La comunità di Fontanelle di Gubbio si è riunita per commemorare Ubaldo Palazzari, giovanissimo martire della Seconda Guerra Mondiale, ucciso a “Sorbo” da una granata tedesca nel luglio 1944, all’età di 16 anni, mentre lavorava nei pressi dell’aia di famiglia. Questo tragico evento, accaduto oltre settant’anni fa, rimane ancora oggi un doloroso ricordo nella memoria collettiva della comunità.

Era un caldo pomeriggio di luglio, verso le 14:30, quando i Tedeschi in ritirata spararono alcune granate sulla pianura eugubina dall’alto delle fortificazioni sul Monte Ingino. L’obiettivo era colpire gli Alleati e rallentarne l’avanzata. Erano giorni di intensi combattimenti: la città di Perugia era stata liberata a fine giugno 1944, ma Gubbio rimaneva ancora sotto occupazione tedesca, fortemente asserragliata lungo la “linea Albert”, una difesa che si estendeva da Ancona a Follonica. La liberazione di Gubbio arrivò solo il 24 luglio 1944.

Il giorno dell’attacco, una granata tedesca del peso di circa 15 kg cadde a Fontanelle, vocabolo “Sorbo”, nell’aia di una casa di contadini. Una scheggia della granata colpì mortalmente Ubaldo Palazzari al petto, uccidendolo all’istante. Ubaldo, che si trovava sul dorso di un somarello insieme alle sorelline, fu l’unica vittima del colpo, mentre le sorelline e l’asinello rimasero illesi. Il padre Enrico, uscito subito dalla stalla, accorse per soccorrere il figlio, ma non poté fare nulla per salvarlo.

Il ricordo di Ubaldo Palazzari nelle parole della sorella Elena

Elena Palazzari, sorella di Ubaldo, oggi 93enne, ricorda con dolore quei momenti strazianti: “Tenemmo in casa tre giorni il corpo di Ubaldo, dilaniato dalla scheggia. Lo lavavamo con l’aceto e solo il terzo giorno riuscimmo a portarlo al cimitero di Gubbio, con l’aiuto della Famiglia Ruspi. Viaggiavamo all’imbrunire, con il corpo di Ubaldo nascosto sotto la paglia, cercando di evitare i Tedeschi che non volevano che fosse sepolto, temendo rappresaglie dei partigiani. Nostro padre Enrico morì a 50 anni di crepacuore”.

Oggi, la comunità di Fontanelle ha ricordato Ubaldo con una cerimonia di posa di una lapide commemorativa. I genitori di Ubaldo avevano realizzato una lapide in sua memoria, andata persa con il tempo e recentemente ritrovata nel “Casolare Ragnetti” a Sorbo. Grazie all’interessamento della Pro Loco di Fontanelle e del Presidente Massimo Fiorucci, la lapide è stata restaurata e riposizionata.

Il Presidente Massimo Fiorucci ha sottolineato l’importanza di ricordare non solo Ubaldo, ma anche gli altri abitanti di Fontanelle che persero la vita durante la guerra: Raffaele Marchegiani, ucciso con i Quaranta Martiri, e Fernando Menichetti, ucciso presumibilmente dai fascisti.

Il giornalista RAI Gianluca Sannipoli, che da anni studia e ricostruisce la storia della Seconda Guerra Mondiale a Gubbio, ha ricordato che nei giorni in cui morì Ubaldo Palazzari, altre granate tedesche causarono vittime in città. Una granata cadde sul tetto di Palazzo Stirati in Piazza Bosone, uccidendo tre persone, mentre altre tre furono uccise a Padule in un evento simile.

Vittorio Fiorucci: “Importante non perdere la memoria storica”

Il sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, ha partecipato alla cerimonia, dichiarando: “Non avrei mai potuto mancare a questa commemorazione. È importante non perdere la memoria storica. Queste sono ferite che mai si rimargineranno. I giovani devono continuare a cercare la verità. La storia di Ubaldo ci emoziona tutti”.

Anche il vice sindaco, l’avvocato Francesco Gagliardi, ha partecipato, sottolineando l’importanza di queste manifestazioni per rafforzare i legami comunitari. La presidente dell’Associazione Famiglie dei Quaranta Martiri, Laura Tomarelli, ha dichiarato: “Lavoriamo alla cultura della pace”.

 La presidente di ANPI Gubbio, Ellis Gulli, ha aggiunto: “Dobbiamo fare memoria tutti insieme per evitare in futuro tragedie di questo genere”.

La cerimonia di commemorazione ha visto la partecipazione di molti membri della comunità di Fontanelle, tra cui Elena Palazzari e Margherita Belardi, testimoni storiche di quegli eventi, e il nipote di Ubaldo, Ezio Palazzari.

La commemorazione di Ubaldo Palazzari è stato un momento di riflessione sul costo umano della guerra e sull’importanza di ricordare le vittime innocenti.