Si erano finti dipendenti di Poste Italiane per truffare una donna. Tre persone sono indagate con l’accusa di aver sottratto 4500 euro a una donna di Trevi.
Tre persone si sono spacciate come dipendenti di Poste Italiane per una truffa. I tre sono finiti sotto inchiesta a Perugia, accusati di aver rubato 4500 euro a una donna di Trevi. I reati contestati sono di accesso abusivo a sistema informatico e frode informatica.
"Dopo essersi spacciati come dipendenti di Poste Italiane e aver indotto la persona offesa a credere che erano in corso prelievi fraudolenti dal suo conto postale - si legge nel capo di imputazione - i tre le hanno chiesto di fornire i codici sms che arrivavano sul suo cellulare per poi introdursi abusivamente nel sistema informatico di Poste Italiane e operare cinque disposizioni di denaro dal conto della donna per un totale di 4.500 euro". Conto svuotato e i tre truffatori sono indagati.
Un altro caso di truffa, fingendosi dipendente di Poste Italiane, si era registrato in Umbria nello scorso mese. I militari della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Perugia avevano arrestato, in flagranza di reato, un 22enne, di origini campane, che approfittando della vulnerabilità di una 90enne, l’aveva convinta a consegnare denaro contante e monili in oro: il pretesto era risolvere problematiche legali del nipote.
Un complice, infatti, aveva contattato la vittima, fingendosi suo nipote. Lo schema era il solito: il racconto di un problema bancario e la necessità imminente di denaro contante per non essere denunciato. A "riscuotere" i soldi contanti per aiutare il nipote si era presentato il giovane truffatore, presentantosi come funzionario delle poste. Allertati dalla Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri, i militari erano intervenuti, presso l’abitazione dell’anziana, riuscendo a bloccare la fuga del truffatore.
Se nel caso di Trevi, il colpo è riuscito e devono ancora individuati i responsabili, i Carabinieri della Compagnia di Terni, poche settimane fa, avevano arrestato due uomini, di 39 e 56 anni, entrambi originari della Campania e con precedenti, per tentata truffa aggravata in concorso.
I due erano stati fermati ad Arrone, mentre si spostavano nel comune della Valnerina ternana, dopo aver cercato di raggirare un’anziana con la solita truffa del “finto maresciallo”.
Secondo la ricostruzione dei militari, la vittima, un'anziana di 88 anni residente nella zona, aveva ricevuto poco prima una telefonata da un finto maresciallo dei Carabinieri. L’uomo, con tono autoritario e preoccupato, le aveva raccontato che il figlio era stato coinvolto in un grave incidente stradale con feriti e che si trovava in stato di fermo. Per “evitare ulteriori conseguenze”, la donna avrebbe dovuto consegnare 3mila euro in contanti o gioielli a un incaricato che si sarebbe presentato di lì a poco alla sua porta.
Sarebbe stato un residente di zona, anche lui chiamato al telefono, insospettito, ad allertare la Centrale Operativa dei Carabinieri tramite il numero unico di emergenza 112. L'arrivo tempestivo delle forze dell'ordine aveva permesso di individuare i due uomini e sventare la truffa.
Nelle scorse ore, inoltre, altri due cittadini italiani sono stati arrestati per truffa nella provincia di Viterbo, mentre tentavano di ingannare un’anziana signora con la classica “truffa del finto avvocato”. I due individui sono stati bloccati mentre si apprestavano a ritirare una somma di cinquemila euro da una donna di circa 80 anni.
I Carabinieri rinnovano, quindi, l’invito a prestare la massima attenzione a telefonate sospette e a non consegnare mai denaro o oggetti di valore a sconosciuti, anche se si presentano come incaricati delle forze dell’ordine.
“In caso di dubbio – spiegano i militari – è sempre meglio contattare direttamente il 112 e chiedere conferma. Nessun operatore delle forze dell’ordine richiede denaro per risolvere una situazione d’emergenza.”
Inoltre, viene consigliato di:
Parlare con i propri familiari di questi rischi;
Non aprire la porta a sconosciuti;
Segnalare immediatamente qualsiasi comportamento sospetto alle forze dell’ordine.