01 May, 2025 - 13:00

La Trilogia di Čechov del Teatro Stabile dell’Umbria approda alla Rai

La Trilogia di Čechov del Teatro Stabile dell’Umbria approda alla Rai

Dalla platea dei teatri italiani al piccolo schermo: è il viaggio che compie la Trilogia di Čechov diretta da Leonardo Lidi, prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria, pronta a raggiungere il pubblico di Rai 5. Tre sabati di maggio (3, 10 e 17) in prima serata alle 21.15 per riscoprire, attraverso lo sguardo intimo e politico del giovane regista, il cuore dell'opera cechoviana. Un progetto teatrale imponente, registrato al Teatro Carignano di Torino e raccontato nel documentario Progetto Čechov, che chiude il ciclo con un dietro le quinte carico di emozioni.

Un linguaggio essenziale per raccontare l’anima di Čechov

Con Il gabbiano, andato in scena per la prima volta nel 2022, Lidi ha inaugurato un percorso che ha ridefinito il modo di guardare al teatro di Anton Čechov. Nessuna sovrastruttura, nessun orpello, solo attori e parole in un paesaggio rarefatto dominato da un grande lago e da una tenuta estiva che diventa teatro di amori impossibili, desideri disillusi e domande sull'esistenza. Un teatro puro, emotivo, capace di specchiare lo spettatore nella fragilità dei personaggi.

Zio Vanja, secondo capitolo del 2023, affonda nella noia e nell'immobilità di una provincia russa intrisa di rimpianti. Basta l'arrivo di un professore e della sua giovane moglie per mandare in crisi un equilibrio precario, tra relazioni frustrate e sogni infranti. Qui l'arte, ci ricorda il regista, è diventata sterile, intellettualismo fine a sé stesso. Eppure, proprio da questa aridità emerge la forza degli attori, trattati dal regista come "pietre preziose da difendere nel teatro italiano del nostro tempo".

Il giardino dei ciliegi: un addio che parla al presente

Il terzo atto, Il giardino dei ciliegi, scritto alla vigilia della Rivoluzione russa e portato in scena nel 2024, è forse il più politico dei tre. Il giardino diventa metafora del teatro, della memoria, ma anche di una società che non sa (o non vuole) cambiare. "Il nostro giardino è sinonimo del nostro teatro", afferma Leonardo Lidi. Un teatro pubblico che rischia di essere abbattuto per costruirci sopra un parcheggio, dimenticato da chi dovrebbe difenderlo.

"Se l’unico pensiero è accumulare in maniera autolesionista e spremere le persone accanto a noi [...] allora mi chiedo che cosa stiamo facendo, ancora, su un palcoscenico". Parole dure, che trovano eco nella malinconia del finale: una figura sola in scena, consumata da una vita di servizio, che dice a sé stessa: "Non hai più forze, non ti è rimasto proprio niente, niente... Eh, buono a nulla...". Poi, il suono struggente di un violino a chiudere il sipario.

Il dietro le quinte diventa racconto: il documentario Progetto Čechov

A suggellare la Trilogia di Čechov, il 17 maggio andrà in onda anche Progetto Čechov. Il documentario, firmato da Lorenzo Bernardini. Un viaggio nel cuore della compagnia, tra prove, debutti e riflessioni. Il film restituisce l’umanità nascosta dietro la macchina teatrale, mostrando quanto lavoro, passione e vulnerabilità si celino dietro ogni interpretazione. Un ritratto intimo, che arricchisce il progetto con uno sguardo umano e profondo.

La trilogia è una produzione del Teatro Stabile dell’Umbria, in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e il Festival dei Due Mondi di Spoleto. In scena un cast corale che include Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Sara Gedeone, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani e Giuliana Vigogna.

Gli spettacoli, diretti per la tv da Giovanna Cuccurullo, sono stati ripresi a Torino nel novembre 2024. Il progetto editoriale è a cura di Felice Cappa per Rai Cultura, con Giulia Morelli, Serena Semprini e Matilde Pieraccini. Tre appuntamenti imperdibili per chi ama il grande teatro e vuole riscoprirne il senso più profondo.

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Giorgia Sdei
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