Nel ventiduesimo anniversario della sua tragica scomparsa, la comunità di Tuoro sul Trasimeno si è stretta nel ricordo del sovrintendente capo Emanuele Petri, rendendogli omaggio insieme alle autorità civili e militari. Un tributo sentito e doveroso a un uomo che ha sacrificato la propria vita nell’adempimento del dovere, cadendo il 2 marzo 2003 durante un'operazione di polizia su un treno regionale nei pressi di Castiglion Fiorentino.
Quella giornata segnò una svolta cruciale nella lotta al terrorismo in Italia: l’intervento di Petri fu determinante per l’arresto della brigatista Nadia Lioce, figura di spicco della Nuove Brigate Rosse, e per il recupero di documenti strategici che portarono allo smantellamento dell’organizzazione eversiva. Un’operazione che non solo salvò vite umane, ma contribuì in modo significativo alla sicurezza del Paese.
Per il suo estremo sacrificio e per l’altissimo senso del dovere dimostrato, il 9 maggio 2015 Emanuele Petri è stato insignito, alla memoria, della Medaglia d’Oro al Valor Civile, un riconoscimento che sottolinea il coraggio e la dedizione con cui ha servito lo Stato.
Nel segno della memoria, la Questura di Perugia ha organizzato una solenne cerimonia per commemorare il sovrintendente capo Emanuele Petri, caduto in servizio 22 anni fa per difendere la sicurezza del Paese. Un tributo doveroso a un uomo il cui sacrificio ha segnato un punto di svolta nella lotta al terrorismo in Italia.
L'evento si è svolto presso il Cimitero di Vernazzano, dove è stata deposta una corona d’alloro e un omaggio floreale sulla sua tomba. Un atto dal profondo significato simbolico, che racchiude un alto valore istituzionale e umano, volto a rendere omaggio alla memoria di un uomo il cui coraggio e dedizione al dovere hanno contribuito in modo decisivo allo smantellamento di un’organizzazione eversiva, rafforzando la sicurezza del Paese e la tutela dei suoi cittadini.
Alla cerimonia hanno preso parte familiari, colleghi, autorità civili e militari, a testimonianza del segno indelebile lasciato dal sovrintendente Petri. Tra le figure istituzionali presenti:
A seguire, è stata celebrata una messa in suffragio, un momento toccante che ha riunito istituzioni, forze dell’ordine e cittadini in un’unica preghiera, nel ricordo di un uomo che ha donato la propria vita per un ideale più grande.
La presenza di una rappresentanza di allievi vice ispettori dell’Istituto per Sovrintendenti "Rolando Lanari" di Spoleto ha reso ancora più significativo il tributo: un segnale concreto di come il sacrificio di Emanuele Petri continui a essere un esempio per le nuove generazioni di agenti, chiamati a raccogliere il testimone della legalità e del servizio alla comunità.
La cerimonia, carica di emozione e partecipazione, ha sottolineato ancora una volta quanto il ricordo di Emanuele Petri sia vivo e presente non solo nella sua comunità, ma nell’intero Paese, come simbolo di dedizione, coraggio e sacrificio.
Un dolore che non si affievolisce con il tempo, ma che viene trasformato in un messaggio di consapevolezza e responsabilità per le future generazioni. La signora Alma, vedova del sovrintendente capo Emanuele Petri, ha condiviso un toccante ricordo del marito, sottolineando come la memoria di quanto accaduto sia un valore imprescindibile.
"Sono stata ormai nel 2011 sulla tomba dell’assassino di mio marito. Pensavo di provare odio, invece non ho provato nulla. L’odio non fa vivere bene, la memoria di quanto accaduto è fondamentale soprattutto per le nuove generazioni. Di Emanuele manca la sua presenza, a volte mi sembra che sia successo ieri", racconta con commozione.