A preoccupare i sindacati dei metalmeccanici di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl, dopo l’accordo sulle uscite volontarie alla ex Faurecia (Forvia), è tutta la filiera del tubo a Terni. Ieri si sono concluse le assemblee al Tubificio di Maratta, una subsidiary di Accia Speciali Terni. Le segreterie territoriali e le RSU le avevano convocate per fare il punto con i lavoratori dopo la richiesta della direzione aziendale di ridurre l’organico di altri 19 lavoratori. Niente licenziamenti né uscite anticipate dal ciclo produttivo. Ma la proposta di ricollocare i lavoratori in altre mansioni all’interno del Gruppo.
Un segnale che non è piaciuto alle organizzazioni dei lavoratori, perché è stato valutato più come un ridimensionamento della fabbrica che non come una manovra volta all’efficientamento. Lo hanno ribadito ieri anche alle istituzioni locali. Nel corso dell’incontro in Regione sullo stato di avanzamento dell’Accordo diprogramma per AST Arvedi.
“Abbiamo raffigurato alle istituzioni – spiegano le segreterie territoriali dei metalmeccanici – le nostre perplessità sul piano di rilancio del Tubificio. Che per noi altro non è, invece, che un nuovo ridimensionamento“.
Il mercato dell’automotive è in una fase recessiva. E sta trascinando con sé le industrie della componentistica, che nel corso degli anni si erano radicate nel Ternano. Come verticalizzazioni dell’inox. Il Tubificio è uno spin-off dell’Acciaieria. La Forvia (prima Zeuna Starker, poi Faurecia) nacque invece col primo Patto territoriale degli anni ’90. Proprio per rafforzare il sistema industriale. La trattativa per il Tubificio riprenderà nei prossimi giorni con il mandato assembleare di richiedere garanzie per il futuro dell’azienda. Con il focus su prospettive industriali e mantenimento dei livelli occupazionali.
Dalla crisi del tubo a Terni alle rivendicazioni salariali, la Fiom in assemblea con le tute blu umbre
Ha fatto tappa in Umbria la campagna nazionale di assemblee della Fiom Cgil con le delegate e i delegati metalmeccanici di tutti i posti di lavoro. A Todi, la Fiom di Perugia e quella di Terni hanno incontrato e ascoltato la voce delle tute blu umbre. Affrontando non solo lo stato delle trattative per i rinnovi dei contratti nazionale dei metalmeccanici. Ma anche la situazione industriale, occupazionale e sindacale della regione. E non ultimo il nodo dell’autonomia differenziata.
“Per i metalmeccanici i rinnovi di tutti i CCNL, a partire da quello di Federmeccanica/Assistal e degli artigiani, sono una priorità – spiegano Alessandro Rampiconi e Maro Bizzarri, segretari generali della Fiom Cgil di Terni e di Perugia -. Per garantire aumenti salariali, contrasto alla precarietà, riduzione degli orari, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Contrastare la crisi con il rilancio degli investimenti. E governare con scelte di politica industriale la transizione tecnologica, digitale ed ambientale. Per scongiurare i licenziamenti e la perdita di capacità produttiva installata. Queste sono le richieste che avanziamo al sistema delle imprese e al governo per garantire la continuità lavorativa, il salario e i diritti dei lavoratori“.
Fiom lancia la campagna “Uniti per la dignità” per la salvaguardia dell’industria
A Todi, accanto ai tanti interventi di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici, hanno portato un contributo al dibattito anche le rappresentanti dei sindacati della scuola (Moira Rosi per la Flc Cgil) e del pubblico impiego (Desiree Marchetti per la Fp Cgil), oltre ai segretari delle Camere del Lavoro di Perugia e Terni, Simone Pampanelli e Claudio Cipolla, e alla segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio.
A concludere il dibattito Loris Scarpa, coordinatore nazionale Siderurgia per la Fiom Cgil nazionale. “Come Fiom abbiamo chiamato questa campagna di assemblee regionali ‘Uniti per la dignità” – ha sottolineato Scarpa – perché i metalmeccanici non si possono spezzare. Abbiamo il rinnovo del contratto nazionale e soprattutto siamo impegnati per la salvaguardia dell’industria nazionale, così come nelle campagne referendarie su lavoro e autonomia differenziata. Quindi, in queste assemblee poniamo al centro la necessità di una mobilitazione generale di tutta la categoria”.