03 May, 2025 - 19:40

Si finge dell'Arma e vende un iPhone inesistente: denunciato dai veri Carabinieri

Si finge dell'Arma e vende un iPhone inesistente: denunciato dai veri Carabinieri

Un 28enne originario di Taranto, già noto alle forze dell’ordine, è stato scoperto e denunciato dai Carabinieri di Orvieto per una truffa online ai danni di un giovane residente nella zona. L’uomo si era spacciato per un militare dell’Arma sui social network, riuscendo a ingannare la vittima e facendosi consegnare una somma di 600 euro per uno smartphone inesistente. Grazie alle indagini dei veri Carabinieri, il truffatore è stato identificato e deferito in stato di libertà (denunciato a piede libero).

Orvieto, truffa su Facebook: si finge carabiniere e vende un iPhone inesistente

Tutto è partito da un annuncio allettante pubblicato a gennaio sulla sezione Marketplace di Facebook. Il 28enne tarantino aveva messo in vendita un iPhone al prezzo di 600 euro, una cifra molto conveniente per quel tipo di smartphone. Dopo i primi contatti con l’inserzionista tramite messaggistica istantanea, il venditore – per rendere più credibile la trattativa – ha dichiarato di essere un carabiniere in servizio presso la Stazione di Orvieto. Addirittura, l’uomo sosteneva che avrebbe consegnato di persona il telefono all’interno della caserma, prima di iniziare il suo turno di lavoro come militare.

Carpita così la fiducia del potenziale acquirente, il truffatore ha inviato via chat anche alcune foto della confezione del telefono e persino una copia dello scontrino d’acquisto, elementi che hanno ulteriormente rassicurato la vittima. Convinto dalla presunta buona fede del venditore, il 35enne orvietano ha accettato di pagare anticipatamente: il finto carabiniere ha richiesto un bonifico bancario dell’importo pattuito di 600 euro, che la vittima ha effettuato senza sospettare l’inganno.

Truffa scoperta in caserma: la vittima si presenta ma il carabiniere non esiste

Una volta conclusa la transazione, il compratore si è presentato all’appuntamento concordato presso la caserma dei Carabinieri di Orvieto, convinto di poter finalmente ritirare l’iPhone acquistato. Giunto in caserma, però, l’amara sorpresa: nessun militare con il nome fornitogli risultava in servizio presso quella stazione. In quel momento il 35enne ha realizzato di essere stato truffato e si è rivolto immediatamente ai veri Carabinieri, sporgendo formale denuncia-querela per truffa. L’episodio è stato segnalato ai militari già lo scorso gennaio, dando il via all’indagine.

Truffatore identificato e denunciato: 28enne di Taranto nei guai

Le indagini dei Carabinieri di Orvieto sono scattate subito dopo la denuncia della vittima e, tramite accurati accertamenti, hanno consentito di risalire all’effettivo utilizzatore sia dell’utenza telefonica sia del codice IBAN su cui era confluito il pagamento. Nel giro di qualche settimana, i militari sono riusciti a identificare il presunto responsabile: si tratta di un giovane pugliese di 28 anni (originario della provincia di Taranto) con precedenti penali. L’uomo è stato quindi denunciato in stato di libertà per il reato di truffa aggravata; il procedimento è attualmente in fase di indagini preliminari e l’indagato dovrà ritenersi innocente fino ad eventuale condanna definitiva.

Carabinieri: "Occhio a chi si spaccia per militare sui social"

In concomitanza con la denuncia del truffatore, i Carabinieri hanno colto l’occasione per lanciare un monito ai cittadini sulla sicurezza negli acquisti via internet. L’Arma invita a prestare sempre la massima attenzione nelle compravendite online, soprattutto quando si ha a che fare con venditori non verificati e quando vengono utilizzati nomi o simboli istituzionali per accreditarsi. Spacciarsi per appartenenti alle forze dell’ordine, infatti, è un espediente subdolo che sfrutta la naturale fiducia delle persone nelle istituzioni. I Carabinieri sottolineano di diffidare da chi millanta incarichi ufficiali o mostra documenti dall’aspetto “istituzionale” durante le trattative sul web, perché potrebbe trattarsi di un impostore.

