi di un terreno tradizionalmente più esoterico che scientifico, il relatore ha invitato a considerare il valore storico e culturale delle diverse prospettive.
Un passaggio che ha suscitato particolare attenzione nel pubblico è stato quello relativo alla gestione del “segreto extraterrestre” da parte dei governi.
Secondo Marsili, l’eventuale rivelazione pubblica di contatti alieni potrebbe avere ricadute dirompenti su politica, economia e religione.
«Se civiltà più avanzate ci offrissero soluzioni energetiche gratuite o sistemi sanitari capaci di eliminare le malattie – ha osservato – l’intero assetto mondiale verrebbe scosso dalle fondamenta».
L’argomento richiama un tema noto nella ricerca ufologica: il timore che la tecnologia aliena possa ribaltare gli equilibri geopolitici e industriali della Terra.
Nel corso della serata, Marsili ha alternato riflessioni di natura più speculativa ad affermazioni che riecheggiano da vicino i temi della fantascienza classica.
Dalle ipotesi di energie rinnovabili di origine cosmica alla possibilità di comunicazioni telepatiche, la narrazione ha mostrato quanto il fenomeno UFO sia un terreno di confine tra indagine scientifica, immaginazione e interpretazione culturale.
«Ciò che oggi appare utopia – ha detto – potrebbe un giorno essere parte integrante del nostro sapere».
L’incontro non è stato a senso unico. Diversi partecipanti hanno posto domande, raccontato esperienze personali di avvistamenti e condiviso riflessioni.
Il clima, più che di “predicazione”, è stato di conversazione collettiva, con un relatore disposto a interagire e a lasciare spazio ai dubbi.
«Non vogliamo convincere nessuno – ha chiarito Marsili – ma offrire strumenti per riflettere e per guardare il cielo con occhi più consapevoli».
Benché l’aspetto spirituale non sia mancato, soprattutto nei richiami a figure bibliche o a episodi della storia della Chiesa, il relatore ha insistito sulla necessità di mantenere un atteggiamento di umiltà e apertura mentale.
«Il compito – ha detto – è quello di confrontarci con dati e testimonianze senza chiuderci nella superficialità. Solo così possiamo sperare di comprendere la portata del fenomeno».
La serata ha confermato come il tema UFO resti capace di attrarre pubblici eterogenei: credenti, scettici, studiosi e semplici curiosi. L’elemento comune sembra essere la curiosità intellettuale, più che la fede cieca.
L’impressione, per chi osserva dall’esterno, è che simili incontri non siano solo occasioni di divulgazione, ma anche momenti di socialità e condivisione di dubbi.
La riunione di sabato a Gubbio, che ha coinvolto un centinaio di persone, ha mostrato come il fenomeno UFO continui a essere un terreno fertile per il confronto, sospeso tra scienza, spiritualità e cultura popolare.
Il merito di Marsili, al di là delle opinioni personali, è quello di proporre una chiave di lettura che invita a non banalizzare e a guardare al tema con serietà e prudenza.
«Siamo ancora lontani da una risposta definitiva», ha concluso, «ma il cielo continua a interrogarci, e ignorare queste domande sarebbe un errore».
L’incontro, oltre a stimolare riflessioni sul fenomeno UFO, ha mostrato un altro elemento significativo: la presenza di partecipanti non residenti a Gubbio, giunti appositamente per assistere alla conferenza. Un segnale che appuntamenti di questo genere non hanno solo un valore culturale, ma possono contribuire a incrementare un turismo di qualità, attento alla ricerca, alla curiosità intellettuale e alla valorizzazione del territorio.