Truffe con falsi carabinieri: come riconoscerle e proteggersi

Purtroppo, casi come quello avvenuto a Orvieto non sono isolati. I truffatori online adottano spesso stratagemmi simili per ingannare le vittime, ma esistono alcune regole e precauzioni utili per riconoscere questi raggiri e difendersiefficacemente. Di seguito alcuni consigli pratici, anche sulla base delle linee guida fornite da Polizia Postale e Carabinieri:

I consigli della Polizia Postale per evitare truffe su Facebook Marketplace

  • Diffidare di chi vuole trattare fuori dalla piattaforma ufficiale: secondo la Polizia Postale, è sempre meglio comunicare tramite la chat interna del sito di annunci o del social network utilizzato, che offre maggiori garanzie di sicurezza. Bisogna diffidare di chi insiste per spostare la conversazione su email, WhatsApp o altre chat private, un comportamento spesso mirato ad eludere i controlli della piattaforma.
  • Valutare bene prezzo e dettagli dell’offerta: offerte troppo allettanti meritano prudenza. Prima di procedere con un acquisto online, confrontate il prezzo richiesto con quello di annunci simili e verificate che foto e descrizionedell’oggetto siano plausibili e dettagliate. Un prezzo esageratamente basso rispetto al valore di mercato può essere un campanello d’allarme, come ricordano anche gli esperti. Meglio diffidare di chi propone “affari imperdibili” richiedendo però pagamenti immediati.
  • Usare metodi di pagamento sicuri e tracciabili: privilegiate strumenti che offrano tutele. Se la piattaforma lo consente, utilizzate servizi di pagamento integrati e tracciati, dove il denaro viene trattenuto e inviato al venditore solo dopo la conferma di ricezione della merce. In mancanza di sistemi garantiti, è consigliabile optare per metodi che offrano protezione (ad esempio servizi escrow, contrassegno postale o pagamenti elettronici con tutela acquirenti) anziché bonifici diretti anticipati. Evitate sempre di inviare denaro su conti bancari o ricaricare carte prepagate senza adeguate garanzie.
  • Verificare l’identità del venditore (e non fidarsi delle apparenze): non lasciatevi convincere solo da un nome altisonante o da una foto profilo in uniforme. Anche se un utente sostiene di essere un carabiniere (o altro pubblico ufficiale) e mostra immagini di tesserini o divise, ciò non garantisce che sia autentico. Gli stessi Carabinieri hanno segnalato casi di truffatori che si creano profili falsi rubando foto di veri militari in divisa. Dunque, attenzione! Potrebbe trattarsi di un impostore che sfrutta indebitamente l’immagine delle forze dell’ordine per trarre in inganno. In situazioni anomale, provate a fare qualche verifica incrociata (ad esempio cercando il nome fornito, o chiedendo un contatto di persona) e mantenete sempre un sano scetticismo finché non avete certezza della controparte.
  • In caso di dubbio, interrompere la trattativa e segnalare: se qualcosa non torna durante una compravendita online – il venditore ha troppa fretta, rifiuta metodi sicuri, o insiste su dettagli insoliti – meglio fermarsi. Non abbiate timore di rinunciare all’acquisto se sorgono sospetti fondati. In caso di possibile truffa, raccogliete le evidenze (screenshot delle conversazioni, ricevute di pagamento, profilo dell’utente) e rivolgetevi alle forze dell’ordine per una segnalazione. Carabinieri e Polizia Postale hanno unità specializzate nel contrasto alle truffe online e la vostra segnalazione potrebbe aiutare a prevenire nuovi raggiri ai danni di altri utenti.

Seguendo questi accorgimenti e mantenendo sempre alta la soglia di attenzione, è possibile ridurre significativamente il rischio di cadere in trappole online. Le autorità ricordano che la prudenza è la migliore alleata: verificare, informarsi e all’occorrenza fidarsi del proprio istinto (se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è) può fare la differenza tra un acquisto sicuro e una truffa. In caso di dubbi, è sempre preferibile rinunciare all’affare e tutelare i propri risparmi, piuttosto che ritrovarsi vittime di un raggiro sul web.

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Francesca Secci
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